I campi dei vinti Stampa E-mail

Paolo Leone

I campi dei vinti
Civili e militari nei campi di concentramento alleati in Italia (1944-46)

Edizioni Cantagalli, pagg.200, Euro 16,00

 

leone_campi  IL LIBRO – Più di cinquantamila civili e militari sottoposti per mesi (alcuni per due interi anni) a una brutale limitazione della libertà, concentrati in campi di internamento insufficienti nelle strutture sanitarie, nell'alimentazione, nella tutela della dignità umana. Questa la realtà dei ''campi dei vinti'', quei campi di concentramento realizzati in Italia fra l'estate del 1943 e la primavera del 1946 nei quali furono rinchiusi dagli Alleati e senza processo decine di migliaia di fascisti o presunti tali.
  Per la prima volta di questo tema si parla a livello scientifico, sulla base di documentazione archivistica italiana e britannica. Da Padula, in provincia di Salerno, a Collescipoli (Terni), da Coltano (Pisa) a Laterina (Arezzo), da Miramare (Rimini) a Taranto, Paolo Leone ha tracciato una sorta di geografia del reticolato, senza dimenticare le decine di campi di transito dove venivano ammassati centinaia di prigionieri destinati, nel migliore dei casi, ad altri campi definitivi, ovvero agli improvvisati tribunali del popolo, che provvedevano a esecuzioni sommarie.
  Un saggio ampio e originale che fa luce sulle normative giuridiche e sulla vita quotidiana nei campi di internamento, sulle violenze cui furono sottoposti tanti italiani rei di avere combattuto dalla parte dei ''vinti'', che divennero così la base di consenso del neofascismo italiano.

  DAL TESTO – “Dal punto di vista storico, l'analisi di queste vicende non è soltanto importante in sé, come qui si è cercato di dimostrare, ma anche in un discorso di prospettiva. Infatti sarebbe inconcepibile spiegare il successo che ebbe, solo dopo venti mesi dalla conclusione della guerra civile, un partito come il Movimento sociale, se non si tenesse conto del trauma prodotto dal lungo tempo trascorso da tanti suoi aderenti nei campi di concentramento. È accertato che il partito neofascista si strutturò grazie al contributo dei prigionieri non cooperatori provenienti dai campi di concentramento in Africa, in India, in Gran Bretagna e negli Stati Uniti e a quello dei reduci dai campi di concentramento in Italia. Furono loro a costituire la prima base di consenso e di attivismo del partito della Fiamma.
  “Coltano, Padula, Collescipoli, Laterina - ma anche Hereford, Zonderwater, Yol, e cioè i più noti fra i campi per non cooperatori - hanno costituito il punto di legame fra l'esperienza del fascismo e della Rsi con quella del neofascismo; in particolare, le scelte sofferte, le umiliazioni, le condizioni poco umane, le punizioni subite nei campi di concentramento hanno contribuito a creare nel neofascismo la convinzione che la guerra non fosse affatto conclusa ma che si dovesse continuare un percorso politico nel segno della coerenza verso gli ideali che avevano ispirato quelle scelte.”

  L’AUTORE – Paolo Leone è cronista del telegiornale di una emittente romana. Ha collaborato con diversi periodici e quotidiani locali. È fra gli autori del libro a più mani Napoli nella seconda guerra mondiale (2006).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione, di Giuseppe Parlato – Premessa – I. Il concentramento dei civili - II. I campi per i civil POW - III. Il concentramento dei militari - IV. I campi per i militari - V. Conclusioni – Appendice. Notizia sull'internamento a Padula. Memoria di Riccardo Del Giudice - Indice dei nomi