Il mondo alla rovescia Stampa E-mail

Giangiacomo Nardozzi

Il mondo alla rovescia
Come la finanza dirige l'economia


il Mulino, pagg.183, € 12,00

 

nardozzi rovescia  IL LIBRO – La finanziarizzazione dell'economia e l'abuso dello strumento monetario, vale a dire l'enorme influenza delle banche e dei banchieri centrali l'esigenza di muovere verso una maggiore responsabilizzazione dei governi che devono improntare la gestione dell'economia a una visione meno miope.
  Troppa finanza nel mondo?
  Un OGM ipersviluppato rispetto alla sua naturale funzione di servizio dell'economia: è la finanza oggi. Gli enormi danni arrecati dalla crisi hanno richiamato l'attenzione sugli effetti di questa mutazione genetica: maggiore insicurezza economica e fragilità finanziaria, più diseguaglianza, meno crescita. Che fare? Più che complicare le regole va ridotta l'alimentazione della finanza attraverso l'eccessivo ricorso a manovre monetarie per governare l'economia. Va rilanciata alla politica la palla che, abdicando a propri compiti, ha passato alle banche centrali, sovraccaricandole di responsabilità.

  DAL TESTO – "E la crisi ha imposto interventi monetari riparatori di eccezionale portata e persistenza che hanno ridato fiato alla finanza più che all'economia, con nuove bolle che già fanno capolino. Sembra di rivivere ben più in grande l'esperienza, poi finita male, di Greenspan. In buona sostanza, le banche centrali divenute indipendenti dal governi nel senso auspicato da Friedman sono ormai troppo dipendenti dalla finanza che hanno, volenti o nolenti, alimentato. L'instabilità proveniente dalla tendenza a espandere i deficit pubblici per interessi politici è stata cacciata dalla porta: si è imposta l'idea di contenere, o quasi azzerare, l'espansione a debito dello stato. Ma dalle finestre lasciate aperte è entrata una forma di instabilità ben più perniciosa, quella sistemica della finanza. Per evitare rischi su questo fronte, le banche centrali debbono essere molto caute nelle restrizioni monetarie che possono provocare turbolenze sui mercati e, al contempo, essere pronte a drastiche manovre espansive ai primi cenni di svolta. Una generalizzazione forzata della «Greenspan put» - del gioco a «testa o croce» truccato a favore della finanza - che ha raggiunto il suo acme in seguito alla crisi."
  "Neanche il vecchio Rothschild avrebbe potuto sperare nella disponibilità di tanta moneta quanta ne è stata prodotta dalle banche centrali per la risoluzione della crisi e la cura delle sue conseguenze. Era in effetti impensabile, ai suoi tempi e persino una trentina di anni fa, che strumenti così complessi per il trattamento del rischio venissero inventati e penetrassero nella gestione delle banche fino a poterne paralizzare le funzioni essenziali. Eppure è successo, costringendo le banche centrali a inusitate immissioni di liquidità, per due motivi."

  L'AUTORE – Giangiacomo Nardozzi è docente di Economia monetaria al Politecnico di Milano. A lungo editorialista del «Sole 24 Ore» è autore di numerosi scritti in tema di sviluppo economico, finanza e governo della moneta. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo, per Laterza, «Il futuro dell'Italia. Lettera ai piccoli imprenditori» (2010) e «Miracolo e declino. L'Italia tra concorrenza e protezione» (2004).

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Troppa finanza - II. Poca trasparenza, molti profitti e «cigni neri» - III. Gli effetti di una mutazione genetica - IV. Il sogno del vecchio Rothschild - V. Il potere delle banche - VI. Sovranità dei mercati? - VII. Regole, regole, regole - VIII. Un'eterna rincorsa - IX. Il (troppo) governo dei banchieri centrali - X. Una morale, una speranza - Letture consigliate