Le tasse e la Chiesa Stampa E-mail

Carlo Di Pietro

Le tasse e la Chiesa

Edizioni Segno, pagg.56, € 5,00

 

dipietro tasse  IL LIBRO – Nella stesura di questo piccolo libro, l'autore ha voluto riportare alla luce tutte quelle indicazioni che tanti preti non sono più in grado di dare e che molte volte, proprio a causa di queste carenze, tanti fedeli sono lasciati soli nello sconforto a combattere spiritualmente contro un Stato tiranno e spesso ladro. Si era parlato qualche mese fa delle tasse, lo aveva proprio fatto il cardinal Bagnasco, che con le sue parole ha sconfortato tante persone cattoliche che non ce la fanno a pagare le tasse, quindi si adirano e perdono le staffe, casomai lanciandosi dal balcone o picchiano la moglie e i figli, oppure dandosi all'alcool.
  Il cardinal Bagnasco aveva affermato che non pagare le tasse è reato ma è anche peccato, invece il testo dimostra a caratteri più che enormi che questo non è assolutamente vero. [...]
  Il libricino riporta la dottrina cattolica, il catechismo e altri documenti, spiega bene quali sono i ruoli dei governati, quali quelli dei cittadini. Parla dei doveri dello Stato e di quelli di noi popolo, quindi istruisce anche sull'autodifesa che è assolutamente legittima quando si prende coscienza collettiva che lo Stato è ladro.
  La pubblicazione è coraggiosa e assolutamente non invoglia a delinquere, però mette alla luce tutte le verità scomode di cui i preti non parlano più, quindi fa capire che se uno non ha i soldi e non può pagare le tasse, non deve sentirsi in colpa e non ha bisogno neanche di confessarsi per quel peccato, dato che lo Stato tartassa più del dovuto, non contraccambia con onestà - efficienza, quindi non merita di ricevere quanto chiede scandalosamente, quindi non c'è peccato se uno non ha i soldi.
  Non pagare le tasse è reato ... ma è sempre anche peccato? Nel retro di copertina è riportata una frase di Leone 13°: "Siccome il diritto alla proprietà privata deriva non da una legge umana ma da quella naturale, lo Stato non può annientarlo, ma solamente temperarne l'uso e armonizzarlo col bene comune. È ingiustizia ed inumanità esigere dai privati più del dovere sotto pretesto di imposte" (Papa Leone XIII). Fonte: www.liturgiagiovane.it

  DAL TESTO – "È profondamente ingiusto e profondamente illegittimo pagare le tasse allo Stato in una moneta cartacea ed ancora di più scritturale, quella che risiede solo e soltanto nei bit dei computer delle banche commerciali e che vediamo stampata nei nostri conti correnti e depositi titoli.
  "Oggi non si emette un bel niente che abbia reale valore, dato che l'unica moneta emessa da Cesare - lo Stato - e quindi recante la sua effige, sono le monetine metalliche.
  "La carta moneta, quindi la meno usata delle tre forme esistenti di moneta, non può appartenere realmente ad uno staoto di Dio ma dato che è emessa da Mammona, di cui la BCE e le altre Banche Centrali sono espressione, assieme alle banche commerciali dove è depositata virtualmente la moneta scritturale, che non può essere altro che di proprietà di Mammona.
  "Mammona, oggi, possiamo anche chiamarla Matrice e, a ben vedere, la radice è la stessa: è, non a caso, la deformazione e la perversione dell'aspetto più vitale di Dio: quello di Madre.
  "Moneta che, quindi, appartiene a ciò che è radicalmente opposto a Dio: tanto è vero che, in altra occasione, Gesù ci dice: «[...] chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto. Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza chi vi affiderà quella vera? E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la Vostra? Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a Mammona», facendo intendere, se vogliamo forzare ed attualizzare il concetto, che fra la vera moneta e la speculazione basata su bit e carta straccia, c'è una bella differenza; spiegando altresì che Mammona, in sostanza, è Satana con tutte le sue diaboliche arti di seduzione, ma di lenta distruzione. Acciocché i farisei, attaccati al denaro, «ascoltavano queste cose e si beffavano di Lui»."

  L'AUTORE – Carlo Di Pietro (Potenza, 1976), giornalista e scrittore, docente in informatica e studioso di demonologia, è membro attivo della Milizia di San Michele Arcangelo dall'8 maggio 2002, data della rifondazione della stessa. Si occupa della progettazione e gestione di numerosi siti Internet cattolici, fra cui anche www.miliziadisanmichelearcangelo.org. È responsabile per la Basilicata del movimento No194, costituendo Comitato per l'abrogazione della legge in materia di aborto. Ha pubblicato, tra l'altro: "Il Burattinaio"; "Diavoli: come riconoscerli e proteggersi"; "Preghiere di guarigione psico-fisica e di liberazione dal demonio", volumi l e 2; "Tutto sui diavoli".

  INDICE DELL'OPERA – La tassazione iniqua e la Dottrina sociale della Chiesa sulle imposte - Benedetto XVI ed il prof. Giacinto Auriti. L'euro non vale niente? - Sulla moneta, sulle tasse e su "Mammona". Chi altri, se non Gesù, può farci veramente capire come stanno le cose? - Non pagare le tasse è reato, ma non è detto che sia peccato. Il cardinale Bagnasco ha sbagliato? - Le tasse, il Catechismo, i doveri dello Stato e quelli dei cittadini. Legalismo ed "Epikeia"