Il Risorgimento tra «virtù» e «fortuna» Stampa E-mail

Domenico Fisichella

Il Risorgimento tra «virtù» e «fortuna»
La formazione dell'Italia unita e l'Europa


Casa Editrice Pagine, pagg.242, € 18,00

 

fisichella risorgimento0001  IL LIBRO – Nella classica distinzione che Niccolò Machiavelli traccia tra "fortuna" e "virtù", la prima altro non è che l'intreccio complesso e mobile delle circostanze entro cui si svolgono le umane vicende. A sua volta, la "virtù" è l'attitudine a individuare e perseguire uno scopo, affrontando le circostanze con determinazione e insieme prudenza, intelligenza critica e scelta dei tempi d'azione, equilibrio e capacità di osare, calcolo dei mezzi propri e altrui nel contesto dei fini ai quali puntare, cogliendo le opportunità e vagliando gli ostacoli.
  Partendo da lontano, il Risorgimento è il passaggio fondamentale che in Italia conduce, entro il difficile teatro europeo, alla costruzione della Nazione e dello Stato. Questo libro percorre le tappe di un processo istituzionale e politico, fatto in pari tempo di "fortuna" e "virtù", che è certo il più alto nella storia moderna della nostra Patria.
  Pubblicato in prima edizione nel luglio 2010 per i tipi della Carocci con il titolo "Il miracolo del Risorgimento. La formazione dell'Italia unita", il volume ha avuto un rapido e notevole successo. È ristampato nell'ottobre dello stesso anno, poi due volte nel dicembre, infine nel marzo e nel giugno 2011: una edizione e cinque ristampe, dunque, in una breve successione di tempo.
  Aggiornato e ampliato in più di un passaggio, il libro viene riproposto adesso (primo di altri due volumi che seguiranno, rispettivamente con i titoli "Dal Risorgimento al Fascismo, 1861-1922" e "Dittatura e Monarchia. L'Italia tra le due guerre", anch'essi aggiornati, e che complessivamente più di un lettore ha definito "trilogia nazionale") con un nuovo titolo. Pur suggestivo, il riferimento al "miracolo" si è prestato a un fraintendimento. Qualche commentatore, infatti, ha supposto che il processo di unificazione nazionale sviluppato nella stagione risorgimentale sia stato l'esito di qualcosa di ultroneo e inusitato rispetto al divenire storico, di qualcosa che passa sopra e oltre le menti, le volontà e le azioni umane, nonché sopra gli accadimenti quali si sono venuti articolando nel tempo. L'immagine del "miracolo", insomma, può comportare il rischio di sottovalutare meriti, propositi, errori dei protagonisti, singoli o collettivi, nonché condizioni di vario ordine che nella formazione di un evento, di una catena di eventi, intervengono ora frenando ora accelerando, ora assecondando ora ostacolando o addirittura impedendo questa o quella mossa, questo o quel risultato.

  DAL TESTO – "Un libro che si occupa di un percorso così lungo e accidentato come quello che, nel processo di formazione dell'unità italiana, conduce al Risorgimento, deve necessariamente evocare fatti istituzionali, politici, sociali, religiosi, economici, culturali, internazionali, perché i fatti contano. Ma non può essere soltanto una elencazione di accadimenti. Deve essere altresì, e per molti aspetti soprattutto, un libro di interpretazione, spiegazione, comparazione di vicende che, entro il quadro europeo, riguardano la nostra terra, quel piccolo o meno piccolo mondo che chiamiamo Italia. È difficile sciogliere questo dilemma: c'è un senso della storia e nella storia, oppure la storia è senza senso? Se per senso intendiamo che la storia è preordinata a un unico fine, la libertà, il progresso, l'uomo nuovo, o altro a scelta, allora è arduo concludere che la storia abbia un senso, e solo quello. Non ci sono binari precostituiti sulla cui linea si dipana il destino umano. La storia può essere libertà o servaggio, progresso o decadenza, uomo che resiste alle sue passioni o uomo che da esse si fa guidare. Ciò, però, non vuol dire che la storia sia un caos di fatti inesplicabili o, peggio, di fatti che chiunque sceglie ad arbitrio nell'immenso ripostiglio dei dettagli per ricostruire la storia a suo piacimento ideologico o di fazione. Lo studio delle vicende storiche è analisi delle condizioni, delle circostanze, degli intrecci in cui condizioni e circostanze si vengono a trovare, e il lavoro scientifico, come ci ricorda Max Weber, consiste nell'ordinare concettualmente tale realtà, la realtà nelle sue plurime espressioni. Compiere quest'opera, o almeno tentarla, aiuta a leggere il passato, ma fornisce altresì strumenti intellettuali per la comprensione del presente e per lanciare uno sguardo sul futuro. Scrivendo su quanto ci ha condotto al 1861 non si fa archeologia. Sappiamo misurare il tempo da allora trascorso, e quindi non ci sfuggono le differenze. Ma intanto ricordare è cosa buona e giusta, per dare a ciascuno il suo, per riparare ad oblii che troppo somigliano a rimozioni e censure. E poi, se guardiamo all'oggi con le lenti interpretative che ci fornisce la riflessione sul passato, chiare ci appaiono le alternative che si presentano alla coscienza nazionale, se una tale coscienza ancora esiste."

