Classe dominante Stampa E-mail

Angelo M. Codevilla

Classe dominante

Grantorino Libri, pagg.130, Euro 20,00

 

codevilla_classe0001  IL LIBRO – Angelo Codevilla spiega come la classe bipartitica statunitense di potenti e cortigiani si sia formata, come stia cambiando l'America, come una parte del paese voglia liberarsene. Fondati proprio sull'idea dell'uguaglianza, gli Usa hanno sempre generato ricchezze smisurate, mai una classe dominante . La classe sociale che oggi si considera tale ha la pretesa di mettere in discussione le premesse fondamentali dell'America, sostenendo che il popolo non è in grado di gestire la sua vita, per questo ci vogliono degli esperti, loro: uomini della politica, del big business, dell'università. Gli Americani stanno imparando, stupefatti, ciò che in Europa è prassi: il merito sostituito dalla cooptazione, gli uomini veri dai cortigiani, lo Stato debordante, ipocrita. Questo sentire di popolo è ancora confuso, non organizzato, sa ciò che non vuole (l'attuale classe dominante), ciò che vorrebbe (riappropriarsi delle proprie vite), ma non "come" raggiungere la libertà a cui anela.

  DAL TESTO – “Mentre la classe dominante ha impartito lezioni e cercato di persuadere così tanti paesi stranieri a riformarsi sul suo modello, talvolta immischiandosi violentemente nei loro affari, i suoi membri non hanno mai smesso di scusarsi con i destinatari delle loro prediche perché l'America stessa non è all'altezza dell'immagine che la classe dominante le ha imposto di avere. Woodrow Wilson iniziò questo doppio gioco nel 1919: da una parte assicurava ai popoli d'Europa che l'America gli aveva assegnato il mandato di esigere il loro consenso all'articolo X del trattato di pace (ossia l'articolo che istituiva la Società delle Nazioni), mentre dall'altra giurava e spergiurava al popolo americano che l'articolo X rappresentava una richiesta non negoziabile degli europei. Grazie al controllo delle comunicazioni transatlantiche via cavo da parte delle autorità statunitensi fu possibile tenere nascosto (almeno per qualche tempo) il fatto che il piano di creare la Società non era che il sogno privato dei progressisti americani.
  “Ai tempi nostri, questo doppio gioco si presenta con cadenza quotidiana nei notiziari serali. A esempio, il presidente Obama si è scusato con gli europei perché «gli Stati Uniti non hanno saputo rispettare l'impegno» di ridurre, tassandole, le emissioni di anidride carbonica. In realtà il popolo americano non ha mai assunto un impegno del genere, e continua a non volerlo fare. Obama, quindi, non si stava scusando per qualcosa che egli (o i suoi simili) aveva fatto; viceversa egli stava accusando i suoi compatrioti di non fare quello che, a suo parere, doveva essere fatto, trascurando che i paesi europei avevano sì tassato le emissioni, ma non avevano ottenuto riduzioni degne di nota. Wilson, per così dire, ha colpito ancora.”

  L’AUTORE – Angelo Codevilla nasce a Voghera nel '43, a 13 anni emigra negli Stati Uniti, diventa ufficiale di marina, opera nelle forze speciali dell'Intelligence, prende il dottorato in filosofia, entra nel Corpo Diplomatico. Riceve incarichi dal Senato per la sovraintendenza dei bilanci militari, nel 1980 il Presidente Reagan lo incarica della "transition" del Dipartimento di Stato e della Cia. Insegna filosofia alla Georgetown University, quindi alla Stantford University, infine è professore di "International Relations" alla Boston University. È autore di una dozzina di libri tra i quali Informing Statecraft (1992), War Ends and Means (1989-2005), The Character of Nations (2009), Advice to War Presidents (2009). Ha tradotto in inglese il "Principe" di Macchiavelli. Con la moglie Ann, gestisce una vigna di uve regiate, in un terroir che ricorda il Piemonte, in Sierra Nevada (California).

  INDICE DELL’OPERA - Prefazione all'edizione italiana – Capitolo I. Una divisione lontana e profonda - Capitolo II. La classe dominante - Capitolo III. Potere e privilegio - Capitolo IV. La country class - Capitolo V. Rivoluzionari con un programma? - Capitolo VI. Come faremo? – Postfazione, di Alberto Mingardi - La Dichiarazione d'indipendenza - La Costituzione degli Stati Uniti d'America - Bibliografia