Quell'antica festa crudele Stampa E-mail

Franco Cardini

Quell'antica festa crudele
Guerra e cultura della guerra dal Medioevo alla Rivoluzione francese

il Mulino, pagg.520, € 30,00

 

cardini_festacrudele  IL LIBRO – Questo libro approfondisce il vasto tema della guerra non solo dal punto di vista dell’evoluzione tecnica e strategica ma anche e soprattutto da quello dell’ideologia e della mentalità: insomma della sua «cultura». Com’era, quale posto aveva nella vita delle società, come la vivevano gli uomini che la facevano e la subivano. Spaziando in un lunghissimo arco di tempo che va dall’Alto Medioevo alle soglie dell’età contemporanea, attraverso la lettura di una ricca e pittoresca galleria di testimonianze, letterarie e no, Cardini racconta di un mondo in cui la guerra era una presenza consueta eppure, in fondo, molto meno devastante di quanto saranno le guerre di un’epoca più «umanitaria» e pacifista qual è la nostra.

  DAL TESTO – “Ora, la guerra del lungo periodo fra XI e XVIII secolo sembra aver costantemente cercato (sia pure con qualche lunga parentesi, specie fra Cinque e Seicento) di non perdere di vista certi valori irrinunziabili, di rimaner circoscritta ai combattenti e alle ragioni per cui era di volta in volta scoppiata, di non coinvolgere la società nel suo complesso arrestandone tutte le funzioni vitali, insomma di autolimitarsi. Gli ideali cavallereschi prima, il diritto internazionale poi, la meditazione dei filosofi settecenteschi infine, sono stati tentativi differenti di umanizzare e limitare i conflitti, poiché era palese utopia l'evitarli del tutto e in tutto. Lo stesso tendere della guerra a trasformarsi in una sorta d'istituzione permanente, il suo «cronicizzarsi» pare aver condotto all'instaurarsi d'un equilibrio tra fattori demografici, sociali, politici, produttivi, religioso-mentali all'interno della società europea preindustriale. Il fenomeno della guerra totale è rimasto sostanzialmente estraneo a quel mondo, che anzi ha assistito, nel XVIII secolo, a un grande sforzo anche intellettuale per ulteriormente umanizzare e limitare i conflitti.
  “Senza dubbio, questa guerra misurata, combattuta magari anche con impegno ma senza passioni nel senso emozionale del termine, poteva sembrare a sua volta un fatto alienante se non addirittura immorale. E non era difficile proporre, attingendo alla storia o alla filosofia, dei modelli alternativi a questo «affare dei re». Si poteva ad esempio rivendicare un ruolo all'antico sogno irenistico, magari rivisitato in termini libertini. È quanto ad esempio faceva Donatien-Alphonse-François de Sade riproponendo il concetto di guerra come magnum latrocinium e rivendicando, nella Défense du crime, il diritto alla violenza privata, individuale, della quale la persona era stata espropriata in quanto lo stato se ne era impossessato.”

  L’AUTORE – Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze; è Directeur d’Études all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Con il Mulino ha pubblicato Castel del Monte (2000), In Terrasanta (2002) e Gerusalemme (2012).

   INDICE DELL’OPERA – Introduzione. La festa è finita: che la festa cominci! – Prefazione - I. Al tempo dei cavalieri - II. Monarchie feudali e comuni cittadini - III. «O maladetto, o abominoso ordigno...» - IV. Il «secolo di ferro» e il «secolo svedese» - V. Dal Sole di Versailles al filosofo di Sans-Souci - VI. «Bella vita militar...» - VII. Gli eserciti dell'ancien régime: istituzioni e strutture - VIII. Con la ruota, col compasso, col crogiuolo. La tecnologia dinanzi alla guerra - IX. Un'occhiata alla guerra sul mare - X. Controllare, delimitare, umanizzare - XI. Marte allo specchio - XII. La «guerra, giovane e fresca» o la «sporca guerra»? - Conclusioni – Note - Bibliografia - Indice dei nomi