Storia della Chiesa ortodossa russa Stampa E-mail

Angelica Carpifave

Storia della Chiesa ortodossa russa
Tra messianismo e politica


Edizioni Dehoniane Bologna, pagg.264, € 32,80

carpifave storia  IL LIBRO – In sette capitoli e un Excursus, a scansione cronologica, viene delineato un profilo della storia della Chiesa Ortodossa Russa. Il taglio narrativo, tutto incentrato sui fatti e sui personaggi, rende la lettura facile e coinvolgente; le riflessioni storiche e teologiche, disseminate lungo la narrazione, aprono continue finestre di comprensione su un cristianesimo che si è nutrito di fonti e di contesti del tutto diversi da quelli dell'Occidente.
Di fondamentale importanza il capitolo dedicato al concilio che la Chiesa Ortodossa Russa ha celebrato nel bel mezzo della rivoluzione d'ottobre: solo attingendo alla maturità teologica e spirituale di quell'avvenimento, la Chiesa ha potuto attraversare il deserto del marxismo-leninismo applicato e conservare la fede per il popolo credente.

  DAL TESTO – "Stalin iniziò a usare la Chiesa russa a scopo di propaganda per le sue finalità in politica interna ed estera, e da quel momento la religione poté avere un nuovo slancio. La seconda guerra mondiale portò dei cambiamenti nella vita della Chiesa russa canonica e anche un'attenuazione delle persecuzioni. La Chiesa ortodossa russa donò all'esercito sovietico una colonna di carri armati denominata «Dmitrij Donskoj», cbe il governo sovietico accettò, comprendendo che era un modo per esprimere il proprio riguardo nei confronti dei sentimenti dei numerosi fedeli ortodossi. Il metropolita Sergij ricordò s. Sergij di Radonež, che aveva benedetto il gran principe Dmitrij Donskoj prima della vittoria sui tatari, e si dichiarò a parole e per iscritto a favore del governo sovietico e della guerra. Stalin ritenne un'abile mossa strategica nei confronti degli alleati porre termine alla propaganda sfrenata contro la Chiesa e in senso più lato contro la fede religiosa, messa in atto dai «senza Dio». In questo contesto si spiegano le misure straordinarie che vennero assunte nella primavera del 1943, quando il governo sovietico riconobbe l'amministrazione patriarcale non solo de facto, ma anche de iure. Il patriarcato di Mosca venne riconosciuto de iure, come suprema autorità ecclesiastica, da parte dello Stato. Il governo sovietico a quel punto esaudiva anche le richieste avanzate dal metropolita Sergij nel 1927: convocazione del Sinodo per l'elezione del nuovo patriarca e apertura di una scuola per la formazione degli ecclesiastici. Comparve nuovamente il foglio ufficiale dove fu annunciata l'apertura di una scuola teologica per laici. In questo modo veniva concessa al clero la possibilità di impartire lezioni di catechismo ai bambini nelle famiglie, su richiesta dei genitori, ma ogni insegnamento religioso ufficiale, anche nelle chiese, continuava a essere vietato. Il monachesimo russo rinacque, il governo permise la riapertura della laura della ss. Trinità di s. Sergij di Radonež, che nel 1920 era stata trasformata in una scuola militare."

  L'AUTRICE – Angelica Carpifave, studiosa di cultura russa, ha diretto l'Istituto Italiano di Cultura di Mosca e ha costituito la Fondazione Culturale Helikon Onlus, con sede a Roma, riconosciuta dallo Stato, che ha realizzato importanti scambi culturali tra Italia e Russia e una significativa attività nell'ambito sociale-umanitario. Ha ricevuto il titolo di professore honoris causa dell'Università Statale Culturale di Mosca, in riconoscimento del lavoro scientifico svolto nell'ambito della storia della cultura russa e per aver favorito lo sviluppo delle relazioni culturali tra Italia e Russia. Ha tenuto seminari di storia della Chiesa ortodossa russa presso l'Università Alma Mater Studiorum di Bologna, di storia della cultura e della spiritualità russa presso l'Accademia teologica di Mosca. Ha pubblicato: "La categoria della perfezione nell'opera di Dostoevskij", Mosca, 1997; "Splendori della Corte degli Zar", Milano, 1999; "L'Italia e l'Impero russo", Mosca 2001; "Conversazioni con Alessio II Patriarca di Mosca e di tutte le Russie", Milano, 2003; "La laura della Ss. Trinità di s. Sergio di Radonež nella storia, nella cultura e nella vita spirituale della Russia", Mosca, 2007; "Besedy c Aleksiem II Patriarchom Moskovskim i vseja Rusi", Edizioni del Patriarcato di Mosca, Mosca, 2008.