  L'AUTORE – Domenico Fisichella, professore ordinario di Dottrina dello Stato e di Scienza della Politica, ha insegnato nelle Università di Firenze, Roma Sapienza e Luiss. Senatore per quattro legislature, ministro per i Beni culturali e ambientali, vicepresidente del Senato per dieci anni, membro della Commissione bicamerale per la riforma costituzionale, componente il Consiglio scientifico della Treccani per dodici anni, medaglia d'oro ai Benemeriti della Cultura, Scuola e Arte, editorialista per decenni di importanti quotidiani ("La Nazione", "Il Tempo", "Il Sole 24 Ore", "Il Messaggero"), suoi lavori sono tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese, ungherese e rumeno.

  INDICE DELL'OPERA - Premessa - 1. Libertà feudale e libertà borghese (La statualità come requisito - Un popolo si affaccia alla storia - Caratteri del feudalesimo in Italia - Alle origini della civiltà comunale - Il potere temporale dei Papi - Un reticolo accomunante - Federico II di Svevia e la Chiesa - Il popolo come aggregato sociologico) - 2. L'Europa verso la modernità (Popolo e nazione: significati storici - Spinte centrifughe e ruolo dell'auctoritas - Selezione storica e dinastia nazionale - Monarchia, élites e Stato nazionale - Cristianesimo, diritto politico e diritto pubblico europeo) - 3. La stagione della Signoria (Una nuova forma istituzionale - Papato e sindrome dell'accerchiamento - Alleanze straniere e divisioni italiane) - 4. Rinascimento civile e crisi politica (La questione delle forze armate - L'Europa avanza, l'Italia arranca) - 5. Tra declino e ascesa (Controriforma e unità religiosa - Casa Savoia da contea a ducato - Emanuele Filiberto e Torino capitale) - 6. L'incidenza del fattore internazionale (Roma, Toscana, Venezia: caduta di ruolo politico - Spregiudicatezza ed equilibrio dinamico - Istituzione militare e vertice dello Stato - Il primo re sabaudo: da Sicilia a Sardegna - Impegno autonomo di riforme) - 7. Tra teoria e pratica: una difficile combinazione (Gli Asburgo e le loro «colonie italiane» - Settecento fisiocratico e questione agricola - Decadenza delle repubbliche aristo-oligarchiche - Élite culturale e aspettative civili - Sovranità, assolutezza, illuminismo - Stati cattolici e politica ecclesiastica) - 8. Riforme nel segno della continuità (I dilemmi della politica internazionale - Problema linguistico in Sardegna e crisi agraria in Piemonte) - 9. La discontinuità storica della Rivoluzione francese (Il Terzo Stato si proclama Assemblea Nazionale - Il concetto di nazione dalla complessità alla semplicità - Sovranità nazionale e sovranità popolare - Patriottismo escludente e cosmopolitismo: lo spirito del mondo - L'Impero repubblicano di Napoleone il Grande – L'eversione dell'ordine europeo) - 10. Italia e principio di nazionalità (Vita e morte delle repubbliche "democratizzate" - Il dominio francese nella penisola - Sicilia e Sardegna rifugio dei re - Capire il popolo, perché il popolo capisca) - 11. L'età della Restaurazione (Le conseguenze del Congresso di Vienna - L'azione diplomatica del Regno sabaudo e Genova - Legittimità, equilibrio, nazionalità) - 12. Lo spirito repubblicano in Italia (Il fascino dell'esempio francese - Rivoluzioni o insurrezioni, rivolte, cospirazioni? - Vincenzo Gioberti e l'ipotesi federalista - Antonio Rosmini tra "naturale varietà" e autorità pontificia - Venezia, Napoli, Roma. Perché non così? - Carlo Cattaneo repubblicano anti-unitario - Giuseppe Mazzini repubblicano unitario) - 13. Il Quarantotto anno di svolta (Borghesia e virtù patriottica - Il mito del popolo in rivoluzione) - 14. Il ruolo politico di Carlo Alberto (Storia nazionale e storie "locali" - L'orgoglio militare offeso e la reggenza - Legge salica e problema della successione - La conservazione dello Stato è dovere del sovrano - Superare la crisi economica e sociale - Riforme nel segno della tradizione - La prima guerra di indipendenza e Pio IX) - 15. Le grandi scelte di Vittorio Emanuele II (Verso Roma: il chiodo fisso di Alessandro Manzoni - La più antica stirpe sovrana d'Europa - Camillo Benso di Cavour tra connubio e diplomazia) - 16. La seconda guerra di indipendenza (Il proclama di Moncalieri - Giuseppe Garibaldi dice no alle insurrezioni - Dalla Crimea al Congresso di Parigi - Plombières e il grido di dolore - Nascono i Cacciatori delle Alpi - L'armistizio di Villafranca - Plebisciti: Toscana, Emilia, Nizza, Savoia) - 17. Nasce il Regno d'Italia (La rivolta di Palermo - I garibaldini a Napoli - La posizione della Gran Bretagna) - Conclusione - Nota bibliografica