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Giancarlo Mazzuca – Roberto Balzani

Amarcord Romagna
Breve storia di una regione (e della sua idea) da Giulio Cesare a oggi


Minerva Edizioni, pagg.256, € 15,00

 

mazzuca amarcord  IL LIBRO – Il racconto di una terra che si legge come un romanzo, tutto d'un fiato; e insieme i personaggi, i luoghi e i fatti che hanno reso la Romagna, regione "immaginaria" unificata dall'amministrazione solo ai tempi del cardinal legato di Ravenna e, più brevemente, dal prefetto napoleonico di Forlì, uno spazio della memoria collettiva efficace e condiviso come pochi altri nel Paese. Questo l'obiettivo di Balzani e Mazzuca, un professore di storia e un grande giornalista: stimolare un'opinione pubblica romagnola di massa, al di là dei municipalismi deteriori e delle divisioni della politica. E nello stesso tempo comunicare agli italiani lo strano tentativo, compiuto da un piccolo lembo di pianura padana, di compendiare in sé una sorta di storia concentrata della penisola, dai Galli a Cesare, da Giustiniano a Dante, da Machiavelli al Risorgimento, da Mussolini alla guerra mondiale. Un dado da brodo delle grandezze e delle miserie italiane. Con quale finalità?
  Oltre al divertimento intellettuale, oltre a trasformare in storia vera, documentata, tanti luoghi comuni, anche l'ambizione di contribuire a sviluppare la sensibilità per una riforma amministrativa dal basso che potrebbe sconvolgere un quadro secolare, unendo comuni e province e imponendo un nuovo sguardo su quello che siamo stati. Una grande occasione di crescita e di maturità che i romagnoli - precoci sperimentatori, nell'Ottocento, della politica moderna – non debbono lasciarsi sfuggire.

  DAL TESTO – "La Romagna, dove le forze della tradizione comunale, per tutto l'Ottocento, erano state vive e operanti, appariva un territorio già "allenato" a ricevere stimoli sul versante della riconsacrazione di luoghi significativi alla narrazione pubblica laica e nazionale. La precoce esperienza di una politica di massa indirizzata in senso radicale aveva indotto i notabili ad affinare una particolare sensibilità nei riguardi di riti collettivi che sembravano destinati a incidere in modo diretto ed efficace sui processi di coesione civile o di appartenenza partitica in atto presso una base popolare potenzialmente assai vasta. Basti pensare ai pantheon urbani, ai monumenti a Garibaldi, alla lapidaria, alla toponomastica: una selva d'interventi, spesso frammentati e incoerenti, che comunque avevano contribuito a stabilire nuove gerarchie simboliche, nuove polarità dotate di senso per migliaia d'individui."

  GLI AUTORI – Roberto Balzani (Forlì, 1961) è professore ordinario di Storia contemporanea presso l'Università di Bologna. Si è occupato di regionalismo, di storia del Risorgimento, di governo municipale fra Ottocento e Novecento e delle vicende del patrimonio culturale italiano. Fra il 2008 e il 2009 è stato preside della facoltà di Conservazione dei Beni culturali dell'Alma Mater, sede di Ravenna. Autore di manuali di storia per le scuole, da sindaco di Forlì,•carica alla quale è stato eletto nel 2009, si è dedicato all'analisi del ceto amministrativo dell'Italia contemporanea, dando alle stampe un fortunato pamphlet: "Cinque anni di solitudine" (Bologna, 2012).
  Giancarlo Mazzuca, romagnolo di Forlì, già direttore de "Il Resto del Carlino", del "QN", de "Il Giorno" e direttore editoriale della Poligrafici Editoriale, è stato inviato speciale de "Il Corriere della Sera", vicedirettore a "Fortune" e a "La Voce" di Montanelli, caporedattore a "Il Giornale". Attualmente è consigliere d'amministrazione della Rai e commentatore de "Il Giornale". Ha scritto diversi libri, tra cui "Il leone di Trieste" (con Claudio Lindner), "La Fiat, da Giovanni a Luca" (con Alberto Mazzuca), "I signori di Internet", "La Voce di Indro Montanelli", "I Faraoni" (con Aldo Forbice), "La Resistenza tricolore" (con Arrigo Petacco) e infine, edito da Minerva, "Sangue romagnolo" (con Luciano Foglietta), vincitore del Premio "Acqui Storia" 2011. Ha vinto premi giornalistici come il "Saint Vincent economia", il "Campione d'Italia", il "Guidarello", il "Silone", il "MontanelÌi".

  INDICE DELL'OPERA - I. Come fu che i Romani "inventarono" la Romagna – II. Bisanzio sull'Adriatico - III. I cavalieri dalla testa di cane e la Romània - IV. La croce di Ravenna - V. Storie dell'anno Mille - VI. La Romagna dei Comuni nell'età di Dante - VII. I signori della guerra - VIII. Dinastie del Rinascimento - IX. 11 aprile 1512: Ravenna campo di battaglia - X. Il lungo dominio del papa-re - XI. Le città barocche - XII. I papi romagnoli - XIII. Armée d'Italie - XIV. Il Dipartimento del Rubicone - XV. La Restaurazione infinita - XVI. La Romagna carbonara - XVII. La "rivoluzione" del 1831-32 e le origini del mito - XVIII. La regione nel Risorgimento - XIX. Pio IX e il 1848 - XX. La Repubblica romana e la "trafila" garibaldina - XXI. Esuli romagnoli - XXII. La Romagna nello Stato unitario (e nell'Emilia) - XXIII. Una regione all'opposizione - XXIV. La "questione Cipriani" e la visita di Umberto I - XXV. La Romagna come spazio e come metafora - XXVI. La Romagna giolittiana - XXVII. L'apprendistato politico del giovane Mussolini - XXVIII. Aldo Spallicci e il regionalismo culturale romagnolo - XXIX. Spallicci e "La Piê" nella Romagna del primo dopoguerra - XXX. La Romagna mito fascista - XXXI. La Resistenza come "secondo Risorgimento" - XXXII. Fra Santarcangelo e Rimini: la cultura regionale rifiorisce in riviera - XXXIII. La stagione del regionalismo politico - XXXIV. La Romagna possibile. In ricordo di un romagnolo Doc - Ringraziamenti