Gli effetti del tempo nel reato Stampa E-mail

Giovanni De Santis

Gli effetti del tempo nel reato
Uno studio tra casistica e dogmatica


Giuffrè Editore, pagg.XI-422, € 43,00

 

desantis tempo  IL LIBRO – Questo studio fa emergere una visione tutt'altro che stereotipata del reato, mettendone in risalto la dimensione dinamica su quella statica.
  L'indagine, peraltro, non pretende di esaurire tutte le possibili forme di manifestazione della temporalità dell'illecito penale: a ben vedere, infatti, giacché nulla di esso, inteso come fenomeno storico, esiste al di fuori del tempo, un'analisi completa della sua consistenza cronologica richiederebbe una trattazione di ogni e ciascun elemento che lo costituisce, onde comprenderne l'atteggiarsi nel continuum del divenire temporale. Ma ciò, evidentemente, non era l'obiettivo dell'Autore.
  Il volume, invece, indaga, con specifico riferimento ad alcuni aspetti della consistenza cronologica del fatto di reato, certa prassi giurisprudenziale che, in tempi recenti, ha rivelato i limiti della tradizionale indifferenza legislativa nei confronti della componente dell'illecito penale (si pensi a quelle casistiche, molto caratterizzate in senso cronologico, ad esempio in tema di malattie professionali o di inquinamento ambientale, in passato inconsuete, e che oggi vanno assumendo, invece, un sempre maggiore rilievo sociale, prima ancora che giuridico e giudiziario).

  DAL TESTO – "Il tempo del reato è, perciò, solo una delle due grandezze fisiche fondamentali che ne definisce la dimensione empirica (il tempo, con lo spazio, è l'ingrediente intrascendibile di ogni nostra rappresentazione).
  "Nell'analisi giuridica riacquista corpo l'idea di tempo come dato della vita quotidiana, slegato da una particolare visione del mondo.
  "In ciò il giurista si accontenta di cogliere il tempo, nella successione dei fenomeni disciplinati da una norma, non curante della sua sfuggevolezza che efficacemente Hobbes esprimeva nel pensarlo come un phantasma che mai nessuno, invece, avrebbe visto.
  "Bandiremo, pertanto, dalla nostra indagine ogni velleità di tipo ontologico per ripiegare, precipuamente, sul dato normativo.
  "Né, ovviamente, saremo interessati (per quanto incuriositi d)alle moltissime questioni metafisiche che il tema del tempo involge. Come pure considereremo con grande prudenza il tempo delle teorie fisiche, solo parzialmente utile ai nostri fini (ad esempio nel delicatissimo settore della causalità).
  "Insomma il tempo, per il diritto, resta semplicemente un fattore ordinatore dei fenomeni secondo una successione lineare del prima verso il poi."

