Due anime Stampa E-mail

Maksim Gork'ij

Due anime
Traduzione e cura di Donatella Possamai


Il Poligrafo, pagg.72, € 7,23

 

gorkij dueanime  IL LIBRO – Scritto durante il primo conflitto mondiale, questo breve testo di Maksim Gor'kij, già noto in tutto il mondo per il romanzo "La madre" del 1907, venne pubblicato nel 1915 su «Letopis'», mensile letterario, scientifico e politico fondato da Gor'kij stesso alcuni mesi prima.
  In "Due anime", pubblicato per la prima volta in italiano, la guerra offre all'autore lo spunto per una serie di riflessioni - di straordinaria attualità - sui tratti peculiari della natura orientale e occidentale, europea e asiatica e sul loro combinarsi e contrapporsi nel popolo russo. «L'oriente, com'è noto, è la terra del predominio dei principi emozionali, sensuali, sui principi dell'intelletto, della ragione; preferisce la speculazione all'indagine, il dogma metafisico all'ipotesi scientifica. L'europeo è guida e padrone del suo pensiero; l'uomo orientale è schiavo e servo della sua fantasia».
  Gor'kij ricorre a esemplificazioni concettuali che estendono in modo sorprendente la loro validità sugli avvenimenti dei nostri giorni: «... ho tutte le ragioni per essere convinto che per i cittadini dell'Europa occidentale, amici e nemici nostri, il concetto di "patria" sia pregno di un contenuto maggiormente definito e reale di quello che vi ripone l'uomo russo, che non è né cittadino né padrone nel suo paese, ma semplicemente un abitante, sottoposto senza scampo alla volontà brutale del potere. [...] Acciocché i nemici esterni e - particolarmente pericolosi - quelli interni, non ci derubino, umilino, non ci calpestino, dobbiamo preoccuparci non della mistica "libertà ultima", ma della conquista dei più semplici diritti civili. Dobbiamo cercare di alfabetizzare il paese sia in senso letterale che politico, è necessario risvegliare ed educare nel paese la volontà di vita».

  DAL TESTO – "[...] l'Occidente conosce il Fato, lotta con sicurezza contro di lui e sentendosi chiamato alla vittoria sul Fato, gradatamente coinvolge in questa grande lotta anche l'Oriente. L'Occidente considera l'uomo il sommo fine della natura e lo strumento per mezzo del quale essa conosce se stessa, sviluppando all'infinito tutte le proprietà di questo strumento; per l'Oriente l'uomo di per sé non ha significato e valore.
  "Tentando di limitare una sensualità smisuratamente sviluppata, l'Oriente ha creato l'ascetismo, il monachesimo, l'eremitaggio e tutte le differenti forme di fuga dalla vita, di tetro rifiuto della vita. Il tabacco, l'oppio e altre droghe, il cui scopo è di acuire o sedare le emozioni, sono anch'essi prediletti dall'Oriente e dall'Oriente dati al mondo. Allo stanco ma sensuale uomo dei paesi orientali la vita terrena sembra illusoria, priva di senso, mentre la certezza della possibilità di un'altra esistenza dopo la morte lo induce a prepararsi già sulla terra per la quiete del paradiso, come facevano gli anacoreti della Tebaide, come fanno gli asceti dell'India e i nostri settari-mistici."

  L'AUTORE – Maksim Gor'kij, pseudonimo di Aleksej Maksimovic Peskov (Niznij Novgorod, 28 marzo 1868 - Mosca, 18 giugno 1936), è stato uno scrittore e drammaturgo russo. Di famiglia povera e orfano, in seguito alla morte della nonna, da cui aveva ereditato l'amore per la letteratura, viaggiò attraverso l'impero russo facendo i lavori più disparati. Questa esperienza diventò la materia dei suoi primi scritti. Nel 1902 Stanislavskij mise in scena a Mosca il suo dramma "Bassifondi" ispirato alla vita dei poveri vagabondi. Si avvicinò agli ambienti rivoluzionari, pubblicando racconti di carattere sociale. Coinvolto nei moti del 1905, fu arrestato e indotto all'esilio. Nel 1906 venne pubblicato il suo capolavoro, "La madre", da cui nel 1926 il regista sovietico Pudovkin trasse il suo omonimo film d'esordio. Emigrato in Italia, trascorse diversi anni a Capri, ospitò Lenin e organizzò una scuola di propaganda marxista. Fece definitivamente ritorno in Unione sovietica nel 1931, dove si dedicò all'educazione di nuovi scrittori. Tuttora è considerato uno dei più grandi cantori della rivoluzione proletaria, di cui descrisse con finezza le passioni e le speranze.

  INDICE DELL'OPERA – Anima e radice. Premessa, di Gianfranco Bettin - Due anime - Lettera ai lettori – Note - Il lungo volo della procellaria. Postfazione, di Donatella Possamai