I non luoghi dell'inumano Stampa E-mail

Manuel Rossini

I non luoghi dell'inumano
Maschera e catastrofe: sulle tracce di Ernst Jünger


Ombre Corte Edizioni, pagg.128, € 10,00

 

rossini nonluoghi  IL LIBRO – Ernst Jünger (1895-1998) è una delle personalità più controverse, complesse e suggestive del pensiero e della letteratura del XX secolo. Pensatore e romanziere dell'estremo, scavezzacollo dello spirito, a suo agio tanto in trincea quanto nella sua biblioteca, Jünger ha esercitato una forte fascinazione sul lettore, conducendolo oltre i consueti confini dell'"umano", oltre quella maschera e quella catastrofe che è stato il XX secolo. Sullo sfondo di un mondo dominato dalla tecnica, dove è sempre più difficile distinguere l'artificiale dal naturale, l'umano dall'inumano, l'autore suggerisce l'urgenza di una riflessione antropologica che, sulle tracce di alcuni temi centrali del pensiero jüngeriano, ponga al centro della propria attenzione i vecchi e i nuovi nodi problematici che caratterizzano la condizione umana del nostro secolo.
  "Rossini con questo volume – scrive Luigi Iannone nella Prefazione - compie un'operazione autenticamente importante perché [...] innerva all'interno della lunga elaborazione filosofica di e su Jünger dei punti nobilitanti che sempre però riconnette a un autonomo processo speculativo e non alla mera ermeneutica. In altre parole, tenta di indicare una via oltre che di approfondire dei testi."

  DAL TESTO – "Avventurarsi nei boschi senza una "bussola" e senza un "arsenale" (spirituale) adeguato, può essere fatale. L'imboscato, tuttavia, per quanto può essere disorientato, non procede mai alla cieca o a tentoni. Egli sa dove va, egli conosce la strada del bosco e sa che per arrivare al centro di esso si deve percorrere il sentiero della morte e dell'annientamento. Sa che in questo caso il "perdersi" è in realtà un "ritrovarsi". È qui la superiorità dell'imboscato, che si dà alla macchia consapevole della propria "morte mistica" e della possibilità della rinascita da questa morte. L'anarca difetta dell'esperienza della "coesistenza", l'unica esperienza che permette l'integrità e la libertà interiore, poiché c'è libertà solo nella relazione, fisica, sociale o spirituale che sia. Anzi, la libertà dello spirito trova il suo correlato solamente nell'altro e nella sua azione, conforme, appunto, alla libertà dell'altro. Se non c'è relazione, non c'è nemmeno ordine, bensì dis-ordine: divisione, separazione e allontanamento dall'ordine, sia interno che esterno. È solo in questo ordine che l'uomo riconosce la sua libertà e la sua integrità, è solo in questo ordine che l'imboscato (e perfino l'anarca) trova la sua strada. Tra anarca e imboscato, una volta riconosciuta l'esigenza dell'azione, non corre più una grossa differenza e, a tratti, sembra che lo stesso Jünger se ne sia accorto. Il suo tempo, tuttavia, che in gran parte è anche il nostro, ha giocato un ruolo determinante nell'evoluzione di pensiero dell'ultimo Jünger."

  L'AUTORE – Manuel Rossini (Jesi, 1979) è docente incaricato di filosofia presso il Dipartimento di Filosofia e l'Istituto di Sociologia dell'Albert Ludwigs Universität di Freiburg i. Br. (Germania). Tra le sue pubblicazioni: "Karl Löwith: la questione antropologica. Analisi e prospettive sulla "Menschenfrage"" (Armando Editore, 2009); e, con Luca Montanari, "L'ambivalenza della modernità. Karl Löwith, Rudolf Bultmann e i fondamenti cristiani dell'Occidente" (Trauben, 2014). Ha curato il carteggio tra Karl Löwith e Leo Strauss, "Oltre Itaca. La filosofia come emigrazione. Carteggio 1932-1971" (Carocci, 2012).

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Luigi Iannone – Avvertenza – Introduzione. Un autore che fa (ancora) problema - Capitolo primo. La nuova unità "spazio-tempo-azione" - Capitolo secondo. Il potenziale della ribellione e della resistenza - Capitolo terzo. Spartakus e la rivolta: Furio Jesi ed Ernst Jünger – Conclusione. Attualità di Jünger e inattualità del (nostro) tempo – Poscritto. Democrazia, nuovi media ed "estetica" dell'inutile - Bibliografia