Quando il Caucaso incontrò la Russia Stampa E-mail

Aldo Ferrari

Quando il Caucaso incontrò la Russia
Cinque storie esemplari


Guerini e Associati, pagg.155, € 16,00

 

ferrari quandoilcaucaso  IL LIBRO – L'incontro storico tra il Caucaso e la Russia è stato per molti aspetti conflittuale e violento. Questo incontro ha però conosciuto anche momenti di importante integrazione culturale. È ben noto il fascino esercitato dal Caucaso sulla cultura russa, in particolare sulla letteratura, da Puskin a Tolstoj. Ma vi furono anche importanti dinamiche di scambio culturale attraverso le quali le popolazioni caucasiche poterono accostarsi alla modernità europea attraverso la mediazione della Russia. Dopo una breve introduzione storica sulla conquista russa, questo volume delinea questo processo di modernizzazione culturale presentando cinque diverse personalità, ognuna delle quali ha avuto un valore paradigmatico nel rapporto tra il Caucaso e la Russia: il principe e poeta georgiano Aleksandre Č'avč'avadze (1786-1846); Xač'atur Abovean (1809-1848), fondatore della letteratura armena moderna; lo scrittore azerbaigiano Fɘt'ɘli Axundov (1812-1878); lo storico circasso Šora Nogmov (1794-1844); il poeta nazionale degli Osseti, Kosta Chetagurov (1859-1906).

  DAL TESTO – "Nel luglio 1864 la grande guerra caucasica poteva considerarsi conclusa. I montanari erano stati sopraffatti, ma la regione non si inserì mai pienamente nell'impero, benché una parte delle élites trovasse conveniente collaborare, ricevendo privilegi e cariche amministrative e il governo russo non autorizzasse, se non tra gli Osseti, la predicazione missionaria. Durante la guerra russo-turca del 1877-78 scoppiarono però nuove rivolte in Cecenia e Dagestan, la cui repressione provocò una nuova emigrazione verso l'impero ottomano. La resistenza ai russi proseguì solo in una sporadica guerriglia, talvolta poco distinguibile dal banditismo.
  "La sconfitta nell'impari lotta con l'impero russo ha avuto conseguenze durature sulla storia delle popolazione del Caucaso settentrionale. Non solo non ebbe modo di realizzarsi il tentativo di Šamil' di creare una formazione statale che riunisse su base religiosa musulmana le popolazioni della regione, ma la forte emigrazione di alcune etnie ne modificò in maniera definitiva lo stesso quadro demografico. Soprattutto il Caucaso nord-occidentale i svuotò quasi completamente della sua popolazione indigena, aprendo la via all'insediamento dei Russi, che da allora ne sono divenuti la componente maggioritaria."

  L'AUTORE – Aldo Ferrari insegna Lingua e Letteratura Armena, Storia della Cultura Russa e Storia del Caucaso e dell'Asia Centrale presso l'Università Ca' Foscari di Venezia. Per l'Istituto degli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano dirige il Programma di Ricerca su Russia, Caucaso e Asia Centrale. È presidente dell'Associazione per lo Studio in Italia dell'Asia centrale e del Caucaso (ASIAC). Tra le sue pubblicazioni principali: "Alla frontiera dell'impero. Gli armeni in Russia 1801-1917" (2000); "La foresta e la steppa. Il mito dell'Eurasia nella cultura russa" (2003); "L'Ararat e la gru. Studi sulla storia e la cultura degli armeni" (2003); "Il Caucaso. Popoli e conflitti di una frontiera europea" (2005); "Breve storia del Caucaso" (2007); "Alla ricerca di un regno. Profezia, nobiltà e monarchia in Armenia tra Settecento e Ottocento" (2011); "Il grande paese. Studi sulla storia e la cultura russe" (2012).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - La conquista russa - Aleksandre Č'avč'avadze, un poeta tra Georgia e Russia - L'alleanza armeno-russa: Xač'atur Abovean - Alle origini della modernità azera: Fɘt'ɘli Axundov - Šora Nogmov e l'incontro culturale russo-circasso - Kosta Chetagurov, il Prometeo osseto - Bibliografia