Appunti sulla soppressione dei partiti politici Stampa E-mail

Simone Weil

Appunti sulla soppressione dei partiti politici

Editrice La Mandragora, pagg.80, € 12,00

weil partiti  IL LIBRO – In un momento di grave crisi di senso della politica, queste note febbrilmente registrate tra 1942 e 1943 da Simone Weil, eminente figura intellettuale del Novecento, rappresentano una delle più drammatiche requisitorie contro i partiti politici e fanno luce su un pensiero che, precorrendo i tempi, ha saputo individuare nei partiti qualcosa di intimamente totalitario, un male quasi allo stato puro. L'edizione ripropone la celebre traduzione che Franco Ferrarotti realizzò nel 1951 per la rivista «Comunità» ed è preceduta dal suo saggio "Dei partiti politici, ovvero dell'innata tendenza autoritaria". Nella sua postfazione, "Il partito e la luce interiore", Castronuovo ricostruisce la storia del testo e analizza come la Weil vedesse nei partiti degli organismi costituiti «in modo da uccidere nelle anime il senso della verità e della giustizia».

  DAL TESTO – "La tendenza essenziale dei partiti è totalitaria non soltanto rispetto a una nazione, ma rispetto al globo terrestre. Proprio perché la concezione del bene pubblico, caratteristica di questo o di quel partito, è una finzione, una cosa vuota e senza realtà, si impone la ricerca della potenza totale. Ogni realtà implica di per sé un limite. Ciò che invece semplicemente non esiste non è mai limitabile.
  "Per questo si dà alleanza e parentela fra il totalitarismo e la menzogna.
  "Molti, è vero, generalmente non pensano a una potenza totale; questo pensiero farebbe loro paura. È un pensiero vertiginoso e occorre una specie di grandezza d'animo per sostenerlo. Costoro, quando si interessano di un partito, si contentano di desiderarne lo sviluppo; lo fanno però come una cosa che non comporti alcun limite. Se quest' anno vi sono tre iscritti più che l'anno scorso, oppure se la colletta ha dato 100 franchi in più, sono contenti. Ma desiderano che ciò continui indefinitamente nella stessa direzione. Essi non concepirebbero che il loro partito potesse avere in qualche caso troppi iscritti, troppi mezzi.
  "Il temperamento rivoluzionario porta a concepire la totalità. Il temperamento piccolo-borghese porta ad acclimatarsi nell'immagine di un progresso lento, continuo ed illimitato. Ma nei due casi lo sviluppo materiale del partito diventa l'unico criterio rispetto al quale si definiscono in tutte le cose il bene e il male. Precisamente come se il partito fosse un animale da ingrassare, e l'universo fosse stato creato per ingrassarlo.
  "Non si può servire Dio e Mammona. Qualora si abbia un criterio del bene diverso dal bene, si perde la nozione del bene."

  L'AUTRICE – Simone Weil (Parigi, 1909 – Ashford, 1943) israelita, fu insegnante di filosofia, fortemente interessata ai problemi sociali, militò nell'estrema sinistra. Lavorò come operaia in vari stabilimenti e partecipò fin dall'inizio alla guerra civile spagnola. Lasciò la Francia a causa della persecuzione nazista e, dopo un breve soggiorno negli Stati Uniti, passò a Londra gli ultimi anni della sua vita, militando nelle fila della resistenza francese.

  INDICE DELL'OPERA – Dei partiti politici, ovvero dell'innata tendenza autoritaria, di Franco Ferrarotti - Appunti sulla soppressione dei partiti politici, di Simone Weil – Postfazione. Il partito e la luce interiore, di Antonio Castronuovo