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Principi di politica impopolare

rensi impopolare  "Più che impopolari, questi 'Principi di politica' che Giuseppe Rensi pubblicò per la prima volta in volume nel 1920, nel pieno del Biennio rosso, e da decenni introvabili se non in poche biblioteche, suonano oggi proprio blasfemi. Prendiamo la sua posizione nel dibattito sul voto alle donne, appena introdotto in Gran Bretagna e nella Repubblica di Weimar, ma non ancora nella laicissima Francia della Terza Repubblica: "Che dire dell'elettorato femminile da buttarsi là per pura rettorica ad un paese in cui solo sette od otto signore lo reclamano? La donna uguale all'uomo, libera, padrona!...

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Il populismo nella prospettiva della scienza politica

chiapponi populismo  Che cosa è il populismo? A fronte di questo interrogativo, la risposta non è facile: tanto gli osservatori più interessati al fenomeno (i media, gli intellettuali, gli stessi leader politici), quanto gli scienziati politici e sociali appaiono confusi e tendono ad assumere posizioni ambivalenti. L'etichetta di "populisti", non di rado utilizzata come arma nell'agone politico, è stata via via attribuita a partiti e uomini politici quali, ad esempio Charles De Gaulle e Silvio Berlusconi, Jean-Marie Le Pen e Umberto Bossi, Geert Wilders e Beppe Grillo, Ronald Reagan e perfino Matteo Renzi. Alla luce di questo insieme così composito, e...

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La critica hegeliana a Fichte

furlani critica  Il problema del rapporto tra il pensiero di Fichte e quello di Hegel assume significato innanzitutto all'interno della discussione storico-filosofica sull'idealismo tedesco in particolare tra rinascita degli studi su Fichte - consolidata e ancora proficua - e ricerca sul pensiero di Hegel, ricerca che continua a trovare prospettive di approfondimento e di confronto sempre nuove. Inoltre, ma soprattutto, mette in questione due modi di pensare vicinissimi e lontani. Condividendo la posizione del problema filosofico (quella kantiana), l'insoddisfazione davanti alle soluzione prospettate e l'obiettivo (il...

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Gas in Etiopia

belladonna gas  «La guerra d'Etiopia non è stata soltanto la più grande campagna coloniale della Storia contemporanea, ma anche, probabilmente, la miccia che ha fatto scoppiare la seconda guerra mondiale. Mussolini cominciò a prepararla sin dal 1925 e volle che fosse una guerra rapida, micidiale, assolutamente distruttiva. Per questa ragione mandò in Africa orientale mezzo milione di uomini armati alla perfezione, tanti aeroplani da oscurare il cielo, carri armati e cannoni in numero tale da sguarnire le riserve della madrepatria. E per essere sicuro della vittoria, autorizzò anche l'uso di un'arma proibita...

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