Lungo la linea del fronte Stampa E-mail

Giovanni De Donà - Giuseppe Teza

Lungo la linea del fronte
Militari e civili sulle Dolomiti nella grande guerra


Edizioni DBS, pagg.280, € 15,00

 

dedona linea  IL LIBRO – Non solo scontri sanguinosi in condizioni ambientali spesso impossibili: il primo conflitto mondiale fu anche motore di un rinnovamento culturale e tecnologico radicale per alcune zone del nostro Paese. Ne è un esempio il Cadore, retrovia del fronte Dolomitico, che tra 1914 e 1917 accolse tante e tali novità da stravolgere di colpo modi e stili di vita consolidati da secoli.
  A raccontarlo sono Giovanni De Donà e Giuseppe Teza nel libro "Lungo la linea del fronte. Militari e civili sulle Dolomiti nella Grande Guerra", pubblicato grazie al sostegno dell'Unione Montana Centro Cadore.
  In 280 pagine i due autori raccontano passo per passo quella che fu una vera e propria rivoluzione, iniziata quasi in sordina nel 1890 con le prime esercitazioni militari e culminata nell'autunno del 1917 con l'abbandono delle Dolomiti dopo la disfatta di Caporetto.
  Quanto avvenne durante la guerra sul fronte – dal Col di Lana alle Tofane, dal Monte Piana alle Tre Cime di Lavaredo fino al Passo della Sentinella – è ben conosciuto. Poco si era invece indagato su quanto accadeva nelle immediate retrovie, cuore logistico della IV Armata, e sul tributo chiesto alla popolazione civile per garantire il funzionamento della macchina bellica.
  Nella presentazione al libro, il Presidente dell'Unione Montana Centro Cadore, Luca De Carlo, ricorda come: "Per la prima volta nella sua storia la nostra gente si dovette misurare con un nuovo modello di conflitto, una guerra moderna, nella quale la scienza e la tecnologia erano state messe in maniera industriale al servizio dello sterminio. Tra la meraviglia di tutti si vide allora il cielo solcato da aerei, le piazze ingombre di automobili e motociclette, mentre pesanti trattrici trainavano nei boschi e nei pascoli d'alta montagna cannoni, obici e mortai di titaniche dimensioni. Anche i secolari ritmi di vita cambiarono radicalmente alla presenza di tanti giovani provenienti da ogni angolo d'Italia. Ci si confrontò inoltre con idee politiche, con modi nuovi di pensare e concepire la vita, adattandosi ad una miriade i dialetti, a rigide regole sanitarie ed igieniche, a diverse abitudini alimentari, dalla pasta al sugo di pomodoro alla carne congelata, fino al famoso condimento Torreggiani ancor oggi ricordato come il torrincione".
  Fu una vera e propria rivoluzione che modificò in maniera definitiva l'identità di una popolazione fino a quel momento saldamente radicata nelle proprie tradizioni. I centri propulsori di questa trasformazione furono ad esempio i villaggi militari, realtà come le case del soldato volute da don Giovanni Minozzi, gli ospedali militari, i campi d'aviazione, i forti corazzati. Di queste strutture e molte altre De Donà e Teza hanno ricostruito caratteristiche tecniche e funzioni, riportando alla luce storie, protagonisti, effetti del cambiamento. "E' stato un lavoro certosino di ricerca compiuto su archivi pubblici e privati di tutta Italia – raccontano gli autori – che ci ha permesso di recuperare documentazioni e fotografie spesso rarissime e nella quasi totalità dei casi inedite. Quel che ne emerge è un'immagine inedita del Cadore, fermato nel suo essere militare e civile, contributo nuovo e prezioso per chiunque voglia approfondire il tema della Grande Guerra sul fronte dolomitico ma anche un omaggio dovuto alla popolazione cadorina, al lavoro e ai sacrifici da essa compiuti in uno dei momenti più drammatici e tremendi della nostra storia nazionale.

  DAL TESTO – "A guerra già iniziata una prima linea difensiva fu scavata tra il Passo della Mauria e Stabie sotto la direzione del serg. Cornelio Frescura, dei Volontari Alpini del Cadore, e dell'Ing. Giuseppe Palatini, entrambi di Pieve. A cavallo del passo si realizzò così una trincea coperta della quale ancora oggi si possono vedere i resti. Essa doveva controllare la sottostante strada nazionale e il vicino "Colle di Famazzo" (m 1362). In seguito, al momento della ritirata di Caporetto i nostri Bersaglieri realizzarono tutta una serie di difese a nord-est del passo che attraversavano il "Pra del Santo" e la sua forcelletta, per poi salire verso "Le Vare" passando nel punto in cui caddero i partigiani Giuseppe Gandin "Stris" e Renato Frescura "Max" il 14 giugno 1944. Sopra la località delle "Vare", lungo la costa delle "Buse de Vente" (m 1500) un'altra trincea, con ricoveri sul rovescio, controllava la sottostante Valdirave."

  GLI AUTORI – Giovanni De Donà, di Vigo di Cadore, è da tempo appassionato studioso di storia cadorina. In circa trent'anni di amicizia e collaborazione con il prof. Walter Musizza ha pubblicato molti libri dedicati alla storia del Cadore nell'800 e '900, in particolare di argomento militare. Ha partecipato a vari progetti Interreg ed è presente spesso con articoli su giornali e riviste della provincia di Belluno. Tra i riconoscimenti ricevuti il Premio "A.N.A. Cadore" nel 2002 e il "Pelmo d'Oro" per la sezione Cultura Alpina nel 2013.
  Giuseppe Teza, di Domegge, è il maggiore collezionista cadorino di immagini della Grande Guerra. In 25 anni di ricerche In Italia e all'estero ha realizzato un importante, e per certi versi unico, archivio sul primo conflitto mondiale nelle Dolomiti, mettendo spesso la sua esperienza e il suo patrimonio iconografico a disposizione di studiosi ed appassionati.

  INDICE DELL'OPERA – Presentazione - Capitolo I. La guerra preparata - Capitolo II. 1890, prove generali di guerra in Cadore - Capitolo III. I forti corazzati del Centro Cadore - Capitolo IV. Vigilia di guerra - Capitolo V. Primi giorni di guerra - Capitolo VI. Il Cadore in guerra - Capitolo VII. Il Re in Cadore nella Grande Guerra - Capitolo VIII. Il tribunale di guerra di Pieve - Capitolo IX. Il settore logistico cadorino - Capitolo X. Il centro logistico di Calalzo - Capitolo XI. Don Giovanni Minozzi e le case del soldato - Capitolo XII. Le trattrici miracolose - Capitolo XIII. Le teleferiche - Capitolo XIV. Il servizio sanitario militare in Cadore - Capitolo XV. Gli ospedali militari - Capitolo XVI. Aerei sul Cadore - Capitolo XVII. La difesa antiaerea del Cadore - Capitolo XVIII. Il campo di emergenza di Tai - Capitolo XIX. Il punto di appoggio di Mezzarazzo - Capitolo XXI. Domegge: istantanee di guerra - Bibliografia