10 luglio 1943. L'assalto degli Alleati alla Sicilia Stampa E-mail

Calogero Carità

10 luglio 1943
L'assalto degli Alleati alla Sicilia
La Josse Force USA attacca Licata
Seconda edizione aggiornata


Ass. Cult. "Ignazio La Spina" / La vedetta, pagg.399, € 18,00

 

carità 10luglio  IL LIBRO – 73 anni fa, la notte del 10 luglio 1943, una immane flotta anglo-americana di 2.590 navi di ogni tipo e grandezza, scortate da un numero impressionante di incrociatori e cacciatorpediniere dalle potenti bocche di fuoco, si presentò davanti alle coste sud-orientali della Sicilia. Era il "D-Day" del Piano "Husky", il giorno dell'attacco alla Sicilia contro le forze italo-tedesche, che porterà, dopo vent'anni di incontrastato regime, alla caduta del Fascismo e da lì a poco all'armistizio dell'8 settembre. Le forze armate italo-tedesche, certamente impreparate a sostenere uno scontro che si rivelerà presto smisurato per l'enorme potenziale di uomini, armi modernissime e mezzi messi sul campo dagli Alleati, cercarono, sacrificando migliaia di uomini, di arginare l'avanzata delle forze nemiche, coscienti ormai di non poterle ricacciare più sulle loro navi. Il bagnasciuga del patrio suolo italiano che Mussolini aveva dato come invulnerabile, era stato, invece, violato.
  Il compito di invadere la Sicilia fu affidato al XV gruppo d'armate il cui comando venne assegnato al generale britannico Harold Alexander, mentre il comando delle Forze Alleate nel Mediterraneo fu assegnato al generale americano Dwigth David Eisenhower. Il XV gruppo comprendeva la 7° Armata americana, al comando del gen. George Smith Jr. Patton, e la 8a Armata britannica, al comando del gen. Bernard Law Montgomery.
  La 7a Armata di Patton aveva avuto assegnata la costa sud orientale dell'isola, compresa nel Golfo di Gela, che andava da Scoglitti a Gela e a Licata, l'8a Armata britannica la parte orientale, da Pachino e Siracusa, ossia la zona compresa nel golfo di Noto.
  La campagna di Sicilia impose un elevato tributo di sangue alle forze angloamericane: circa 22.000 tra morti, feriti e dispersi, più 20.000 ammalati di malaria. I tedeschi subirono circa 10.000 perdite, tra morti e prigionieri e gli italiani ebbero circa 5.000 morti e oltre 116.000 prigionieri.
  La 3a Divisione di fanteria, al comando del maggiore generale Lucian K. Truscott, che sbarcò su quattro distinte spiagge di Licata, ebbe un ruolo fondamentale per la conquista occidentale dell'isola. Licata, che ospitò il comando della 3° Divisione di Fanteria, fu la prima città liberata dagli americani a passare sotto l'amministrazione dell'Amgot che si occupava della gestione degli affari civili e fu pure la prima città, liberata dai simboli e dai motti fascisti, ad avere un sindaco e una giunta democratica.
  Queste vicende l'autore riesce a ricostruire puntualmente attingendo al Piano "Husky", ai diari delle unità di combattimento americane e ai documenti dell'epoca dell'archivio storico del Comune di Licata.
  Scrive il Prof. Francesco Vecchiato, docente di Storia contemporanea presso l'Università di Verona, nella Prefazione: "la monografia di Calogero Carità, frutto di un grande amore per la propria terra, ma anche di uno forse ancora più intenso per la verità storica, ci consente di prendere contatto con un vissuto, che si sta provvidenzialmente allontanando sempre di più dal nostro orizzonte, ma che non dobbiamo dimenticare soprattutto quando affiori in noi qualche incertezza nei confronti dell'Unione Europea, entità miracolosamente sorta dalle ceneri del secondo conflitto mondiale e dalla caduta del muro di Berlino. Nel 1945, propiziato dallo sbarco in Sicilia del 10 luglio 1943, cadeva uno dei due imperi del male, responsabili del martirio dell'Europa nel secolo. L'altro sarebbe caduto il 9 novembre 1989."

  DAL TESTO – "[...] gli Alleati sino all'8 settembre non si comportarono affatto da "liberatori". La Sicilia era stata attaccata ed occupata come terra nemica e soprattutto rappresentava l'avamposto del fascismo che bisognava distruggere».

