I sette modi di amare Dio Stampa E-mail

Beatrice di Nazareth

I sette modi di amare Dio

Anonimo

Vita di Beatrice


Edizioni Paoline, pagg.320, € 33,00

 

Beatrice settemodi  IL LIBRO – Pubblicate per la prima volta in traduzione italiana, I sette modi di amare Dio e la Vita di Beatrice sono due importanti opere spirituali del XIII secolo.
  Nella prima, scritta in versi in dialetto brabantino, Beatrice di Nazareth, monaca cistercense e mistica, condensa la propria esperienza di Dio, tracciando un percorso che riassume la forma più alta e perfetta di unione tra Dio e l'uomo, l'amore. I sette "modi" costituiscono un cammino unitario dell'anima, la quale, provando l'esperienza d'amore, comprende al tempo stesso che l'uomo la può realizzare solo se la riconosce come proveniente da Dio e a lui orientata.
  La Vita di Beatrice è un'opera scritta in latino da un anonimo cistercense pochi anni dopo la morte della monaca (1268). Essa, seppure basata sugli schemi tradizionali dell'agiografia, si riferisce a una perduta autobiografia spirituale di Beatrice, di cui lascia emergere i tratti di originalità, e in una cornice di intensa spiritualità cistercense presenta i temi propri della mistica: l'amore come desiderio insaziabile; la ricerca dell'umiltà e della spoliazione di sé; la follia della mente e lo sconquasso del corpo come esito dell'incontro estatico con l'amore di Dio.

  DAL TESTO – "Il cuore della beata donna era a quel tempo pieno non solo di forte timore, ma anche di molta paura e pari orrore, poiché non poteva fuggire la deformità dei pensieri malvagi, il ricordo dei diversi crimini di cui detestava le orribili immagini; e perciò si vergognava profondamente di sostenerle al cospetto di Dio. Cionondimeno la guerriera di Cristo sostenne, invitta, grandi combattimenti e insopportabili attacchi da parte di pensieri blasfemi e miscredenti che ferirono il suo cuore tanto più aspramente quanto più era spinta a sopportare gli infidi sussurri del sospetto nei confronti delle realtà spirituali (che necessitano di una fede sincera e integra), nelle quali avrebbe invece dovuto rifugiarsi, per ricevere consolazione, durante il combattimento della tentazione come a un porto sicuro."

  L'AUTRICE – Nata verso il 1200, dopo aver vissuto un certo tempo fra le beghine di Léau, Beatrice di Nazareth preferì andare come novizia, intorno al 1218, a Florival, nei pressi di Archennes, dove un convento già esistente era stato restaurato a spese del padre e trasformato in monastero cistercense. Altri conventi cistercensi furono fatti costruire dallo stesso Bartolomeo a Maagdendaal, nelle vicinanze di Oplinter, nel 1222 circa, e a Nazareth, appena fuori le mura di Lierre, nel 1235. B. fu sempre tra le fondatrici, e a Nazareth, dove morì il 29 agosto 1268, ebbe anche l'ufficio di priora. A lei si deve, oltre l'autobiografia in latino, che si legge nel codice 4459-70 della Biblioteca Reale di Bruxelles, un trattato mistico scritto in fiammingo medioevale, dal titolo "Van seven manieren van heiligher minnen", cioè le sette maniere di amare santamente, una descrizione sperimentale dell'ascensione di un'anima verso Dio. Alle esperienze attive dei tre primi modi, amore purificante, amore elevante, amore sempre più divorante, seguono le passive degli ultimi quattro, amore infuso, amore vulnerato, amore trionfante e, finalmente, amore eterno. Beatrice scrisse anche altre opere, oggi perdute. Nel suo fervore mistico la beata usava sottoporsi alla flagellazione e alle penitenze corporali, attraverso le quali mirava alla compartecipazione della passione di Cristo. Le sue letture preferite erano la S. Scrittura e i trattati sulla S.ma Trinità. Il suo esempio, la diffusione dell'autobiografia e dei suoi scritti contribuirono a una fioritura di sante, scrittrici e mistiche fra le monache cistercensi belghe medievali. La festa di Beatrice si celebra il 29 agosto. Il suo corpo, sepolto nel chiostro di Nazareth, fu nascosto nel 1578 in un luogo sconosciuto, per sottrarlo alle profanazioni calviniste. (fonte: santiebeati.it)

