Il gergo militare in Italia Stampa E-mail

Sante Pagano

Il gergo militare in Italia
Le parole dei soldati dalla prima guerra mondiale ad oggi


Casa Editrice Le Lettere, pagg.105, € 14,50

 

pagano gergomilitare  IL LIBRO – Questo volume di Sante Pagano, un ufficiale di carriera laureato in Lettere presso l'Università di Messina, si riferisce a un terreno linguistico che a tutt'oggi non è stato molto indagato: le parole gergali create dai nostri soldati in guerra e in guarnigione, a partire dal Regio Esercito fino alle attuali partecipazioni armate nelle missioni di pace sotto l'egida dell'ONU. Per la prima volta il gergo militare viene analizzato in maniera sistematica sul piano storico e linguistico - in particolare quello della Grande Guerra - con riferimento, da un lato, alla tradizione critica degli studiosi del settore e, dall'altro, all'evoluzione dello spirito militare dei soldati nelle diverse contingenze.
  Il gergo militare non ha alle sue spalle una lunga storia. Né può essere diversamente se si pensa che anche un esercito italiano unitario nasce solo nel passato recente. Solo nel primo Novecento, con la guerra mondiale, le conseguenze della militarizzazione di massa - e soprattutto della prolungata assenza di centinaia di migliaia di individui dall'ambiente nativo - si fanno sentire in modo apprezzabile sulla lingua italiana.
  Per la lunga durata delle operazioni guerresche, e per l'inevitabile ricaduta di esse nella società civile, il gergo militare si apre, per dir così, alla lingua corrente: termini vivi fino ad allora solo nel recinto di una caserma si fanno strada lentamente anche nel repertorio di utenti comuni. Si verifica allora un fenomeno comune anche ad altre lingue speciali, più antiche e più ricche di tradizione (come il linguaggio medico o quello burocratico): il parlante interiorizza e usa correntemente voci ed espressioni di cui non sempre avverte l'origine settoriale. Termini come imbranato e manfrina sono usati da molti, ma la loro provenienza gergale è avvertita da pochi.
  La mescolanza di giovani provenienti da ogni parte d'Italia ha favorito anche un altro processo: di pari passo con l'annacquamento dei rispettivi dialetti originari, si è persa la matrice regionale originaria di numerose voci militari, che hanno presto circolato di caserma in caserma senza alcuna residua connotazione geografica.

  DAL TESTO – "Certo, se si va a cercare nelle caserme un gergo innestato sulla lingua italiana non si trova, né potrebbe trovarsi, considerata la recente formazione dell'esercito e l'elevatissimo tasso di analfabetismo. Per contro, non dovrebbe apparire improbabile la presenza di numerosi termini gergali creati sui dialetti, magari a carattere effimero e locale, poco attestati, ma di cui sono chiari indizi quei pochissimi che si sono salvati italianizzandosi e passando definitivamente nella lingua comune come, per esempio, abboffarsi, naja, lavativo. C'è da osservare poi che, per quanto pochi, i termini gergali rimastici hanno, quale segno di distinzione sociale, una valenza connotativa tanto più marcata quanto più eterogenea era la composizione del gruppo sociale che li usava. Termini come cicchetto, firma, imbranato, lasciare la stecca, naja, ghirba, pompare, ramazza, traducono una differenza del gruppo militare rispetto al resto della società che si perpetua e rinnova da sempre.
  "Sul piano delle spinte creatrici sono esclusi sia motivi di difesa che di segretezza, ma sono anche pochissimi i semplici motivi di gioco. Non sembrano esserci nemmeno motivi di coesione interna, e tanto meno di distacco verso i superiori, come parimenti verso gli ambienti esterni, per quanto definiti "civili" o "borghesi"."

  L'AUTORE – Sante Pagano, ufficiale di Cavallerìa, laureato in Lettere, è autore di numerosi interventi su riviste militari e quotidiani sulle problematiche socio-politiche militari. Dello stesso autore: "L'ironia socratica (alla luce di recenti studi)", 2009.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione - Premessa - 1. Introduzione: finalità e metodologia (1. Un problema linguistico - 2. Storia della questione - 3. Metodologia - 3.1. Il problema bibliografico - 3.2. Il problema semantico - 3.3. L'analisi etimologica) - 2. Linguaggio speciale o gergo? (1. Cosa si intende per gergo: origini e definizioni - 2. I diversi punti di vista - 2.1. Il problema sociologico - 2.2. Il problema linguistico - 2.3. Conclusioni riassuntive) - 3. Analisi etimologica e linguistica dei termini e delle espressioni gergali (1. Le prime parole gergali - 2. Il gergo della prima guerra mondiale - 2.1. I segni di distinzione sociale nel gergo di guerra - 2.2. Le spinte creatrici - 2.3. Le funzioni comunicative - 2.4. La fenomenologia linguistica - 3. Il gergo della seconda guerra mondiale - 4. I gerghi in alcuni settori particolari - 4.1. Il linguaggio dei prigionieri di guerra - 4.2. Il gergo del Battaglione alpino "Susa" - 4.3. Il gergo delle Accademie Militari - 5. Il gergo nelle caserme dopo le guerre - 6. Gergalismi nelle recenti "missioni di pace") - Conclusioni - Glossario ragionato delle parole gergali - Bibliografia