La mia vita è un paese straniero Stampa E-mail

Brian Turner

La mia vita è un paese straniero

NN Editore, pagg.196, € 18,00

 

turner paesestraniero  IL LIBRO – Nel 2003 il sergente Brian Turner è a capo di un convoglio di soldati nel deserto iracheno. Dieci anni dopo, a casa, accanto alla moglie addormentata ha una visione: come un drone sulla mappa del mondo, sorvola Bosnia e Vietnam, Iraq, Europa e Cambogia. Figlio e nipote di soldati, le sue esperienze si fondono con quelle del padre e del nonno, con i giochi da bambino e le vite degli amici caduti in battaglia. Così, tutti i conflitti si dispiegano sotto di lui in un unico, immenso, territorio di guerra e violenza.
  Nel 2003, il sergente Brian Turner diventa un poeta e quando, dieci anni dopo, la visione torna nella sue notti insonni, grazie alla poesia riesce a raccontarla così da accettarne la memoria - una memoria tanto grande che l'America non basterebbe a contenerla, e che sfrega l'anima fino a scorticarla. Liberata la nostalgia, la compassione e il desiderio di verità, "La mia vita è un paese straniero" racconta in diretta le azioni, le esercitazioni, i vuoti e i rumori, la paura e il coraggio, la tragedia e la gioia dei ritorni. E riconnettendo vita e poesia, orrore e morte, riesce a dire della guerra le parole che mancano, quelle capaci di riallacciare il filo del senso a quello del silenzio.
  La prosa di Turner – spiega Guido Calza – è "insolitamente ricca, in bilico fra minuziosità e lirismo, fondata su un lessico molto vario - ora tecnico, ora poetico, ora gergale - e legato a situazioni ed epoche diverse. [...] l'impegno richiesto a chi si avvicina a questo libro è ampiamente ripagato dal suo valore, dal suo riflettere nel bene e nel male la complessa esperienza di un uomo".

  DAL TESTO – "Il bombarolo è un uomo attento e paziente, che fa il suo mestiere su un lungo banco di legno. Togliendosi il sudore dalla fronte e dalla nuca con un fazzoletto. Asciugandosi i palmi delle mani prima di rimettersi all'opera. Un paio di lampadine fioche appese sopra la superficie di lavoro con ganci di metallo avvitati nell'intonaco del soffitto. In sottofondo, da un lettore di cd portatile arriva una musica sorprendente, Crystal blue persuasion di Tommy James and the Shondells, anche se forse è un'altra canzone di un altro periodo. E il bombarolo canticchia sottovoce e intanto sistema i materiali lungo tutto il bancone.
  "È possibile che in casa ci siano dei bambini, di sopra o in un'altra stanza a pianterreno, ma da qui non c'è modo di capirlo. Se dovessimo togliere i rumori che adesso lo circondano, togliere i Blackhawk di pattuglia sulla città in lontananza chissà dove, togliere l'occasionale grattata di cambio di un'automobile o le pastiglie dei freni consumate di un veicolo nel vicino checkpoint della Guardia Nazionale Irachena; se potessimo cancellare il ronzio del generatore del quartiere nella sua baracca e la sagoma dell'operatore in controluce, le mani ricoperte di un grasso scuro come la sua ombra; e se potessimo cancellare il debole sfrigolio delle lampadine che illuminano il frutto delle sue fatiche, togliere la musica del lettore cd, togliere lo strascichio prodotto dalle suole dei sandali quando cambia posizione e sposta gli esplosivi da un punto all'altro del banco di lavoro, togliere la seconda lancetta che sul suo polso ticchetta imperterrita verso lo zero, allora in sottofondo sentiremmo il continuo flusso e riflusso del respiro del bombarolo. Nel profondo del cervello di quell'uomo, giù nel lobo medio temporale, l'amigdala pare essersi spenta, come se anche il centro emotivo del bombarolo fosse stato ridotto al silenzio e costretto ad ascoltare. A livello dell'innesto basale del suo cervello, il bulbo continua a regolare i sistemi autonomi del corpo, così che gli occhi possano mettere a fuoco in tutta chiarezza ciò che gli sta davanti sotto due coni di luce diffusa."

  L'AUTORE – Brian Turner ha servito per sette anni nell'esercito americano. È stato in Bosnia-Erzegovina e in Iraq, in Medio ed Estremo Oriente. Saggista e docente universitario, ha debuttato nel 2005 con la raccolta di poesie "Here, Bullet", ottenendo riconoscimenti di critica e di pubblico. La sua seconda raccolta, "Phantom Noise", è stata candidata al premio T.S. Eliot nel 2010.

  IL TRADUTTORE – Guido Calza traduce narrativa e saggistica dall'inglese e dal francese. Dopo un'incauta deviazione in ambito economico, è approdato ad attività più consone alla sua indole e vicine alle sue passioni. Lungo il percorso ha lavorato come redattore presso la casa editrice Ponte alle Grazie.

  INDICE DELL'OPERA - Capitoli 1-136 – Note – Ringraziamenti – Nota del traduttore, di Guido Calza