  L'AUTORE – Calogero Carità è nato a Licata. Ha studiato al Liceo Classico "V. Linares" della sua città. Conseguita la maturità nell'a.s. 1966-67, ha seguito l'Università di Palermo e dopo la laurea in lettere si è trasferito a Verona dove ha insegnato italiano e latino al Liceo Scientifico Statale "G. Galilei". Nel 1988, a seguito di concorso nazionale per titoli e per esami, è stato nominato preside. Sino al 1996 ha diretto il Liceo Scientifico Statale "E. Medi" di Villafranca e sino al 2012 il Liceo delle Scienze Umane "C. Montanari" di Verona. Il 10 settembre dello stesso anno ha lasciato la scuola per raggiunti limiti di età. Dal 1970 si occupa di storiografia, archeologia e arte e vanta in questi settori numerose pubblicazioni. Dal 1971 al 2010 è stato socio della Società Siciliana per la Storia Patria di Palermo e ha contribuito alla fondazione dell'Associazione Archeologica Licatese, di cui è stato il primo presidente. Nominato nel 1972 ispettore onorario ai beni culturali, si è dedicato per più di vent'anni alla tutela del patrimonio artistico, storico, monumentale, archeologico e paesaggistico di Licata, ottenendo dal Comune la istituzione del Museo Archeologico e dalla Regione numerosi interventi di restauro di opere d'arte e monumenti licatesi. Bibliografo e studioso di bibliografia e biblioteconomia, ha curato il catalogo dei manoscritti e delle edizioni rare e di pregio della Biblioteca Comunale di Licata pubblicato in volume dall'editore Sellerio di Palermo. Tra i suoi interessi anche lo studio dell'architettura castellana siciliana in generale e dei castelli agrigentini in particolare, di cui ha curato un dettagliato inventario e vari studi monografici apparsi in volume e nella rivista dell'Istituto Storico e di Cultura dell'Arma del Genio. Giornalista pubblicista dal 1974, ha collaborato per anni con articoli e servizi al "Giornale di Sicilia" e a "La Sicilia" e a vari periodici e riviste anche a diffusione nazionale. Dal 1982 è direttore del mensile "La Vedetta" e dal 1997 presidente dell'Associazione Culturale "Ignazio Spina", che ha lo scopo di valorizzare la storia, la cultura, l'arte e la civiltà licatese e di ristampare tutte le opere di autori licatesi edite dal secolo XVIII in poi. Per la sua intensa attività di editore (ad oggi oltre 20 titoli di saggi su storia, arte e architettura), di studioso e di ricercatore (conta oltre 25 pubblicazioni) ha ricevuto numerose benemerenze: è stato premiato per la cultura nel 1972, nel 1975, nel 1978 e nel 1983 dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri; nel 1999 ha ricevuto ad Agrigento il prestigioso Premio "Telamone" e nel 2006 il premio Sikelè per la ricerca storica e l'attività giornalistica.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Presentazione - Introduzione - 1. Licata sotto il Fascismo - 2. Gli Stati Uniti abbandonano l'isolazionismo ed entrano in guerra - 3. Gli anni della guerra - 4. Il Piano Husky - 5. L'Amgot, ovvero il Governo degli Affari Civili dei paesi occupati - 6. 10 Luglio 1943: Assalto alla Sicilia - 7. Le forze contrapposte alla vigilia dello sbarco - 8. La Joss Force assalta Licata - 9. Ora "H": lo sbarco - 10. Gli accadimenti dell'immediato dopo sbarco a Licata - 11. La controffensiva delle forze dell'Asse su Licata - 12. Il Maggior Frank Toscani e il governo militare a Licata - 13. L'amministrazione militare del cap. Wendell Phillips. Fine del governo alleato in Sicilia (11 febbraio 1944) e ripresa delle epurazioni - 14. Frank Toscani - 15. John Hersey e "Una campana per Adano". Il romanzo, il film e il dramma di Osborn – Appendice - 16. John Hersey, Un maggiore americano porta la democrazia nel suo lavoro di amministrazione di una cittadina siciliana. Amgot al lavoro - 17. Le memorie del maggiore Frank Toscani, civil affairs officer a Licata (10 luglio-15 agosto 1943) - 18. Quelle stragi dimenticate - Bibliografia - Ringraziamenti - Album fotografico degli avvenimenti