  INDICE DELL'OPERA – Ai lettori del libro dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II - Avvertenza per il lettore - Sigle - Capitolo I. IL Battesimo della Rus' (Là Dio coabita con l'uomo - Il distacco dall'occidente - Mosca: un patriarca per la «terza Roma» - Messianismo ecclesiale - Lo zar come «padre igumeno» - L'«Orda d'Oro» e Mosca capitale) - Capitolo II. Dal Patriarca Filarete alla riforma ecclesiastica del Patriarca Nikon e al raskol' (Il concilio del 1551 e la riforma dei riti - Nikon il patriarca forte - Avvakum e i Vecchi Credenti - Il raskol', una Chiesa nella Chiesa) - Capitolo III. Pietro il Grande e le riforme (Il patriarca Adriano senza successore - Il «guardiano temporaneo» e la politica religiosa di Pietro il Grande - La nuova gestione dei monasteri - Un esarca al posto del patriarca - La «Regola ecclesiastica»: fine del patriarcato - Una figura chiave: l'oberprokuror - Per due secoli «Chiesa di Stato») - Capitolo IV. Caterina II e la secolarizzazione (Anna Ioannovna e l'attuazione della legislazione monastica - Pietro III e il modello tedesco - Caterina II: la Russia potenza europea - L'illuminismo e la crisi dell'ortodossia - Le terre della Chiesa - Arsenij (Maceevič): il vescovo che disse di no - Il riordino delle strutture ecclesiastiche - L'estromissione della Chiesa dalla vita pubblica) - Capitolo V. Il periodo sinodale. Il Concilio di Mosca (1917-18) («Capo della Chiesa» - La degenerazione dell'«abbraccio sinfonico» - Nicola II: «Sorge da sé il pensiero di un concilio panrusso» - Dall'imperatore al Santo Sinodo - Il manifesto del 1905 e il «momento favorevole» - La Commissione preconciliare - Dal «programma del concilio» all'abdicazione di Nicola II - Fine dell'oberprokuror e convocazione del concilio - Un concilio nel bel mezzo della Rivoluzione d'ottobre - La restaurazione del patriarcato - Patriarca e sobornost' - Tichon, patriarca di «pianto, gemito e dolore» - Lo «Statuto giuridico della Chiesa ortodossa russa» - La situazione nuova: un governo ateo - La chiusura forzata del concilio e la linea del patriarca Tichon - «Un'opera positivamente costruttiva tra un presente terribile e un futuro indecifrabile») - Capitolo VI. La religione dello Stato e l'olocausto (Rifare il «materiale umano» - Tichon: «Purché questo giovi alla Chiesa» - Profanazione delle Chiese e delle reliquie - Le fucilazioni - La Chiesa di emigrazione e la «Chiesa renovazionista» - Il metropolita Sergij e la Dichiarazione del 29 luglio 1927 - I «non commemoranti» - La «ventina» e l'ateismo di Stato - Il quinquennio dell'ateismo - Le «Commissioni del culto» - Il 56% della popolazione è credente e i «monasteri nel mondo» - La guerra e il blocco nazione-ortodossia - 1943: riconoscimento de iure del patriarcato - Il patriarca Sergio e la conservazione del nucleo ecclesiastico-canonico - Il concilio del 1945 - Il patriarca Alessio I: la «ribalta» e la vita ordinaria - Chruščëv e la lotta antireligiosa «scientifica» - Il doppio registro per la politica interna e la politica estera - Da Alessio I al patriarca Pimen - 1988: il millennio) - Capitolo VII. Conclusione. La rinascita (Il patriarca Alessio II e la rinascita della Chiesa - La Chiesa non era morta - La separazione tra Stato e Chiesa - La rinascita pastorale - Lo scisma della Chiesa di emigrazione - La fine dello scisma) – Excursus. Uniatismo e Chiesa greco-cattolica in Ucraina (Le connessioni storiche giuridiche e teologiche di un modo di essere della Chiesa) - Bibliografia - Indice dei nomi - Indice dei luoghi