Lo scudo di Cristo Stampa E-mail

Gastone Breccia

Lo scudo di Cristo
Le guerre dell'impero romano d'Oriente
(IV-IX secolo)


Laterza, pagg.V-419, € 25,00

 

breccia scudo  IL LIBRO – Le possenti mura di Costantinopoli hanno arginato per secoli le ondate di nemici che insidiavano l'Europa cristiana. Le armate dell'impero romano d'Oriente si erano trasformate nello scudo di Cristo: questa è la storia della loro lunga lotta, fino alla vittoria.
  L'impero romano d'Oriente visse suo malgrado per oltre mille anni in uno stato di guerra continua. La sua capitale Costantinopoli, la splendida 'regina delle città', non smise mai di attirare conquistatori avidi di preda dai quattro angoli del mondo: Goti, Unni, Slavi, Avari, Persiani, Arabi, Bulgari...
  L'impero, spesso sull'orlo della disfatta, riuscì sempre a trovare la forza necessaria per rialzarsi dopo le sconfitte. Aveva ereditato da Roma antica uno dei più potenti eserciti della storia: attraverso molti cambiamenti organizzativi, strategici e tattici, fu comunque in grado di mettere in campo armate capaci di respingere le continue invasioni. Il libro ripercorre i primi turbinosi secoli di questa storia, dalla disfatta di Adrianopoli del 378, che costrinse Teodosio I a riformare l'intero sistema difensivo imperiale, fino alle vittorie sugli Arabi e sui Bulgari, che nel IX secolo restituirono alla Nuova Roma uno spazio di dominio nei Balcani e in tutto il Mediterraneo orientale. Vengono analizzate sia la strategia dell'impero che le tattiche di combattimento, spesso all'avanguardia, delle sue armate, nonché la loro organizzazione, legata ad aspetti cruciali della vita sociale ed economica dello Stato.
  Al riparo dello scudo bizantino ebbe modo di prosperare e svilupparsi l'Europa latina: che però non riconobbe mai ai fratelli d'oriente il merito di aver difeso con il proprio sangue la pace di tutta la Cristianità.

  DAL TESTO – "Quella di Leone III fu una vittoria tattica navale, dunque ottenuta grazie al «fuoco liquido», ma anche una spettacolare vittoria strategica ottenuta grazie a Costantinopoli, tornata ad essere - come era già accaduto nel 626 e nel 678 – obiettivo capace di catturare la mente del nemico, indirizzandolo lungo una strada che portava alla dissipazione di risorse immense, e quindi al disastro. La cinta muraria eretta da Teodosio II era stata ancora una volta il robustissimo scudo della Cristianità: c'è anzi da dubitare, nonostante l'enfasi posta dal basileus e dal patriarca Germano nel celebrare la vittoria, che abbia mai corso seriamente il rischio di essere violata dagli Arabi. Le fortificazioni della capitale erano troppo solide per i mezzi ossidionali dell'epoca: solo la sorpresa, il tradimento o la fame avrebbero potuto mettere in pericolo Costantinopoli. Non aveva dunque senso portare decine e decine di migliaia di uomini sotto le sue mura: per muovere un esercito di quelle dimensioni si rinunciava alla possibilità di cogliere impreparata la guarnigione, ma se non si riusciva ad attaccare la città anche dal mare la superiorità numerica perdeva d'importanza, e finiva per causare difficoltà logistiche insormontabili, come aveva dimostrato il terribile inverno del 718.
  "Per la seconda volta in meno di un secolo la popolazione di Costantinopoli rese grazie a Dio e alla sua Madre senza peccato, che l'avevano protetta dagli assalti degli infedeli. I vincitori scrivevano la storia: apparizioni, miracoli e tempeste assumevano neIIa memoria collettiva un ruolo determinante, perché gli imperatori dovevano essere ricordati come strumento della Provvidenza, e i trionfi militari come prova della legittimità del loro potere. Leone III aveva conquistato il trono da ribelle, ma adesso poteva guardare con più fiducia al futuro. I Bulgari erano suoi alleati, anche se il confine del regno del khan Tervel era pericolosamente vicino alla capitale; gli Arabi erano stati dispersi oltre l'orizzonte. In autunno la sua sposa Maria gli diede un figlio maschio, battezzato col nome di Costantino: nasceva una nuova dinastia. Forse, dopotutto, non era il peggiore dei mondi possibili."

  L'AUTORE – Gastone Breccia è ricercatore di Civiltà bizantina presso l'Università degli Studi di Pavia. Negli ultimi anni si è dedicato alla ricerca in campo storico-militare anche al di fuori dell'ambito della bizantinistica. Esperto di teoria militare, di guerriglia e controguerriglia, ha condotto ricerche sul campo in Afghanistan (2011) e Kurdistan (Iraq e Siria, 2015). È membro del direttivo della Società Italiana di Storia Militare (SISM) e collaboratore fisso della rivista "Focus Wars". Tra le sue più recenti pubblicazioni: "I figli di Marte. L'arte della guerra a Roma antica" (Mondadori, 2012); "L'arte della guerriglia" (Il Mulino, 2013); "La tomba degli imperi" (Mondadori, 2013); "Le guerre afgane" (Il Mulino, 2014); "Nei secoli fedele. Le battaglie dei Carabinieri 1814-2014" (Mondadori, 2014); "1915. L'Italia va in trincea" (Il Mulino, 2015); "Guerra all'Isis. Diario dal fronte curdo" (Il Mulino, 2016).

  INDICE DELL'OPERA - Premessa. In difesa della Nuova Roma - I. Salus Orientis («Prima caligine tenebrarum» - Difesa in profondità - Il sistema teodosiano alla prova) - II. L'arte della sopravvivenza (Barbari dentro e fuori i confini - Vecchi nemici - La tempesta - La pace possibile) - III. «Renovatio imperii» (I nuovi guerrieri dell'impero - La prima guerra di Giustiniano - Trionfo in Africa - Sulle mura della prima Roma - La distruzione del regno dei Goti - Il prezzo della gloria) - IV. Sull'orlo dell'abisso (Ammutinamento - La strategia della sopravvivenza: «adattarsi al nemico» - Un imperatore senza fortuna) - V. Il nuovo Davide («L'abominio della desolazione» - Guerrieri di Cristo - «Il pericolo non sarà senza ricompensa» - Il trionfo della Croce) - VI. Sotto il segno della spada (La «spada di Dio» - La fine dell'impero mediterraneo - Il bastione d'Europa) - VII. Spezzare l'assedio (Il peggiore dei mondi possibili - «Fuoco liquido» e segni divini - Il trionfo di Costantino V) - VIII. Guerra permanente (Un fragile equilibrio - I guardiani delle frontiere - La lancia di Krum) - Conclusione. La dolcezza della pace - Note - Bibliografia scelta - Indice dei nomi - Indice dei luoghi