Il fascismo della Repubblica sociale a processo Stampa E-mail

Alberto Mandreoli

Il fascismo della Repubblica sociale a processo
Sentenze e amnistia (Bologna 1945-50)


Edizioni Il Pozzo di Giacobbe, pagg.400, € 30,00

 

mandreoli fascismo  IL LIBRO – Il testo, concentrandosi sui fascicoli processuali a carico dei maggiori esponenti della Repubblica sociale italiana in Bologna, si snoda tra l'analisi dei verbali d'interrogatorio, le deposizioni dei testimoni, i dibattimenti in aula, le ricostruzioni giudiziarie e le sentenze delle Corti d'assise straordinarie e di Cassazione. Analisi quindi di quei procedimenti processuali che saranno contrassegnati per lo più dall'amnistia Togliatti e dall'oblio di un'Italia che molto velocemente ha voluto dimenticare. Le Corti d'assise straordinarie compirono, almeno all'inizio, un lavoro eccezionale, se si considera la mole di documenti con cui ci si dovette confrontare e il clima di paura presente a quel tempo nelle aule dei tribunali. Lavoro,tuttavia, caduto nel vuoto a causa delle sentenze di assoluzione emesse dalla Cassazione.
  Il volume risulta basato su materiale in larghissima parte inedito. Queste fonti fanno sì che le analisi compiute, le storie raccontate e i particolari della violenza fascista si mostrino in una luce nuova, arricchita da una serie di dati e testimonianze finora dimenticate negli archivi. Il fascismo non fu quindi una triste parentesi - come affermò Benedetto Croce - della nostra storia nazionale, ma una pagina indelebile del nostro passato. Storia intrisa di sangue con cui, dopo settant'anni, è necessario e doveroso fare i conti. La presente ricerca apporta – almeno - due contributi importanti e significativi: in primo luogo, copre una sezione della storia italiana e bolognese in larga parte sconosciuta, in quanto, solo in periodi molto recenti, l'analisi accademica ha iniziato a mostrare un crescente interesse al tema della "resa dei conti" con il fascismo saloino. In secondo luogo, ricostruendo le responsabilità, le vicende e le modalità precise dell'esperienza totalitaria vissuta nel contesto bolognese, il testo desidera fornire elementi, fattuali e critici, di maggiore consapevolezza in vista dello sviluppo - così necessario e urgente nel dibattito civile italiano - di quella che Avishai Margalit ha descritto come «l'etica della memoria».

  DAL TESTO – "La sentenza della Corte d'assise rileva che il fascicolo processule «è colmo di documenti, di lettere e di dichiarazioni, che, oltre a confermare in gran parte le affermazioni di Pini, attestano come egli abbia prodigato il bene a favore di chiunque (comunità o privati) senza distinzione di partito si rivolgesse a lui per essere protetto o aiutato in difficili e talvolta tragiche situazioni». Nonostante le incontrovertibili prove della sua condotta, il fatto che Pini abbia assunto la carica di sottosegretario e abbia rivestito il ruolo di presidente di un Tribunale speciale lo rende a tutti gli effetti collaboratore del tedesco invasore. Secondo il principio giuridico della "presunzione di legge" (art. 1 D.L.L. 22 aprile 1945), il solo fatto di avere rivestito la carica o svolto determinate attività costituisce di per sé un reato punibile dalla legge. Pur riconoscendo come valide le testimonianze a discarico di Pini, la sentenza intende interpretare con massimo rigore lo spirito della legge in questione che si propone la punizione di coloro che nel fascismo repubblicano svolsero le più alte funzioni direttive."

  L'AUTORE – Alberto Mandreoli (1974), insegna materie letterarie e storia nelle scuole superiori. Da anni conduce ricerche sui temi delle memorie delle stragi della II guerra mondiale e del loro riflesso sulla coscienza individuale laica e cattolica. Tra le sue pubblicazioni: "Chi cercate? Vita e morte di Mauro Fornasari, diacono della chiesa di Bologna 1922-1944" (Bologna, 2013) e "Vangelo e coscienza. Antifascismo e Resistenza dei cattolici bolognesi" (Trapani, 2015).

  INDICE DELL'OPERA - Sigle e abbreviazioni - Introduzione - Renato Tartarotti, capitano della CAS - Remo Naldi, spia - Elio Lolli, comandante della brigata nera (Zola Predosa) - Enrico Zanarini, tenente della GNR (Castello di Serravalle) - Il fascismo repubblicano a Monte Sole. Lorenzo Mingardi a Armando Quadri - Arrigo Lanzarini, tenente della GNR - Giorgio Pini, direttore de Il Resto del Carlino e sottosegretario agli interni della RSI - Augusto Cantagalli, giornalista e pubblico ministero del Tribunale straordinario - Dino Fantozzi, prefetto e capo della provincia - Giuseppe Onofaro, colonnello della GNR - Bruno Calzolari, generale della GNR - Bruno Monti, tenente dell'UPI - Martino Berti, caporal maggiore della GNR e delatore - Gilberto Quintavalli, milite e informatore della GNR - Giuseppe Paulmichal, milite del RAP - Franz Pagliani, capo della brigata nera "Attilio Pappalardo" - Pietro Torri, capo della brigata nera "Eugenio Facchini" e federale di Bologna - Agostino Fortunati, vice questore e segretario di Fabiani - Renzo Bedeschi, vice brigadiere della CAS e maresciallo della polizia ausiliaria - Lidia Golinelli "Vienna", spia - Lucia Gavazzoni, spia - Angelo Arpino, capitano della brigata nera "Attilio Pappalardo" - Marcello Fabiani, questore – Postfazione, di Mimmo Franzinelli - Bibliografia - Appendice documentaria - Indice dei nomi - Indice delle località - Ringraziamenti - Abstract