La guerra contro Annibale Stampa E-mail

Appiano di Alessandria

La guerra contro Annibale
Introduzione, testo, traduzione e commento a cura di Nicola Biffi


Edizioni dal Sud, pagg.288, € 18,00

 

appiano annibale  IL LIBRO – Appiano è stato a lungo giudicato uno storico di secondo o di terz'ordine; e ciò, almeno per il libro su Annibale, quando lo si ponga a confronto con le parallele narrazioni di Polibio e Livio, è incontestabile. Da qualche tempo, invero, si manifesta in alcune frange della critica la tendenza a rimuovere il severo ma motivato giudizio; ma a tal fine non è sufficiente che a volte il libro fornisca informazioni, alcune anche di un certo interesse, non reperibili presso altre fonti. Infatti, la loro qualità dipende – giova ripeterlo – da quella intrinseca dell'autore del quale Appiano ha in mano l'opera, qualunque sia la determinazione con cui poi ne manipola i dati, forte dell'ottica e della sensibilità propria e dei tempi in cui scrive; ché di certo non avrà voluto ridursi al rango del mero compilatore che si limita a sunteggiare del tutto asetticamente i testi da cui attinge.

  DAL TESTO – "Alla disfatta di Canne, invece, Appiano dedica ben ventiquattro paragrafi (85-108) perché "straziante ancor oggi" (§ 129); ed è uno spazio enorme in confronto a quello riservato agli altri fatti d'arme che poi passa in rassegna, sebbene non contenga dettagli di un certo interesse che siano stati omessi da altri storici. Anzi! Non dà modo di accertare nemmeno se allo scontro prese parte direttamente il giovane Scipione - allora un semplice tribuno militare -, il quale si sarebbe messo in mostra per aver risollevato dallo scoramento i propri commilitoni scampati all'eccidio e rifugiatisi a Canosa (una versione che in ogni caso è contraddetta al § 114, dove tale compito è attribuito allo stesso Varrone). E, di nuovo, un silenzio strano, che rende lecite due possibili interpretazioni affatto simmetriche: si cela dietro Appiano una fonte non molto sbilanciata in favore dell'Africano e poco propensa a esaltarne anche le gesta giovanili (se mai ne avesse seguito l'ascesa fin dagli esordi)? O, di contro, una interessata a nasconderne il coinvolgimento diretto in un evento che, comunque egli vi si fosse comportato, poco giovava alla sua fama di militare che non era mai uscito sconfitto da una battaglia in cui avesse combattuto? Né appare meno sorprendente che, a fronte della commossa rievocazione della caduta di Petelia dopo una disperata resistenza all'assedio di Annibale (§§ 123-127), non vi si trovi almeno quella della subitanea defezione di Capua; infatti, per sapere che c'è stata, bisogna attendere che se ne racconti la riconquista, avvenuta cinque anni dopo, per mano dei consoli Appio Claudio Pulcro e Quinto Fulvio Flacco."

  L'AUTORE – Appiano (gr. ᾿Αππιανός, lat. Appianus), storico greco (n. Alessandria 95 d. C. circa); al tempo di Adriano ebbe in Roma la cittadinanza romana, sotto Marco Aurelio e Lucio Vero fu avvocato del fisco. Compose verso il 160 una Storia romana (῾Ρωμαϊκά), che, con altre opere minori relative all'età imperiale, costituiva un corpus di 24 libri, comprendenti la storia di Roma dalla fondazione alla morte di Traiano. Ne sono conservati, oltre ad estratti, fatti in età bizantina, 11 libri, e cioè la Guerra iberica, la Guerra annibalica, la Guerra libica, la Guerra illirica, la Guerra siriaca, la Guerra mitridatica, e (in 5 libri) le Guerre civili. La materia è raggruppata in gran parte secondo un criterio etnografico. Più che vero storico, A. si rivela un compilatore; ebbe a disposizione molte fonti, ma cadde frequentemente in errori. Per alcuni periodi tuttavia la sua opera è un documento prezioso. (fonte: treccani.it)

  IL CURATORE - Nicola Biffi ha condotto le sue ricerche presso il Dipartimento di Studi Classici e Cristiani, poi confluito nel Dipartimento di Scienze dell'Antichità e del Tardo Antico dell'Università di Bari. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni che svariano dalla puntuale analisi di singoli passi e libri della Geografia di Strabone (il suo terreno privilegiato di indagine) a rapide incursioni nel campo della letteratura greca e latina (note su Licofrone, Diodoro Siculo, il romanzo greco, Plauto, Terenzio, Catone il Vecchio, Varrone, Sallustio, Comelio Nepote, Virgilio, Orazio, Livio, Lucano, Petronio). Si è occupato anche di questioni di storia e storiografia antica (saggi su Filisto, Messala Corvino, Plutarco, Appiano, L'Indiké di Arriano, la Vita Hadriani nell'Historia Augusta, il separatismo gallico del III secolo d.C.). Per Edizioni dal Sud ha pubblicato L'Africa di Strabone (traduzione e commento del libro XVII della Geografia); De Situ Iapygiae (traduzione e commento) di Antonio de Ferrariis detto il Galateo; "Modelli agonistici di Magna Grecia e Sicilia" (schizzi biografici di atleti locali); "Scampoli di Mithridatika nella Geografia di Strabone".

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - Scheda biografica di Appiano – 'Αννιβαϊκή / La guerra contro Annibale – Note – Abbreviazioni – Bibliografia - Indice dei nomi