Il popolo licio Stampa E-mail

Johann Jakob Bachofen

Il popolo licio

Mimesis Edizioni, pagg.114, € 4,90

 

bachofen licio  IL LIBRO – Il popolo licio, importante civiltà indoeuropea dalla cultura in profonda armonia con la natura, è oggi poco noto e ancora poco studiato. Questo libro è il frutto di uno studio fondamentale, appassionato e competente di questa straordinaria e fertile filosofia. Partendo dalla mitologia licia, Bachofen ci mette a contatto con una saggezza tanto attuale da apparire una rivelazione. La piena, intima dedizione alle forme immutevoli della vita naturale, un giudizio sull'esistenza umana in armonia con la natura e una gioiosa consapevolezza della mortalità di ogni vita, sono il dono prezioso e millenario del popolo licio.

  DAL TESTO – "Senza dubbio, sono oggi le necropoli quelle che, prima d'ogni altra cosa, accennano ad una straordinaria direzione spirituale. La più intensa cura va ai morti e alle loro tombe. Dare alle città dei morti il più alto grado d'indistruttibilità, e, ad un tempo, di bellezza, è il pensiero dominante, che ha indotto il licio a fondare i suoi funebri rupestri edifici su sommità male accessibili, e ad ornarli con sì fantastica varietà di linee architettoniche e decorazioni scultoree: che si esprime infine anche in quelle molteplici rassicuranti certezze, che formano in prevalenza il contenuto delle iscrizioni sepolcrali. Innanzi ai morti e alle loro eterne case, i viventi passano in secondo piano. In ambito come in lusso di decorazioni, i resti delle città giunti sino a noi sono di gran lunga superati dalle necropoli. Sono queste quelle che davano al paese la più caratteristica impronta, anche ai tempi del suo più alto fiorire.
  "Il predominio del mondo sepolcrale non ha soltanto colpito l'anima di tutti i nuovi visitatori, come il carattere distintivo della Licia: anche gli antichi avevano già saputo apprezzarlo nella sua religiosa importanza. Quel che Diodoro (I, 51) rileva come il pensiero fondamentale nella costruzione egizia delle tombe illumina anche il segreto della Licia. Qui e là la stessa intuizione del rapporto tra la terrena e la futura esistenza: qui e là la stessa preferenza per le necropoli. « Maggior cura, racconta Diodoro, si ha per le case dei morti, che per quelle dei viventi. Queste si considerano come alberghi per un breve transitorio soggiorno, e le tombe sole come le vere e durevoli dimore per l'eternità». Una quantità di notizie particolari ha in questa idea il centro comune. Dalla Licia è derivata quell'intuizione delle proprietà del sarcofago, che troviamo espressa anche in un'iscrizione sepolcrale romana. In Licia l'aveva conosciuta Licinio Muciano che, dopo il terzo consolato, aveva retto quel paese come legato romano. Dalle Memorie licie del suo contemporaneo l'aveva presa Plinio il Vecchio, per la sua grande compilazione. Il sarcofago, informava Licinio, ha la forza di divorare in quaranta giorni un cadavere, ed anche un corpo vivente, per intiero, eccettuati i denti. Esso muta in pietra anche tutto quel che sia posto accanto al morto specchi, strigili, abiti e sandali."

  L'AUTORE – Johann Jakob Bachofen (1815 - 1887) giurista e antichista svizzero, è stato professore di diritto romano e magistrato fino al 1844, quando abbandona la docenza universitaria per dedicarsi agli studi di storia antica. Conosciuto soprattutto per la sua grande opera, Il matriarcato, testo che ha segnato un'evoluzione fondamentale negli studi antichi, teorizzò uno stadio primitivo dell'evoluzione umana retto dal principio femminile e dal culto della madre.