Istanbul. Seduttrice, conquistatrice, sovrana Stampa E-mail

Franco Cardini

Istanbul
Seduttrice, conquistatrice, sovrana


il Mulino, pagg.336, € 16,00

 

cardini istanbul  IL LIBRO – Viaggiatori avveduti e turisti diligenti che mettete in conto di affidarvi, prima di partire, a voluminose guide: nelle mie intenzioni – e nelle mie speranze – l'ideale sarebbe che lasciaste da parte libri, guide e mappe e vi affidaste fiduciosamente a queste pagine. Certo, questa è la «mia» Istanbul. Non pretendo che diventi anche la «vostra»: mi basterebbe che quanto qui leggete vi aiutasse a trovarla.
  Istanbul, la Nuova Roma. Ma è Costantinopoli il suo vero nome, da sempre e per sempre. Un nome che evoca immagini mirabili: il sogno dell'Oriente, le lontananze che si profilano oltre il Bosforo e l'Anatolia. Le moschee, gli harem, i sufi danzanti, gli aromi dei bazar. Da mezzo millennio l'Europa identifica in quella sola città il prezioso anello di congiunzione tra l'Antichità perduta e la Modernità mai davvero raggiunta, tra il Levante e l'Occidente. Ancor oggi, dietro la megalopoli brulicante di vita, noi cerchiamo la città incantata, le tracce di un passato che ci appartiene.

  DAL TESTO – "E ora proviamo ad avvicinarla fisicamente, la gran Città: dalla terra attraverso le vie che la raggiungono provenendo dai Balcani e dalla «Turchia europea», l'antica gloriosa Tracia; dal Mar Nero e dal Mar di Marmara attraverso i varchi del Bosforo e dei Dardanelli; dal cielo, puntando dritto sui suoi minareti e quindi attraversando, dall'aeroporto Atatürk, i suoi quartieri settentrionali. Dal cerchio delle sue caotiche e iperabitate periferie dove lussuose residenze ipermoderne, grattacieli vertiginosi e miserabili bidonville coabitano e contrastano, fino al centro dei mosaici di Santa Sofia e dei padiglioni del Topkapı. E percorriamo da lì, da quel centro, il labirinto dei suoi quartieri ora sontuosi ora sordidi, in saliscendi o addirittura quasi sempre ripidi, dove con mirabile impudicizia ruderi romani, fatiscenti dimore ottomane di legno, superbi palazzi e postmoderni, talora improbabili edifici si alternano e si mischiano in un disordine che per spiegarci il suo significato avrebbe bisogno solo di una formula magica in grado di conferirgli un senso. Ma sarebbe una paradossale e contraddittoria formula magica, del tipo di quelle reperite in certi misteriosi manoscritti dei quali si parla nelle Mille e una notte: in grado di rendere immortale chi la pronuncia, ma dotata del potere di uccidere chiunque, appunto per pronunciarla, sia costretto a leggerla.
  "Ed eccola, Istanbul: caotica e rumorosa eppur fasciata dall'assordante silenzio delle sue pietre e dei suoi secoli; cupa sotto l'abbacinante sole meridiano che obbliga a chiudere gli occhi o a proteggerli dietro spesse lenti color verde o bruno; iridescente nella coltre della bruma che tanto spesso la fascia nei crepuscoli; luminosa di millanta luci nelle notti con e senza luna, con e senza stelle. Inutile illudersi di conquistarla: tutti coloro che lo hanno fatto o che ci hanno provato sono morti; ed è solo grazie alla loro morte che la loro stessa voce ci è giunta. Istanbul non si conquista: perché è lei la vera conquistatrice. Esiste solo un modo per impadronirsene. Lasciarsene impadronire.
  "Una città è come un testo che si può leggere in due modi: o affidandosi al filo del tempo, seguendone dunque lo sviluppo cronologico, alla maniera che in un modo o nell'altro - astuzie metodologiche e ornamenti stilistici a parte - viene rispettata nei libri di storia; o privilegiando la prospettiva dello spazio, illustrandone quindi la tassonomia urbanistica pur insistendo sulle successive stratificazioni che sono andate modificandola. Spazio e tempo sono realtà complementari e strettamente intrecciate fra loro: ciò non toglie tuttavia - e anzi, la sfida sta proprio qui - che fungano da reciproco inciampo qualora si tratti di dominarle contemporaneamente. Quando ciò accade si sceglie di affidarsi a un buon libro di storia nel primo caso, a una guida turistica seria (e ce ne sono) nel secondo."

  L'AUTORE – Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell'Istituto Italiano di Scienze Umane/Scuola Normale Superiore; è Directeur de Recherches nell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Con il Mulino ha pubblicato «Castel del Monte» (2000), «In Terrasanta» (2002), «Gerusalemme» (2012), «Quell'antica festa crudele» (2013) e «Alle radici della cavalleria medievale» (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Invito al viaggio e alla lettura. Una città nel mare della storia - I. Tra il mito e la storia, tra l'Oriente e l'Occidente (Bisanzio, Costantinopoli, Istanbul - La «Nuova Roma»: il sogno e il progetto - Un mosaico in Santa Sofia: i due fondatori) – II. I flutti del tempo contro il molo dell'eternità (Grazie alla Vergine e al fuoco greco - Tra infedeli, barbari ed eretici - Come la Fenice) - III. Falce di luna (La caduta di Costantinopoli: leggende, profezie, realtà - Il segreto del crescente lunare - Al-Fatih) - IV. La Città delle Città (Da Costantinopoli a Istanbul con Mehmet II - Il magnifico legislatore - Il harem e il Serraglio. Storie eccitanti, storie sconvenienti, storie sanguinarie...) - V. L'Europa, attrazione fatale (Tulipani al tramonto - Decadere o rinnovarsi? - Un'occhiata alla grande politica) - VI. Un caffè nel labirinto (Intermezzo ferroviario - I caffè, le musiche, gli esuli - Dall'autocrazia alla rivoluzione) - VII. Dai sultani alla repubblica laica, e chissà... (Bandiera verde, bandiera rossa - Ma la mezzaluna non tramonta - Capitale perduta, capitale per sempre) - Congedo. Istanbul à la carte – Ringraziamenti – Appendice - Nota fonetica – Cronologia – Carte – Glossario – Bibliografia - Indice dei nomi - Indice dei luoghi