  I CURATORI – Franco Paris insegna Lingua e Letteratura Nederlandese presso l'Università "L'Orientale" di Napoli e ha tradotto, tra gli altri, G. A. Bredero, M. K. Gandhi, J. Huizinga e H. Claus. È membro onorario straniero della Reale Accademia delle Lettere di Gand. Per le Paoline ha curato la traduzione di Jan van Ruusbroec, "Specchio dell'eterna beatitudine" (Letture cristiane del secondo millennio, 1994).
  Elena Tealdi ha conseguito nel 2012 il dottorato di ricerca in Storia del cristianesimo presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove tuttora collabora con il Dipartimento di Scienze Religiose. Studia presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Milano ed è insegnante alle scuole medie.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione - I. Le tracce di un'esistenza intensa (Il senso di una ricerca - Attribuzioni e rapporti tra I sette modi di amare Dio e la Vita di Beatrice - La vita esemplare di Beatrice nella biografia latina) - II. L'importanza dell'opera di Beatrice nella mistica renano-fiamminga (La teologia mistica dei sette "gradi" - Una mistica affettiva – L'amore per Dio e l'amor furente in Beatrice) - III. Vita di una monaca cistercense (Tempo liturgico, tempo di Dio - Hortus conclusus - A immagine e somiglianza - Imitatio Christi e carità - Al centro Cristo – Bibliografia) - I sette modi di amare Dio - Vita di Beatrice – Prologo - Primo libro - I. Della sua nascita e della vita del venerabile Bartolomeo, suo padre - II. Della sua infanzia - III. Del fatto che fu associata alle beghine e frequentò le scuole - IV. Del fatto che assunse l'abito regolare - V. Della sua penitenza e mortificazione della carne - VI. Della fatica della malattia dalla quale era continuamente gravata nel tempo dell'infanzia - VII. Della povertà che sostenne nel cibo e nel vestito - VIII. Della disposizione del suo cuore e dell'esercizio delle meditazioni - IX. Come aspirò all'abito del noviziato - X. Della sua professione e di come fu mandata al monastero di Rameia per apprendere l'arte dello scrivere - XI. Del suo rapimento e della visione celeste avuta in spirito - XII. Di come il diavolo seduttore tentò di distoglierla dal suo santo proposito - XIII. Della divina consolazione che sentì quando ricevette l'eucaristia - XIV. Dell'acutezza e fortezza di spirito che ricevette dal Signore nella percezione del sacramento - XV. Della sua consacrazione e dell'esercizio delle meditazioni - XVI. Delle celesti consolazioni e la guida della divina grazia dalla quale lei sentì di essere quotidianamente spinta alle mete spirituali - XVII. Del fatto che fu consacrata dal vescovo - XVIII. Della frequentazione del sacramento del corpo e sangue di Cristo - Secondo libro - I. Della frequentazione della Sacra Scrittura, nella quale la venerabile Beatrice si esercitò con impegno - II. Delle azioni e dell'esercizio del tempo - III. Del triplice esercizio degli affetti spirituali - IV. Del fatto che cercava nella condotta delle altre monache il guadagno per il suo cammino - V. Delle due celle che preparò nel suo cuore - VI. Dei cinque specchi del suo cuore - VII. Del monastero spirituale che costituì nel suo cuore - VIII. Delle due custodi del suo monastero, ovvero l'umiltà e l'obbedienza - IX. Del giardino rigoglioso del suo cuore - X. Del fatto che aspirava assolutamente alla conoscenza di se stessa - XI. Dell'ordinamento della vita spirituale che esercitò per un certo tempo - XII. Delle gravi fatiche delle tentazioni da cui fu vessata per tre anni - XIII. Del fatto che a un certo punto meritò di essere consolata dal Signore - XIV. Del fatto che vide il cielo aperto e Gesù alla destra della virtù di Dio - XV. Del fatto che si accostava al sacramento dell'altare nel tempo delle tentazioni - XVI. Della grande fatica che sostenne per il male della presente vita - XVII. Del fatto che meritò di essere liberata dalle molestie del suo cuore e consolata dal Signore - XVIII. Del patto di perpetuo amore stretto tra Cristo e la sua anima - XIX. Del fatto che fu rapita nel coro dei Serafini - Terzo libro - I. Del fatto che meritò di essere perdonata di tutti i suoi peccati - II. Del fatto che nel sacramento del Signore lo Spirito divino accolse dentro di sé lo spirito di lei - III. Dell'amore del suo cuore - IV Della letizia spirituale del suo cuore - V. Del giubilo della mente che meritò di sentire durante la messa - VI. Del fatto che ebbe il desiderio di fingersi pazza - VII. Del fatto che aspirò con desiderio alla conoscenza della Santa Trinità - VIII. Della sfrenata fortezza e veemenza del suo spirito - IX. Del fatto che per un certo tempo fu del tutto privata della sua volontà - X. Dell'edificazione del monastero di Nazareth e del fatto che fu scelta come badessa - XI. Del fatto che vide tutto il mondo, come una ruota, posto sotto i suoi piedi - XII. Del fatto che le sembrò che il sangue di Cristo fosse effuso nella sua anima - XIII. Del fatto che il suo cuore si spostò dal luogo naturale per la grandezza dell'amore e rifulse dai suoi occhi una luce di mirabile splendore - XIV. Dell'amore e dei suoi sette gradi - XV. Dell'amore del prossimo - XVI. Della sua morte - XVII. Segue la conclusione di questa opera - Indice scritturistico - Indice onomastico - Indice analitico