La memoria e il perdono Stampa E-mail

Massimo Vita

La memoria e il perdono
La Bosnia ed Erzegovina tra verità e riconciliazione


Besa Editrice, pagg.90, € 12,00

 

vita memoria  IL LIBRO – "La Bosnia ed Erzegovina era, in piccolo, una sintesi della Federazione Jugoslava. Crocevia di culture e religioni, linea di demarcazione tra Occidente e Oriente, tra Cristianesimo e Islam, tra Cattolicesimo e Ortodossia, un mosaico di tradizioni che per quasi cinquant'anni ha convissuto pacificamente nell'intento di sviluppare quella terra dove ogni cittadino, ogni jugoslavo, si sentiva eguale e aveva uguali diritti ovunque egli avesse scelto di vivere".
  "La memoria e il perdono" è un racconto storico-sociale, un reportage, quasi il romanzo di un paese, la Bosnia, costruito scavando nella memoria per arrivare al perdono. Un racconto che mette al centro gli uomini, la loro umanità, la loro memoria, la loro vita straziata e la loro resistenza. La resistenza civile, umana, non quella armata, ma quella dello scoprirsi vivi giorno dopo giorno.

  DAL TESTO – "La Jugoslavia di Tito, riconoscendo le differenze, le fece dialogare tra loro, le fece incontrare (in un certo senso, ne facilitò l'incontro), le legittimò con pari dignità e così le differenze diventarono un arricchimento e quegli anni assicurarono un periodo di pace. La Repubblica Popolare di Bosnia ed Erzegovina (da ora in avanti semplicemente Bosnia, per brevità) è stata, per molti versi, il cuore della Jugoslavia, sia geograficamente sia culturalmente e, infine, anche idealmente. La diversità etnica era la sua ricchezza e la sua peculiarità: nel suo territorio vivevano serbi, croati, bosgnacchi, ebrei, rom, albanesi e varie altre minoranze, tra le quali anche una italiana di origine trentina. La diversità etnica, tuttavia, non comportava una divisione territoriale, perché i diversi gruppi nazionali erano indissolubilmente intrecciati nella loro distribuzione geografica, in particolare nei centri urbani; non esisteva neppure lontanamente un'idea di separazione sociale, in quanto l'umanità (intesa come estensione di uomini), sviluppata all'interno di una comunanza storica, linguistica e culturale, in Bosnia ha dato luogo al paradigma bosniaco dell'unità nella diversità (ujedinjeni u različitosti), diverso, anche se non troppo, dal motto della Jugoslavia di Fratellanza e Unità (Bratstvo i Jedinstvo)."

  L'AUTORE – Massimo Vita è scrittore, fotografo, cooperante e operatore umanitario. Ha vissuto e lavorato in diverse parti del mondo, dall'Argentina alla Bolivia passando per l'India, lo Sri Lanka e il Kenya. È autore dei reportage "Don't forget Sarajevo! La Bosnia vent'anni dopo"; "Bolivia. Dove il Che conquistò l'immortalità"; "Kibera, la baraccopoli dove i bambini sorridono"; "Le statue che camminano dell'isola di Rapa Nui"; "Perché il Kosovo rimane uno Stato incompiuto"; "Sri Lanka, dieci anni fa la tragedia dello tsunami" e "Una città fantasma nel cuore dell'Anatolia" pubblicati su "il Reportage". Ha scritto i libri per ragazzi "Quel filo rosso" e "Il mercato del mondo".

  INDICE DELL'OPERA – Prologo – Jugoslavia - La guerra! - Memoria e resistenza umana – Dayton – Perdono - Quale futuro? - Bibliografia