Un barbaro in Asia Stampa E-mail

Henri Michaux

Un barbaro in Asia

O Barra O Edizioni, pagg.191, € 16,00

 

michaux barbaro  IL LIBRO – Nel 1931 Henri Michaux parte per l'Asia e vi trascorre circa otto mesi, durante i quali visita l'India, il Nepal, Ceylon, la Cina, il Giappone e la Malesia. Un'esperienza totale affrontata senza filtri, con gioia, alla stregua di un "viaggio immaginario", sotto la spinta di un irrefrenabile desiderio di disorientamento.
  Michaux si immerge nelle folle di questi paesi, a stretto contatto con "l'uomo della strada", che osserva con l'occhio di un antropologo o, meglio, di un naturalista.
  Un barbaro in Asia è il risultato di questo "grand tour" orientale. Un resoconto diretto, spiazzante, spesso beffardo e "politicamente scorretto" che abbraccia e tenta di decifrare ogni aspetto delle culture dei paesi visitati. Rifuggendo le categorie del pensiero occidentale – in ciò barbaro, ossia non intaccato da pregiudizi –, Michaux attraversa e si lascia attraversare da religioni, lingue, calligrafie, letterature, filosofie, generi teatrali, musiche e danze.
  Un testo cardine per gli sviluppi successivi della poetica di Michaux, un modello a cui, quarant'anni dopo, si rifarà anche Roland Barthes per "L'impero dei segni".

  DAL TESTO – "I cinesi non sono sognatori. Non hanno avuto sistemi trascendentali o lampi di genio, ma trovate di un valore pratico incalcolabile.
  "Confucio: l'Edison della morale.
  "La gentilezza, la calma (non immischiatevi in ciò che non vi riguarda ... Comportatevi secondo il vostro stato, se siete potenti come potenti, se siete pieni di debiti come uomini pieni di debiti ecc.), la correttezza dell'abbigliamento, l'educazione...
"Nessuno più del cinese si è preoccupato dei rapporti tra umani con tanta sollecitudine, tanta previdenza.
  "Sun Yat-sen diceva molto giustamente: "In fatto di politica la Cina non ha niente da imparare dall'Europa". Potrebbe anzi insegnare all'Europa e anche all'India, lei che ha fatto di tutto, praticato di tutto, fino all'assenza sistematica di governo.
  "Senza municipalità, senza avvocati (quando se ne presenta uno, lo si mette in prigione... gli avvocati attirano i processi), senza eserciti (gli eserciti attirano la guerra), essa ha potuto vivere molto bene per molto tempo, per tutto il tempo in cui i cinesi furono sufficientemente saggi.
  "Quando non si è più saggi, allora, ahimè, occorrono amministrazioni formidabili, senza poter comunque impedire dispute, conflitti, guerre, rivoluzioni e distruzioni.
  "Il cinese non insiste sui doveri verso l'umanità in generale, ma verso il proprio padre e la propria madre; le cose devono funzionare là dove si vive, il che richiede, effettivamente, un tatto e una virtù di cui a malapena i santi europei sono capaci."

  L'AUTORE – Henri Michaux (Namur, 1899 – Parigi, 1984). Infanzia solitaria e ribelle, influenzata dall'educazione gesuita. All'età di 21 anni abbandona gli studi di medicina e si arruola nella marina militare belga. Trasferitosi a Parigi nel 1924, frequenta l'ambiente dei surrealisti, in particolare Klee, De Chirico, Ernst, e dirige «Hermès», rivista di poesia e mistica. Inizia a scrivere nel 1926 e affianca a questa attività quella di pittore. Tra il 1927 e il 1937 effettua vari viaggi in Sudamerica e in Asia. Alla fine della guerra si avvicina al gruppo degli esistenzialisti. Nel 1955 prende la nazionalità francese e inizia a sperimentare su di sé gli effetti degli allucinogeni, assunti come mezzo per l'esplorazione dei meccanismi della vita interiore dell'individuo. Nel 1965 riceve il Premio Nazionale per la Letteratura. Tra i suoi libri, "Conoscenza degli abissi" (Quodlibet) e "Passaggi" (Adelphi).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Nuova prefazione - Un barbaro in India - Himalayan Railway - L'India meridionale - Un barbaro a Ceylon - Storia naturale - Un barbaro in Cina - Un barbaro in Giappone - Un barbaro tra i malesi – Postfazione, di Marco Dotti