Totalitarismo. Un regime del nostro tempo Stampa E-mail

Domenico Fisichella

Totalitarismo
Un regime del nostro tempo


Casa editrice Pagine / I libri del Borghese, pagg.344, € 19,50

 

fisichella totalitarismo  IL LIBRO – Questo libro ha una lunga storia, con nuove edizioni e ristampe di volta in volta aggiornate, nel 1976, nel 1978, nel 1987, nel 1992, nel 1994, nel gennaio e poi nel giugno 2002. Il testo riproposto oggi, nella collana "Biblioteca di storia e politica", dalle Edizioni Pagine è quello del 2002, con la relativa Premessa e con l'omissione dell'indice dei nomi, determinata dal cambiamento del numero delle pagine nell'attuale versione editoriale.
  Va detto che da metà 2002 ad oggi sul piano concettuale, definitorio e categoriale non sono intervenuti in dottrina elementi cosi significativi da esigere modifiche nell'impianto dell'opera. Due punti merita peraltro richiamare, con riferimento all'applicazione della nozione di totalitarismo ad altrettante realtà concrete, una storicamente conclusa e una ancora in essere.
  La prima riguarda il Ventennio fascista italiano, e la sua classificazione, secondo l'Autore, nella categoria dei regimi autoritari e non totalitari. In merito, in opposizione alla sua tesi, formulata e articolata in tutti i suoi nodi e passaggi cruciali già nella prima edizione, anno 1976, intenso è stato il fuoco di fila polemico di qualche versante della storiografia più incline a un impianto narrativo e impressionistico che analitico e comparativo. Peraltro, una risposta della scienza politica non è mancata. Così, Gianfranco Pasquino nel 2002 scrive che «attraverso una convincente procedura argomentativa, segnalando somiglianze e differenze con accurata descrizione dei caratteri fondamentali e fondanti dei regimi totalitari, Fisichella perviene a una conclusione largamente condivisibile. Il fascismo fu un regime autoritario di mobilitazione, ma non riuscì mai ad andare oltre quello stadio. Anzi, a un certo punto, dopo neppure un decennio di esistenza, si accontentò di convivere con istituzioni che non aveva potuto/saputo né distruggere né fascistizzare - monarchia, chiesa, forze armate, burocrazia statale, industriali - perfezionando, si potrebbe dire, una configurazione autoritaria classica» (Totalitarismo, ieri e oggi, in "La Rivista dei Libri", luglio-agosto).

  DAL TESTO – "Secondo la Arendt, pochissime sono le forme di governo adottate dagli uomini nel corso della loro storia; inventate nella più remota antichità, sono state classificate dai Greci e si sono rivelate straordinariamente longeve. «Se si considerano tali invenzioni, la cui idea fondamentale, malgrado le molte varianti, non è cambiata nei due millenni e mezzo che separano Platone da Kant, si è tentati di interpretare il totalitarismo come una moderna forma di tirannide», cioè un governo senza legge che ha come principio di azione la paura, paura del popolo nei confronti del governante e di questo nei confronti del popolo.
 "In pratica, tuttavia, il regime totalitario realizza un tipo di governo completamente originale, in quanto esso ha demolito l'alternativa su cui si sono basate tutte le definizioni dell'essenza dei governi nella filosofia politica, e cioè l'alternativa tra governo legale e governo illegale, tra potere arbitrario e potere legittimo. Da una parte, infatti, la noncuranza del totalitarismo per tutte le leggi positive, comprese quelle da esso stesso promosse e prodotte, implica la convinzione di poter fare a meno di qualsiasi consensus iuris; per un altro verso, tuttavia, tale regime né opera senza la guida di una legge né è soggettivamente arbitrario, «perché pretende di obbedire rigorosamente e inequivocabilmente a quelle leggi della natura o della toria da cui si sono sempre fatte derivare tutte le leggi positive»."

  L'AUTORE – Domenico Fisichella, professore ordinario di Dottrina dello Stato e di Scienza della Politica, ha insegnato nelle Università di Firenze, Roma Sapienza e Luiss. Senatore per quattro legislature, ministro per i Beni culturali e ambientali, vicepresidente del Senato per dieci anni, membro del Consiglio scientifico della Treccani per dodici anni, medaglia d'oro ai Benemeriti della Cultura, Scuola e Arte, suoi lavori sono tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese, ungherese e rumeno.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa 2015 - Premessa 2002 – I. Il problema della "novità" (1.1. Un'analisi tipologica - 1.2. Genesi della nozione - 1.3. Confusione concettuale - 1.4. Delimitazione "in negativo" - 1.5. Quid novi?) – II. La potenza è triste (2.1. Il terrore come "principio politico" - 2.2. Nemico oggettivo e delitto possibile - 2.3. Tortura e polizia segreta - 2.4. Processi e confessioni - 2.5. Universo concentrazionario e "morte della morte") – III. Stato e rivoluzione permanente (3.1. Razionale o irrazionale? - 3.2. Mutamento totale e nichilismo al potere - 3.3. Istituzionalizzare il disordine - 3.4. Partito e sovversione - 3.5. Regime autoritario post-totalitario? - 3.6. Oltre la legalità) – IV. Trasformazione della società (4.1. Organicismo e problema del cambiamento - 4.2. Pluralismo sociale e regime autoritario - 4.3. Mobilitazione totale e società di massa - 4.4. Conflitto e gruppi - 4.5. Contro i "luoghi" delle libertà - 4.6. Burocrazia, produzione, tecnologia - 4.7. Nazional-socialismo e borghesia: una discussione) - V. La questione del consenso (5.1. Totalismo e totalitarismo - 5.2. L'appello al popolo - 5.3. Caratteri della propaganda - 5.4. Dinamismo ideologico - 5.5. Il problema del capo) – VI. Riflessioni su due casi (6.1. Codicillo sul fascismo - 6.2. La Cina è vicina) - Conclusione - Nota bibliografica