Un ambasciatore nella Libia di Gheddafi Stampa E-mail

Francesco Paolo Trupiano

Un ambasciatore nella Libia di Gheddafi

Greco & Greco Editori, pagg.582, € 15,00

 

trupiano libia  IL LIBRO – Papa Francesco, parlando della Libia ha affermato: "Sulle Primavere Arabe l'Occidente deve fare autocritica... Si poteva immaginare quello che sarebbe successo!".
  Il Presidente del Consiglio Renzi, per frenare le spinte neointerventiste di alcuni paesi, non ha mancato di criticare l'intervento militare del 2011 perché fatto senza curarsi del "dopo Gheddafi". Come è possibile che Parigi, Londra, Washington e perfino Roma non fossero consapevoli che, abbattuti repentinamente Gheddafi e la sua "stateless society" chiamata Jamahiria, la Libia sarebbe stata inesorabilmente travolta nel caos con l'evidente rischio sia di una frantumazione territoriale, politica e sociale sia di una tracimazione dell'integralismo islamico?
  In effetti, anche gli oppositori interni libici si sono dimostrati impreparati. Forse s'illudevano che bastasse rovesciare la dittatura perché la Libia si ritrovasse libera, ricca e in pace: invece l'unica eredità di Gheddafi è stata la disgregazione del paese, la guerra civile.
  Le memorie dell'Ambasciatore Trupiano aiutano proprio a capire quali erano le condizioni della Libia negli anni immediatamente precedenti la primavera libica e l'intervento militare occidentale. Riportano, vissuti da una posizione privilegiata, gli ultimi anni della Jamahiria e del Colonnello Gheddafi, l'evoluzione interna del paese e le sue ultime crisi nei rapporti internazionali e, ovviamente in primo piano, le complesse relazioni tra Roma e Tripoli. Raccontano anche, con straordinaria sincerità, la vita diplomatica in Libia e dipingono vividi ritratti dei tanti personaggi incontrati.

  DAL TESTO – "Pur adattandosi alle circostanze interne ed esterne che via via gli hanno imposto cautela e aggiustamenti nei suoi comportamenti, il Colonnello è sempre rimasto ancorato, in politica interna, alla sua ideologia di base condensata nel famoso "Libro Verde" e, in politica estera, alle sue ambiziose concezioni (anticolonialismo, terzomondismo, Unione Araba, Unione Africana, Isratine). Sfruttando senza remore le enormi capacità finanziarie derivanti dalla rendita energetica, Gheddafi, tiene ancora sotto un controllo capillare e occhiuto l'intero paese, dalla classe dirigente ai singoli cittadini. Per mantenere e rafforzare il suo potere personale e per raggiungere i suoi obbiettivi in politica estera egli continua ancora oggi ad agire senza scrupoli di sorta, facendo anche ricorso, a seconda dei casi, alla forza, alla corruzione, al ricatto. All'estero, fregiandosi di titoli roboanti come quello di Re dei Re d'Africa, egli si lancia in campagne velleitarie e provocatorie (basta citare le sue recenti proposte di spartizione della Svizzera e della Nigeria). Lasciandosi a volte trasportare dal suo ego smisurato, dal suo orgoglio familiare e dalla sua irrefrenabile voglia di rivalsa, anche in questi ultimi anni egli ha continuato a impegnare il suo Paese nella costante ricerca di un nemico esterno e di battaglie che avevano anche la funzione di distrarre i Libici dai loro persistenti gravi problemi."

  L'AUTORE – Francesco Paolo Trupiano (Palermo, 1946), entrato per concorso pubblico nella Carriera Diplomatica nel 1971, vi percorre, per promozione, tutti i gradi intermedi fino a quello più elevato di Ambasciatore d'Italia. Nel corso della carriera ha prestato servizio: a Roma, presso varie Direzioni Generali del Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Difesa quale Consigliere Diplomatico del Ministro; all'estero, presso le Ambasciate d'Italia a Londra, Nairobi, Atene e Tripoli, a Barcellona come Console Generale, e, a due riprese, a Bruxelles alla Rappresentanza Permanente Italiana presso la Nato, prima quale Delegato Italiano al Comitato Politico e, poi, come Vice Rappresentante Permanente.

  INDICE DELL'OPERA – Prologo - Parte Prima: 2004-2005 - Parte Seconda: 2006 - Parte Terza: 2007 - Parte Quarta: 2008 - Parte Quinta: 2009 - Parte Sesta: 2010 – Epilogo - Note