La canzone teatrale di Piero Ciampi Stampa E-mail

Eugenio Ripepi

La canzone teatrale di Piero Ciampi
Congetture e conversazioni sul poeta cantautore livornese


Edizioni Zem, pagg.122, € 12,00

 

ripepi ciampi  IL LIBRO – In un'epoca in cui la sostanza prevaleva sulla forma, e l'immagine non era tutto, ai cantautori si chiedevano significati, e i meno stimati erano i più poveri di contenuti. Nel libro si analizzano i versi di quello che Gino Paoli in queste pagine ha riconosciuto all'interno della scuola cantautorale essere "più poeta di tutti noi".
  Oltre a Gino Paoli, compaiono importanti contributi di Enrico De Angelis, Gian Piero Alloisio, Nada, Giuseppe De Grassi, Gianmaria Testa, Max Manfredi, Pino Pavone e il compianto Arnaldo Bagnasco. Ciampi è stato certamente un innovatore. Ha inventato un nuovo modo di versificare, imbrigliando la musica che lo accompagnava, o meglio cercava di affiancarlo, con termini e figure inusuali anche per una nuova forma di canzone d'autore che lui contribuì a creare. Non c'è una volontà di esaltare le metafore di Ciampi descrivendo i suoi eccessi. Non c'è l'esigenza di giustificare gli eccessi di Ciampi presentando le sue metafore. C'è la necessità, viva e puntuale, di approfondire l'aspetto letterario che riguardava l'artista allora e che ci riguarda oggi, e collegarlo con un'ipotesi di contiguità teatrale.

  DAL TESTO – "Se Charles Bukowski tenne a dire più volte "Non vi venga l'idea che io sia un poeta", Ciampi propugnava esattamente l'opposto. Si cita anche Bukowski per le altre biografiche similitudini, prima tra tutte prevedibilmente l'alcool, compagno comune ad entrambi.
  "Forse Ciampi ha usato la musica come mezzo per trasportare i suoi contenuti. Canzoni poco appetibili per la massa, ma sempre più di un libro di componimenti solamente scritti.
  "Si avverte però un'attesa del gesto musicale nell'esecuzione dei brani che difficilmente un paroliere digiuno di musica, per quanto bravo, potrebbe riuscire a gestire. Certo di Ciampi non si ricordano tanto i motivi musicali, rari peraltro quelli da lui creati, quanto gli originali frutti della sua vis poetica."

  L'AUTORE – Eugenio Ripepi, diplomato alla Scuola del Teatro Stabile del Veneto, laureato in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo e in Scienze dello Spettacolo, dottore di ricerca in Arti, Spettacolo e Nuove Tecnologie all'Università di Genova, cultore della materia di Storia del Teatro, è attore, scrittore, cantautore, regista, direttore artistico di manifestazioni nazionali teatrali e cinematografiche. Ha pubblicato l'album musicale "La buccia del buio" (CNI/Bollettino), il 45 giri "Canzone Sociale" (CNI), i libri "La luce scalza" e "Eredi del punto su tele di carne" (Ennepilibri), il saggio "La drammaturgia musicale-teatrale di Gian Piero Alloisio" (Edizioni Pagina); oltre a "La canzone teatrale di Piero Ciampi", nella collana "I Mestieri dello Spettacolo" che dirige per le Edizioni Zem, è uscito il libro "Scritti in festa per Eugenio Buonaccorsi".

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - Una canzone teatrale - I testi di Ciampi - 1960-1965 - 1970-1975 - Gli ultimi anni – Dopo - Conversazione con Gino Paoli - Conversazione con Enrico De Angelis - Conversazione con Gian Piero Alloisio - Conversazione con Nada - Conversazione con Giuseppe De Grassi - Conversazione con Gianmaria Testa - Conversazione con Max Manfredi - Conversazione con Pino Pavone - Conversazione con Arnaldo Bagnasco – Bibliografia - Note biografiche