La disUnione Sovietica Stampa E-mail

Giuseppe D’Amato

La disUnione Sovietica
Da superpotenza a periferia della globalizzazione

Greco & Greco Editori, pagg.228, Euro 12,00

 

damato__disunione  IL LIBRO – Il crollo dell'Unione Sovietica è stato uno degli eventi centrali del Ventesimo secolo. Ha rappresentato la definitiva conclusione della Terza guerra mondiale, ossia la Guerra Fredda, e la fine delle lotte ideologiche che hanno segnato tutto il Novecento. È stato anche un esempio per i popoli ancora oppressi, alla ricerca della libertà in altri continenti, nella nuova epoca della globalizzazione, come dimostra l’”inverno-primavera” arabi del 2010-2011.
  La Russia e le repubbliche ex sovietiche non sono più insieme una superpotenza planetaria come lo sono state per decenni. Dopo una transizione complessa Mosca si è riposizionata sullo scacchiere internazionale ed ha ricominciato a contare nei "salotti buoni" mondiali come potenza regionale in Europa ed in Asia. L'area post-sovietica è, invece, diventata teatro di scontro per il controllo delle enormi ricchezze energetiche. Le sue condotte corrono sia verso l'Europa che verso la Cina ed in futuro sotto al mar Nero, al Caspio e verso l'India attraverso l'Afghanistan.
  L'autore del volume ricostruisce le principali dinamiche successive al 1991 in quest'area cruciale per l'Occidente, mentre grandi specialisti come l'italiano Sergio Romano, l'americano Richard Pipes ed il russo Andrej Rjabov forniscono fondamentali chiavi interpretative.

  DAL TESTO – “Il Cremlino rimane […] il punto di riferimento nel suo "cortile di casa" che invero appare diviso in tre macro-aree: quella europea che mira ad una maggiore integrazione con l'Unione europea se non all'adesione; quella caucasica alla ricerca del giusto equilibrio tra Est ed Ovest; quella asiatica compressa tra l'emergente Cina e i sussulti della turbolenta fascia islamica che va dall'Iran al Pakistan passando per l'Afghanistan.
  “La grande novità è che il Polo russo, soprattutto ad occidente, ha trovato un concorrente temibile nell'Europa unita, che ha letteralmente rivoluzionato la geopolitica continentale. Negli anni Novanta in Caucaso ed in Asia centrale è andata in onda una versione aggiornata del "Grande Gioco" di ottocentesca memoria con gli Stati Uniti che hanno tentato di infilarsi nello spazio ex sovietico per controllare i ricchi giacimenti di materie prime. Con lo scoccare del nuovo secolo è comparsa sulla scena la Cina, che ha influenzato la direzione dei gasdotti ed oleodotti in costruzione.
  “Le "rivoluzioni colorate" di ispirazione bushiana hanno regalato sonore delusioni a chi ha sperato in un'accelerazione dei cambiamenti socio-economici già in corso. Diretta loro conseguenza sono state spesso le innumerevoli guerre del gas e del petrolio: la posizione geografica è diventata quasi più rilevante dello stesso possesso dei giacimenti.”

  L’AUTORE – Giuseppe D'Amato, storico, giornalista, editorialista. Accreditato presso i ministeri degli Esteri russo ed ucraino, è iscritto all'AIS (l'Associazione italiana slavisti). È autore di diversi saggi, tra cui Sočinenija italjantsev o Rossii konca XV-XVI vekov, Mosca 1995; Viaggio nell'Hansa baltica, Greco&Greco, 2004; L'EuroSogno e i nuovi Muri ad Est, Greco&Greco, 2008. Internet: www.europarussia.com.

  INDICE DELL’OPERA - Prologo – Introduzione - La superpotenza retrocessa (Primi passi nell’economia di mercato - Nasce il capitalismo alla russa - Dal potere dei Soviet alla Russia contemporanea - Dal Pc a Russia Unita - L’agognata capitale - 2008: il ritorno alla realtà - Lo sfruttamento del lavoro - La disperazione del piccolo business - I giovani ed il loro futuro - Oligarchi come famosi calciatori - Imprenditrici rosa. Anche senza scorciatoie - Società in discesa - Donne in difficoltà - La pecularietà del “khalim”! - La ferita del Caucaso - Zakhar Prilepin: Russia a rischio decomposizione - Meglio con i Soviet?) - CSI, ieri ed oggi (Il duro risveglio del ’92 - L’elettrico primo decennio nel nuovo secolo - Il radicalismo religioso - La pericolosa ferita infetta afghana - Da Via della Seta a via della Droga - L’ossessione del nuovo “tubo” - Migrazioni di massa - Alla ricerca delle proprie radici storiche - Il lento distacco dal comune passato sovietico - L’eredità dei conflitti congelati o quasi) - Le europee. Verso l’integrazione continentale (Ucraina, un Paese in eterna transizione - La rivoluzione arancione - Janukovich: l’uomo degli oligarchi - La città della Flotta - Crimea: l’irrisolta questione tatara - L’inferno delle miniere - Bielorussia, un “supportato” off-shore - La macabra eredità di Cernobyl’ - Moldova, i giovani in subbuglio) - Le caucasiche. Complessi equilibrismi tra Est ed Ovest (Il rompicapo del Caspio - La risorgente Turchia - L’olocausto impunito - Armenia, resistere! - Azerbaigian, il “Kuwait”, per ora, mancato - Una marea di profughi - La Georgia e la sua parcellizzazione - 2008, il doloroso divorzio russo-georgiano) - Le asiatiche. Tra Cina, Islam ed Occidente (Moderni khanati: «Tengo famiglia!» - L’esplosiva valle di Ferghana - Xinjiang, la spina nel fianco di Pechino - Il popoloso Uzbekistan - Adolescenti nelle piantagioni - L’Aral e la grande sete - Kirghizistan, la scommessa persa - Kazakhstan, dove va il gigante? - Astana: la “Brasilia” della steppa - Turkmenistan, il culto degli eccessi - Tagikistan, in lotta contro la miseria) - Cronologia principale - A colloquio con Richard Pipes: La natura “matrigna” della Russia; Sergio Romano: La Russia, l’ex Urss e la globalizzazione; Andrej Rjabov: A difesa dello status quo nello spazio ex sovietico - Dati economici