Alla corte del Duce Stampa E-mail

Fabrizio Sarazani

Alla corte del Duce
L'aristocrazia romana e il fascismo


Casa Editrice Le Lettere, pagg.147, € 11,50

 

sarazani corte  IL LIBRO – Una storia dissacrante e divertente dell'incontro fra la rivoluzione fascista, giunta a Roma «confezionata e fabbricata come un panettone milanese», e la società aristocratica delle capitale divisa tra la fedeltà "codina" alla vecchia Roma papale e la fedeltà alla monarchia sabauda. Mentre un giovane diplomatico di carriera si preoccupa di far diventare "sopportabile" l'abbigliamento e il modo di comportarsi in pubblico di Mussolini, il parvenu giunto al potere, la rivoluzione fascista non riesce a intaccare vecchi riti e abitudini come la caccia alla volpe e la passione per i cavalli. Il libro racconta la storia minore, ma non per questo meno vera, del difficile rapporto fra un mondo che guarda al passato e un mondo privo di tradizioni: la corsa alla ricerca dei titoli nobiliari, le dame dell'aristocrazia fra sussulti borghesi e rivendicazioni di ruolo, la funzione dell'ippodromo romano delle Capannelle come luogo di socializzazione fra la "nuova classe" e l'antica aristocrazia. Un libro frizzante, un caleidoscopio di personaggi.

  DAL TESTO – "Mentre scrivo queste pagine, la cronaca rievocativa della politica fascista continua. Il costume di un regime, perentorio e totalitario, ha sempre sollecitato la curiosità del memorialismo, nel suo particolare negativo: da Tacito a Saint-Simon; dal «ricordare» di Chateaubriand, al Diario di Galeazzo Ciano. Sottrarre al giudizio politico l'apparenza esteriore di questa o quella età, prossima o remota, può pur essere tentativo arbitrario e contraddittorio. Certo è che dalla Marcia su Roma al luglio del 1943, i romani mangiavano, bevevano, facevano l'amore, respiravano cioè l'aria che il clima dava loro. Vivi ieri, come vivi oggi; nella felicità o nell'infelicità; nella miseria, che è di tutti i tempi, come nella ricchezza, che è di tutti i tempi, nonostante che verso la fine del 1927, il capo della polizia Bocchini creasse un Ispettorato Speciale di polizia, formato da agenti particolarmente abili nei servizi investigativi, con sede segreta a Milano in dipendenza diretta dal Viminale. Roma, del resto, in fatto di usanze e di mode aberranti ne ha viste di tutti i colori. E, durante molte epoche, ha accettato i più scatenati capricci, senza rilevarne l'aspetto ridicolo. Basterebbe la prosa di Plutarco, fino alla poesia romanesca di Gioachino Belli. Dai «ludi bestiari», alla folla che si divertiva moltissimo nel vedere i cristiani al rogo, negli anfiteatri; con Eliogabalo che passeggiava sulle colline del Vaticano guidando ora una quadriglia di leoni, ora una di tigri. Almeno per circa vent'anni del regime fascista, sempre per quanto riguarda il costume, fu smentito l'antico detto parigino il quale sentenzia che il ridicolo demolisce la fama e il prestigio più di una rivoluzione."

  L'AUTORE – Fabrizio Sarazani (1905-1987), giornalista, sceneggiatore, drammaturgo, scrittore fu anche un appassionato e celebre "romanista" e vaticanista autore di opere dedicate a Roma e a personaggi storici. Tra i suoi libri più noti "Roma per bene" (1956), "Roma in castigo" (1959), "Il Papa tosto. Vita di Sisto V" (1970), "L'ultimo Doge. Vita di Giuseppe Volpi di Misurata" (1972). Il grande Totò dichiarò in un'intervista a Oriana Fallaci che lui, il conte Sarazani, era uno dei pochissimi amici autentici che frequentava assiduamente.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Francesco Perfetti - Alla corte del Duce. L'aristocrazia romana e il fascismo - 1. La società romana durante il fascismo - 2. Lo snobismo sornione conquista il regime - 3. La guerra ai "tubi di stufa" - 4. La febbre del titolo nobiliare - 5. Farinacci contro "Cocò" - 6. Il «vizio intellettuale» - 7. Signore non "ministresse" - Inserto fotografico