Il nemico di tutti Stampa E-mail

Daniel Heller-Roazen

Il nemico di tutti
Il pirata contro le nazioni

Quodlibet, pagg.296, Euro 22,00

 

heller-roazen_nemico  IL LIBRO – Secondo una celebre affermazione di Cicerone, esistono nemici con i quali si può negoziare, e con cui, ove le circostanze lo consentano, si può stabilire una tregua; ma esiste anche un nemico con il quale i trattati restano lettera morta, e la guerra continua senza fine: questi è il pirata, che gli antichi giuristi consideravano «il nemico di tutti». A partire dalla descrizione ciceroniana dell’avversario, questo libro ricostruisce il mutevole ruolo che la figura del pirata ha svolto nel pensiero giuridico e politico dall’antichità al medioevo, e dall’età moderna alla contemporaneità. Oggi, come sostiene Heller-Roazen, il pirata costituisce la chiave del paradigma contemporaneo dell’avversario universale, persona giuridica e politica di carattere eccezionale, né criminale né nemico, che dimora in una regione extraterritoriale. Contro tale avversario gli Stati possono combattere battaglie straordinarie, implementare strategie politiche e giustificare misure militari in nome della prosperità e della sicurezza.
  Attingendo ai diversi materiali di numerose discipline – dal diritto alla storia, dalla teoria politica alla letteratura –, Il nemico di tutti fa emergere il paradigma coerente che definisce l’atto di pirateria. Questo «paradigma piratico» consiste nella compresenza di quattro elementi: una regione al di fuori della giurisdizione territoriale; operatori che non possono essere ricondotti a uno Stato costituito; il collasso della distinzione fra categorie criminali e politiche; infine, la trasformazione del concetto di guerra. Quando sentiamo parlare di regioni che si trovano «oltre i confini della legge», nelle quali vengono perpetrati, «contro l’umanità», atti di «indiscriminata aggressione», dobbiamo cominciare a riconoscere che siamo di fronte ad atti di pirateria. Dopo essere stato spesso considerato un personaggio del lontano passato, il nemico di tutti è oggi più vicino a noi di quanto si possa pensare. Anzi, forse non è mai stato così vicino.

  DAL TESTO – “Si è spesso osservato che il diritto internazionale accorda un ruolo speciale alla terraferma. Nelle prime pagine del Nomos della terra, Carl Schmitt sostiene ci siano delle buone ragioni perché debba essere così: a esser precisi, tali ragioni sono tre, ed esse, secondo Schmitt, hanno assicurato una posizione decisiva al territorio nella tradizione giuridica. Com'egli fa notare, la terra può essere coltivata; è per questo motivo che può diventare oggetto di rivendicazioni esclusive di possesso e di proprietà. Il terreno, inoltre, esibisce linee di demarcazione geografica fisse e visibili, come crinali, faglie e fiumi; queste assicurano che il territorio possa essere stabilmente diviso fra coloro che lo occupano. Da ultimo, Schmitt evidenzia come la terra garantisca il «saldo suolo» per costruzioni d'ogni sorta: «recinzioni e delimitazioni, pietre di confine, case ed altri edifici». Esistono perciò degli ottimi incentivi a dominarla. Schmitt pone in netto contrasto le porzioni asciutte del globo con quelle liquide. I mari non si possono coltivare; sono privi di stabili linee di divisione; inoltre, per natura, non si prestano a divenire le basi di solide costruzioni architettoniche. Di qui l'«antico, pio orrore verso i mari» che si può ancora rilevare nelle più antiche opere letterarie e nella Bibbia. Nella quarta egloga, Virgilio profetizzò che «in un'età futura e felice, non ci saranno più viaggi per mare», e, osserva Schmitt, «in un testo sacro della nostra fede cristiana, l'Apocalisse di san Giovanni, leggiamo della nuova terra, purificata dal peccato, che su di essa non vi sarà mare». La rivelazione sull'isola di Patmos parlava di un mondo di terraferma e null'altro: «E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più».”

  L’AUTORE – Daniel Heller-Roazen, professore di letteratura comparata a Princeton, ha tradotto in inglese di Giorgio Agamben, autore di Fortune's Faces: The Roman de la Rose and the Poetics of Contingency (The Johns Hopkins University Press 2003), Echolalias: On the Forgetting of Language (Zone Books 2005), The Inner Touch: Archaeology of a Sensation (Zone Books 2007), The enemy of all: Piracy and the Law of Nations (Zone Books 2009). In italiano sono stati pubblicati da Quodlibet: Ecolalie. Saggio sull’oblio delle lingue e Il nemico di tutti. Il pirata contro le nazioni.

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione - I. Al di là del confine - II. Voci di scomparsa - III. «I sentieri dell'acqua» - IV. Catture - V. Fra monarchi e fuorilegge - VI. Traversate - VII. Per mare - VIII. Dialettica dei lupi di mare - IX. Antichi nemici - X. Giovani antagonisti - XI. Il diritto dei cammelli del mare - XII. Delle gabbie di ferro e degli U-boot - XIII. Giustificare l'umanità - XIV. Terra e mare - XV. Nei cieli - XVI. Verso la guerra perpetua - Note – Bibliografia - Indice analitico