Un'arma poderosissima Stampa E-mail

Daniela Manetti

Un'arma poderosissima
Industria cinematografica e Stato durante il fascismo 1922-1943

Edizioni Franco Angeli, pagg.272, Euro 34,00

 

manetti_poderosissima  IL LIBRO – Il cinema in Italia è stato studiato nella sua evoluzione critico-estetica, come prodotto intellettuale e nella sua importanza sociale quale oggetto di consumo e nuova forma di spettacolo e di intrattenimento legata alla nascita del tempo libero, nonché come mezzo di comunicazione di massa o "deposito" di memoria. Alcuni saggi vanno attribuiti anche a giuristi, soprattutto esperti di diritto pubblico dell'economia. A questi ambiti di ricerca e ai relativi approcci e metodologie sono sostanzialmente da ricondurre anche i diversi studi che, a partire dagli anni Cinquanta-Sessanta, si sono occupati degli aspetti economici del film o del cinema, spesso in prospettiva storica.
  Nell'ottica della storia economica, il volume ricostruisce le vicende dell'industria cinematografica italiana durante il fascismo e i suoi rapporti con lo Stato, per la rilevanza dei fattori politico-istituzionali e per il ruolo che questi ebbero nel ventennio e nella ripresa e nell'espansione economica del settore. La ricerca non si limita, però, alla legislazione incentivante: l'azione dello Stato è in quegli anni talmente pervasiva da richiedere la parallela considerazione di altri aspetti, dal controllo alla censura, dalla comunicazione alla propaganda. Aspetti che si intrecciano costantemente, facendo dell'industria cinematografica un settore al quale il regime dedicò particolare attenzione per la consapevolezza che il duce ebbe della potenza dell'immagine e del cinema come strumento fondamentale nell'organizzare il consenso e nell'autopromozione.

  DAL TESTO – "[...] il fascismo non significò soltanto un forte sviluppo industriale - 720 film realizzati dall'avvento del sonoro alla caduta del regime che andavano dalle commedie brillanti al fenomeno dei cosiddetti "telefoni bianchi", alle grandi opere trionfalistiche -, ma anche la nascita di enti e apparati ancora oggi esistenti, l'istituzione di princìpi legislativi, la formazione di autori e quadri attivi per molti anni e determinanti nel cinema del dopoguerra.
  "Fu un periodo di indubbio fervore, durante il quale - al di là dell'entusiasmo per il cinema sonoro e della retorica della "rinascita" - si cercò di mettere a punto "una matrice estetico-produttiva capace di funzionare sul lungo periodo. Si ricostruisce quasi da zero un patrimonio attoriale, si mettono alla prova nuovi modelli produttivi, si azzardano ipotesi di genere", anche se ciò talvolta avviene in maniera confusa e dispersiva o ammantato di enfasi fascista.
  "Si assiste, insomma, alla definizione di precise competenze e professionalità, di strumenti tecnicologici ed espressivi, di modelli teorici e stilistici che si dispiegheranno appieno con il neorealismo, riconosciuto il principale fenomeno cinematografico del dopoguerra occidentale, e ottenendo un consenso universale."

  L’AUTRICE – Daniela Manetti insegna Storia Economica e Storia dell'Impresa all'Università degli Studi di Pisa. I suoi interessi scientifici sono principalmente rivolti verso la finanza pubblica nell'Italia preunitaria; l'innovazione e il cambiamento tecnologico; la storia dell'industria e dell'impresa. Su questi temi vanta numerose pubblicazioni, fra cui La "civil difesa". Economia, finanza e sistema militare nel Granducato di Toscana (1814-1859) (Olschki, 2009).

  INDICE DELL’OPERA – Abbreviazioni – Ringraziamenti – Introduzione - Stato liberale e industria cinematografica: tra fisco e censura (Dai pionieri alla nascita del settore cinematografico; I primi rapporti con lo Stato: fisco e censura; Il conflitto mondiale e la cinematografia; La crisi dell'industria cinematografica e il difficile dopoguerra) - Dalla marcia su Roma al 1925 (Le condizioni del settore cinematografico nei primi anni del nuovo decennio; Un biennio di provvedimenti tributari. 1923-1924; Controllo e vigilanza) - Il consolidamento del regime e la svolta del 1925 in materia cinematografica: la nascita dell'Istituto L.U.C.E. e l'inizio della "propaganda sistematica" (Il monopolio dell'informazione: l'Istituto Luce; La propaganda e la crescita dell'Istituto) - Il sostegno all'industria cinematografica nazionale (1927-1942) (Dai provvedimenti a favore dell'esercizio ai provvedimenti per la produzione; La svolta istituzionale del 1934; Gli incentivi dal 1935 alla fine del regime) - "Lustro italico", apertura internazionale e rilancio turistico: la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia (1932) (Il Lido di Venezia e lo sviluppo complessivo della città; Una prestigiosa istituzione culturale: la Biennale; La Ia Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica; Le successive edizioni della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (1934-1939)) - Il Centro Sperimentale di Cinematografia (1935) (Il problema di una scuola nazionale di cinematografia; Luigi Chiarini e il C. S. C.) - Tra opere pubbliche, interventi urbanistici e cinematografia: la nascita di Cinecittà (1937) - Alcuni dati quantitativi - Una prospettiva comparata (Francia. I pionieri in difficoltà; Stati Uniti. Colossi imprenditoriali e potenza del mercato interno; Germania. "I forzati dell'anima"; Gran Bretagna. Alla mercè del parente americano; Russia. Arte e Stato; Qualche considerazione) – Conclusioni – Appendice. Principali interventi legislativi a sostegno dell'industria cinematografica nazionale - Nota bibliografica (Fonti - Letteratura) - Indice delle tabelle - Indice dei nomi