Ascesa e declino dell’Unità d’Italia Stampa E-mail

Domenico Fisichella

Ascesa e declino dell'Unità d'Italia

Casa Editrice Pagine / I libri del Borghese, pagg.197, € 17,00

 

fisichella ascesa  IL LIBRO – Durante il Risorgimento non sono mancate proposte di costruzione dello Stato nazionale mediante forme di federalismo per aggregazione, che però non potevano avere successo per ragioni storico-politiche che il presente volume richiama. Il Regno d'Italia nasce così come Stato unitario, e affronta le grandi sfide della prima metà del XX secolo: due conflitti mondiali, depressione economica, crisi della democrazia, Regime fascista. Con il secondo dopoguerra la Repubblica percorre la strada di un regionalismo che mostra crescenti cedimenti verso un federalismo per disaggregazione, in una stagione ove più che mai alla Nazione serve coesione istituzionale e civile per operare come soggetto credibile nella scena europea e globale.

  DAL TESTO – "Parliamoci chiaro. Il modo più facile per far dimenticare e sottovalutare o camuffare le miserie e le inettitudini del presente consiste nel denigrare indiscriminatamente il passato, senza analisi, senza riflessione, senza considerazione del contesto in cui questo o quell'evento si è verificato. Sembra facile, e ci sono sempre i camerieri della intellighenzia pronti all'opera. Ma poi c'è la percezione del presente, che per quanto camuffato mostra sempre le sue crepe e le sue pochezze. E allora nulla rimane per orientare costruttivamente il futuro. Non il passato, che viene distorto e degradato, non il presente, che non piace. L'avvenire si tinge di nichilismo. Brutto segno, per le sorti di un popolo. L'eccesso della pluralità, infatti, finisce per diventare licenza sul plano etico e civile, anarchia sul piano politico e sociale. Insomma, disordine. E nel disordine i prepotenti (dell'economia, della finanza, dei gruppi di pressione e intimidazione) prevalgono sui deboli, le regole sono pervertite, il populismo esonda e inonda. E tuttavia esso, destrutturante ma fine a se stesso, non è la soluzione: è destinato ad essere ridimensionato e assorbito se il sistema politico ha ancora capacità di recupero, in caso contrario prepara al peggio, e sempre il cosiddetto popolo è condannato a lasciarvi le penne."

  L'AUTORE – Domenico Fisichella, professore ordinario di Dottrina dello Stato e di Scienza della Politica, ha insegnato nelle Università di Firenze, Roma Sapienza e Luiss. Senatore per quattro legislature, ministro per i Beni culturali e ambientali, vicepresidente del Senato per dieci anni, membro della Commissione bicamerale per la riforma costituzionale, componente il Consiglio scientifico della Treccani per dodici anni, medaglia d'oro ai Benemeriti della Cultura, Scuola e Arte, editorialista per decenni di importanti quotidiani ("La Nazione", "Il Tempo", "Il Sole 24 Ore", "Il Messaggero"), è autore di studi tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese, ungherese e rumeno.

  INDICE DELL'OPERA – Premessa - I. Nenni e Togliatti sul regionalismo - II. Regioni e proporzionalismo - III. Sistema partitico e problemi istituzionali - IV. Un compito comune: la questione nazionale - V. Intermezzo personale - VI. Le responsabilità del centro-sinistra - VII. I pericoli della "devoluzione" - VIII. Verso la dissoluzione istituzionale - IX. Tre sfide per l'Italia - X. Una riforma sbagliata - XI. Vittorio Emanuele III: quali errori? - XII. Da Caporetto a Peschiera – Conclusione - Nota bibliografica