  L'AUTORE – Giovanni De Santis è ricercatore confermato di Diritto penale e professore aggregato di Diritto penale dell'impresa nel Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Bergamo.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione. Tempo e diritto penale (1. Il concetto di temporalità ed i suoi limiti gnoseologici: la radice filosofica della questione temporale. Il tempo come fenomeno dell'esperienza giuridica - 2. Il computo del tempo nel sistema del codice penale - 3. Piano dell'indagine) – Parte prima - Capitolo I. Il tempo e la sua funzione costitutiva rispetto al reato (I. Il fatto di reato e la sua dimensione temporale: il tempo come condizione di rilevanza del fatto. Nozione di fatto accolta nell'indagine - 2. Fatto, tempo e bene giuridico. La "questione temporale" nella bancarotta prefallimentare - 3. Tipi e tempo: il tempo nella struttura del fatto. Il tempo nel tipo causalmente orientato - 4. L'evento nella successione cronologica della sequenza causale) - Capitolo II. Il tempo nel rapporto causale: le morti da esposizione all'amianto (1. Premessa - 2. Tempo e rapporto causale - 3. Il problema della condizione cronologicamente successiva. Rinvio - 4. La dilatazione cronologica della relazione causale tra avvenimenti: quando l'evento si verifica a notevole distanza di tempo dalla condotta - 5. Un paradigma nella casistica della divaricazione temporale tra condotta ed evento: le morti da esposizione all'amianto. L'amianto, da minerale magico a sostanza "maledetta" - 6. La dimensione sociale del rischio amianto: il rimedio penalistico) - Capitolo III. Tempo e rapporto causale: il problema dell'evento non impedito (1. Alcune questioni generali in tema di causalità omissiva – 2. Le SS.UU. "Franzese" - 3. L'auspicato commiato dal diritto penale e i rimedi alternativi: la tutela civilistica delle vittime - 4. Tempo, evento e con cause - 5. La predisposizione personale della vittima - 6. Le abitudini voluttuarie della vittima: in particolare il fumo di sigaretta - 7. La protrazione dell'esposizione: la successione di garanti - 8. (segue). Il valore della protrazione dell'esposizione nella più recente giurisprudenza di merito - 9. (segue). La sentenza "Macola" - 10. (segue). Ancora sulla successione di garanti nel tempo - 11. Breve excursus storico sulla evoluzione normativa in materia di amianto. Il rimprovero colposo nel tempo - 12. Un caso paradigmatico nella ricostruzione di percorsi eziologicamente rilevanti e cronologicamente estesi nelle tecnopatie da esposizione a sostanze tossiche: il caso del Petrolchimico di Porto Marghera - 13. (segue). Il ricorso allo schema compartecipativo: legame psicologico tra le condotte dei concorrenti, concorso di cause colpose indipendenti, successione dei garanti e fattore tempo - 14. (segue). La responsabilità per l'inquinamento pregresso. Rinvio) - Parte seconda - Capitolo IV. Il tempus commissi delicti (1. Premessa - 2. L'iter criminis: la consumazione e il post factum - 3. (segue). Il tentativo - 4. La funzionalizzazione della datazione del reato nella sistematica del codice penale: tempus commissi delicti e tempus consummati delicti - 5. La datazione del reato secondo il tempo della commissione: il tempus commissi delicti nella successione di leggi penali ex art. 2 c. p. - 6. (segue). Il riferimento cronologico nell'imputabilità. Imputabilità e colpevolezza. La regola della corrispondenza temporale e la deroga dell'actio libera in causa - 7. (segue). Alterazioni del processo motivazionale e tempo: il problema delle scusanti) - Capitolo V. Tempo e selettività nei tipi di durata: il reato permanente (1. Premessa - 2. I tipi di durata: reato continuato e tempo - 3. Alcune puntualizzazioni sul concetto di "durata" dell'illecito penale: la consumazione e il post-fatto nei reati a dolo specifico - 4. Introduzione al concetto di "durata" dell'illecito - 5. La disciplina legislativa dedicata alla permanenza del reato - 6. La permanenza come durata della violazione (protrazione del fatto tipico) - 7. Gli elementi del fatto tipico suscettibili di durare nel tempo: la condotta. Il problema della permanenza nei reati di pura omissione - 8. L'evento ed il nesso causale: reato permanente e reato ad effetti permanenti - 9. (segue). Il momento consumativo del reato di lesioni personali da malattia professionale - 10. La colpevolezza nel reato permanente - 11. L'antigiuridicità del fatto permanente - 12. La permanenza come requisito strutturale del fatto tipico (rectius come requisito implicito della condotta) - 13. La permanenza come protrazione dell'offesa: la questione dei c.d. beni comprimibili - 14. La spiegazione della permanenza attraverso la moltiplicazione dei precetti contenuti nella fattispecie incriminatrice. La concezione bifasica del reato permanente e il c.d. obbligo di "contro-agire" - 15. (segue). Il caso del Petrolchimico di Marghera: l'obbligo di bonifica dei siti contaminati - 16. La dissoluzione del reato permanente nella sua concezione pluralistica - 17. Reati istantanei e reati permanenti. Reati necessariamente o eventualmente permanenti. Considerazioni conclusive) - Bibliografia