Sapienza egizia Stampa E-mail

Alessandro Roccati

Sapienza egizia
La letteratura educativa in Egitto durante il II millennio a.C.

Paideia Editrice, pagg.176, € 29,00

 

roccati egizia  A trent'anni dalla prima pubblicazione, Alessandro Roccati presenta una nuova edizione, interamente rivista e ampliata, del suo studio sulla letteratura sapienziale dell'Egitto faraonico, restituendo all'indagine un impianto analitico e critico profondamente aggiornato, sia sotto il profilo filologico che sotto quello storico-culturale. L'opera si impone come contributo rilevante e imprescindibile nel campo degli studi egittologici, non solo per l'autorevolezza dell'autore – tra i più eminenti studiosi del mondo antico e professore emerito di Egittologia – ma soprattutto per l'acume interpretativo e la solidità metodologica che la caratterizzano.

  Il volume esplora il corpus della cosiddetta "letteratura di istruzioni", genere testuale codificato sin dall'Antico Regno ma documentato in modo più organico nel II millennio a. C., attraverso una varietà di testimoni papiracei e ostracografici, spesso lacunosi, ma sufficientemente significativi da permettere una ricostruzione coerente del contesto culturale in cui furono prodotti e trasmessi. Roccati ne propone una lettura che si distingue per equilibrio esegetico e rigore documentario, evitando tanto il formalismo grammaticale quanto derive di tipo ideologico o teleologico.

  L'analisi si concentra su testi fondamentali come gli "Insegnamenti di Ptahhotep", le "Istruzioni per Merikara", la "Satyra dei mestieri", il "Dialogo di un disperato con la propria anima", nonché su documenti meno noti, spesso relegati a una dimensione periferica nel dibattito specialistico. La trattazione si sviluppa attraverso un discorso coerente che intreccia la dimensione linguistica con quella istituzionale, la funzione didattica con il contesto rituale, la trasmissione scribale con le strategie di autorappresentazione del potere faraonico. Ne emerge un'immagine complessa della sapienza egizia, non riducibile a una semplice enunciazione di massime morali, ma riconoscibile come forma di discorso normativo, funzionale alla legittimazione delle gerarchie sociali e alla perpetuazione di un ethos fondato sulla ma'at.

  Uno dei meriti maggiori della nuova edizione risiede nell'accurata revisione testuale e nella contestualizzazione delle fonti, condotta alla luce delle acquisizioni più recenti nel campo della papirologia e della linguistica egizia. Roccati dimostra un controllo raffinato della grammatica storica dell'egiziano, impiegando un lessico tecnico preciso, ma sempre funzionale all'argomentazione interpretativa. L'apparato critico – sobrio e puntuale – accompagna con efficacia la lettura, offrendo gli strumenti necessari a valutare la coerenza filologica delle edizioni proposte, senza mai sovraccaricare il discorso di elementi secondari.

  Di particolare rilievo è l'attenzione posta ai processi di trasmissione del sapere, alla funzione formativa dei testi sapienzali e al ruolo delle scuole scribali nel modellare l'identità culturale delle élite. L'autore non si limita a un'esegesi interna ai testi, ma ne esamina la portata socio-politica, mostrando come la parola scritta, lungi dall'essere un mero strumento espressivo, fosse parte integrante di un sistema educativo atto a consolidare i valori fondamentali dello Stato faraonico. In tal senso, il volume si colloca pienamente nel solco delle più avanzate ricerche sulle culture scrittorie del Vicino Oriente antico, ma senza cedere ad analogismi forzati: il confronto con la tradizione biblica, presente ma discreto, è condotto con misura, evitando di attribuire al modello egiziano una funzione primigenia o deterministica.

  L'eleganza dello stile espositivo, la lucidità dell'impianto argomentativo e la sobrietà dell'apparato teorico conferiscono all'opera una compattezza che ne fa uno strumento di lavoro adatto sia al ricercatore specializzato sia al lettore colto interessato alla storia intellettuale dell'Egitto. L'autore rifugge ogni forma di monumentalizzazione retorica del passato faraonico, preferendo una prospettiva storicamente radicata, che valorizza la funzione pragmatica della sapienza nella gestione della vita civile, della memoria collettiva e della comunicazione tra centro e periferia del potere.

  Infine, non può non rilevarsi come la seconda edizione di "Sapienza egizia" rappresenti anche un esercizio di riflessione metacritica sulla disciplina egittologica stessa. Il confronto implicito tra l'edizione del 1994 e quella attuale offre una testimonianza concreta del dinamismo della ricerca: un campo, quello della letteratura didattica egizia, che si rivela tutt'altro che cristallizzato, e che continua a produrre interrogativi nuovi sulle pratiche della scrittura, della formazione e del governo nel mondo antico.

  L'opera di Roccati offre, insomma, un contributo di valore duraturo allo studio della letteratura sapienziale egizia. Per profondità analitica, rigore metodologico e qualità interpretativa, essa si colloca tra i lavori più autorevoli e fecondi della recente produzione scientifica nel settore. Pur nella sua densità specialistica, il testo conserva un'equilibrata accessibilità, rendendolo una lettura consigliata non solo agli egittologi, ma anche agli studiosi di filologia semitica, storia delle religioni, antropologia del sapere e teoria della scrittura.

La Redazione

25 giugno 2025