Italiani senza padri Stampa E-mail

Emilio Gentile (a cura di S. Fiori)

Italiani senza padri. Intervista sul Risorgimento

Laterza, pagg.186, Euro 12,00

 

gentile_italiani  IL LIBRO – La festa dei centocinquant'anni di unità cade in un'Italia smarrita, un paese che rinnega se stesso e i propri padri fondatori. Ma perché abbiamo un cattivo rapporto con il movimento nazionale che diede origine allo Stato italiano? E per quale ragione ci sentiamo italiani, ma non cittadini di uno Stato nazionale? Emilio Gentile ripercorre un secolo e mezzo di storia italiana attraverso la lente del rapporto con il Risorgimento e nel confronto con le voci più autorevoli della storiografia italiana e straniera. Da una riflessione svolta senza retorica, senza condanne e senza apologie, emerge il ritratto realistico di un popolo continuamente oscillante fra euforia e depressione, orgoglio e avvilimento, presunzione di grandezza e complesso di inferiorità. Una comunità rissosa, incapace di accordarsi su cos'è l'Italia e cosa sono gli italiani.

  DAL TESTO – “L'Italia che realizzò il Risorgimento si proponeva tre obiettivi fondamentali: liberare l'italiano dalla servitù del dispotismo e del conformismo; conferirgli un senso della dignità come cittadino dello Stato nazionale.; affermare il merito e le capacità dell'individuo contro il privilegio di nascita e di casta. Un'aspirazione che si declinava con il sentimento del bene collettivo, motore essenziale del movimento nazionale per l'indipendenza e l'unificazione italiana, per divenire molto più tardi il fondamento ideale della cittadinanza repubblicana. Se oggi facessimo un sondaggio tra gli italiani, faticheremmo a trovare un nostro concittadino persuaso che questi valori siano prioritari presso la gran parte degli italiani. Quanti sono convinti che in Italia la libertà di coscienza, il senso della dignità e il rispetto del merito siano effettivamente i presupposti fondamentali della politica e della vita civile? Dov'è oggi la lotta al privilegio in un'Italia che diviene sempre più una «democrazia recitativa», come io la chiamo, che nella realtà sembra avviarsi a divenire un «nuovo ancien régime» con nuove gerarchie sociali, oligarchie ereditarie, nepotismo e conformismo? Per misurare la distanza che ci separa dai nostri padri fondatori potrebbe bastare l'etimo della parola Risorgimento: essa indica una resurrezione civile, una grande rinascita, la potente riscossa di un popolo oppresso da secoli di sudditanza”.

  L’AUTORE – Emilio Gentile, storico di fama internazionale, insegna Storia contemporanea all'Università di Roma La Sapienza. Nel 2003 ha ricevuto dall'Università di Berna il Premio Hans Sigrist per i suoi studi sulle religioni della politica. È autore di L'apocalisse della modernità. La Grande Guerra per l'uomo nuovo e Contro Cesare. Cristianesimo e totalitarismo nell'epoca dei fascismi.

  INDICE DELL’OPERA - Premessa - I. Un paese senza Risorgimento - II. Perché abbiamo un cattivo rapporto con le nostre origini - III. Una storia sbagliata. Revisionismi di destra e di sinistra - IV. Miracolo, fortuna, delirio intellettuale: i luoghi comuni dell’Unità - Gli autori - Indice dei nomi