1915: l'Italia va in trincea Stampa E-mail

Gastone Breccia

1915: l'Italia va in trincea

il Mulino, pagg.309, € 24,00

 

breccia 1915  IL LIBRO – Nel ripercorrere la storia militare dei primi mesi della Grande Guerra sul fronte italo-austriaco, con la mancata irruzione oltre frontiera dell'ultima settimana di maggio e l'agonia delle battaglie di logoramento autunnali, il libro fa rivivere «in presa diretta» episodi noti e meno noti del conflitto. È così illuminata la condotta della guerra nella sua concreta realtà quotidiana: dalla brillante impresa degli alpini sul Monte Nero al sanguinoso fallimento della quarta offensiva sul fronte dell'Isonzo. Una disamina che non tralascia di considerare i mutamenti profondi nel morale e nello spirito di una generazione di soldati che persero le loro illusioni ma si trasformarono in un esercito capace di sopportare altri tre durissimi anni di guerra.

  DAL TESTO – "Mentre sorgeva l'alba del 24 maggio le sorti del nuovo fronte di guerra sembravano davvero appese a un filo: sull'Isonzo quasi cento battaglioni italiani di prima linea, appoggiati da 77 batterie d'artiglieria di vario calibro, si stavano mettendo in movimento contro meno di 30 battaglioni austro-ungarici che potevano contare sul sostegno di 25 batterie; e il rapporto di forze era anche più vantaggioso per gli attaccanti in altri settori di grande importanza strategica. Cadorna aveva ordinato di restare sulla difensiva alla 1a armata, schierata dallo Stelvio all'altopiano di Asiago; ma aveva anche indicato Dobbiaco come primo obiettivo strategico per la 4a armata del generale Nava, destinata a combattere sulle Alpi tra il Veneto e il Trentino, mentre i reparti del «Gruppo Carnia» del generale Lequio avrebbero dovuto assicurarsi il controllo dello spartiacque alpino dal monte Peralba al Lodin e «pronunciare una minaccia offensiva contro le truppe [nemiche] che da Tarvis scendessero su Caporetto».
  "Nei disegni di Cadorna, le operazioni in Trentino e in Carnia dovevano servire essenzialmente a tenere in apprensione il nemico, oltre che a mettere al sicuro da spiacevoli sorprese il fianco sinistro della massa d'urto italiana schierata sull'Isonzo. Si può quindi comprendere, anche se non scusare del tutto, una relativa disattenzione, nelle primissime fasi dell'offensiva, per i progressi fatti dalla 4a armata e dal «Gruppo Carnia»; ma il capo di Stato Maggiore non poteva ignorare come il successo della sua «spallata» verso oriente fosse legato all'immediato superamento delle difese nemiche sull'Isonzo, unica speranza di realizzare i piani tracciati sulle mappe, e quindi raggiungere la valle della Sava, convergere su Lubiana e minacciare Klagenfurt da sud. Nonostante i vantaggi del terreno e delle fortificazioni che era stato possibile completare fino al 23 maggio, il peso dei battaglioni della 2a e della 3a armata italiana avrebbe potuto essere sufficiente a travolgere gli austriaci, ancora decisamente inferiori di numero: ma era questione di giorni, se non di ore."

  L'AUTORE – Gastone Breccia insegna Storia bizantina nell'Università di Pavia. Con il Mulino ha pubblicato «L'arte della guerriglia» (2013) e «Le guerre afgane» (2014); con Mondadori «I figli di Marte» (2012), «La tomba degli imperi» (2013) e «Nei secoli fedele» (2014).

  INDICE DELL'OPERA – Premessa – Introduzione - I. La strana guerra di maggio (1. Le lacrime dell'imperatore - 2. Un matrimonio d'interesse - 3. «Una notte piena di stelle» - 4. Il primo giorno - 5. La prima settimana - 6. L'altro lato della collina) - II. Fuoco, pietra, spine (1. Teoria e prassi dell'attacco frontale - 2. Prima vittoria - 3. Sul Carso - 4. Sul medio Isonzo - 5. Il secondo assalto - 6. Sulle Dolomiti - 7. Le altre dimensioni della guerra) - III. Morire con metodo (1. «Una giornata fallita» - 2. Riempire i vuoti - 3. Il piano di battaglia - 4. «Con una sola e ardente volontà» - 5. Una guerra a parte - 6. Morte di un reggimento, agonia di un esercito) - IV. Il destino di una generazione (1. «Una pazienza atroce» - 2. Gli «eletti» nella terra di nessuno - 3. Uomini smarriti in una terra desolata) - Post scriptum – Note - Nota bibliografica