Claudio Borghi Aquilini
Vent'anni di sovranismo Dall'euro a Trump
Guerini e Associati, pagg.208, € 18,50
"Vent'anni di sovranismo. Dall'euro a Trump" di Claudio Borghi Aquilini si propone come un articolato tentativo di sistematizzazione e interpretazione del fenomeno sovranista attraverso la lente di un protagonista diretto della scenario politico-economico italiano. L'autore, economista con una solida esperienza nei mercati finanziari e figura di rilievo nel dibattito euroscettico nazionale, intreccia narrazione autobiografica, analisi politica e riflessione economica in un'opera che ambisce a fornire una genealogia ideologica e operativa del sovranismo contemporaneo.
Il filo conduttore del testo è rappresentato dall'assunto secondo cui le trasformazioni geopolitiche e socio-economiche degli ultimi due decenni vanno comprese a partire dal progressivo disallineamento tra istituzioni sovranazionali e bisogni democratici nazionali. L'introduzione dell'euro, la crisi del 2008, la gestione dell'austerità nell'eurozona, la Brexit, la presidenza Trump e l'ascesa di governi identitari in Europa (con un focus sull'Italia) sono tematizzati come esiti convergenti di una tensione sistemica tra tecnocrazia globale e autodeterminazione popolare.
L'approccio di Borghi è argomentato con rigore e scandito da riferimenti economici che riflettono una lettura eterodossa ma coesa della macroeconomia europea post-Maastricht. Il suo è un tentativo di reinscrivere il sovranismo entro un paradigma di "resistenza democratica" all'egemonia finanziaria e burocratica delle istituzioni UE, tesi che, sebbene divisiva, viene sostenuta con coerenza logica e notevole capacità divulgativa.
Particolare rilievo è attribuito alla vicenda italiana, delineata come caso emblematico di decostruzione della sovranità economica in nome della convergenza monetaria europea. Borghi ripercorre in modo critico le tappe dell'adesione all'euro, denunciando l'inadeguatezza strutturale dell'Italia rispetto ai criteri di Maastricht e rilevando le conseguenze asimmetriche dell'unione monetaria sui Paesi periferici. In questo quadro, l'autore propone una tesi esplicita: la moneta unica, lungi dall'essere un veicolo di integrazione, avrebbe agito come vincolo esterno inibitore di politiche economiche autonome, contribuendo alla stagnazione produttiva e all'esplosione del debito pubblico.
Lungi dal limitarsi alla diagnosi, l'autore avanza una proposta di ricostruzione istituzionale fondata sul recupero della sovranità monetaria, evocando l'ipotesi di un'uscita controllata dall'eurozona come premessa necessaria per restituire margini di manovra alla politica economica nazionale. Sebbene tale opzione sia scarsamente condivisa nei consessi accademici mainstream, essa viene qui articolata in termini operativi e contestualizzata all'interno di un più ampio progetto di rifondazione del patto democratico tra Stato e cittadino.
Al di là della dimensione strettamente economica, "Vent'anni di sovranismo" propone una riflessione più ampia sul senso della rappresentanza e sulla crisi di legittimità delle istituzioni politiche occidentali. Borghi individua nel populismo — declinato non come degenerazione, bensì come forma legittima di espressione della volontà popolare — la cifra distintiva del nuovo ciclo politico apertosi con l'elezione di Trump e con la riconfigurazione degli equilibri partitici in Europa. In questo senso, il sovranismo viene descritto non solo come risposta difensiva, ma anche come tentativo di ricostruzione dell'ordine politico su basi nazionali, democratiche e identitarie.
La dimensione personale dell'opera — che si manifesta nella narrazione in prima persona delle vicende parlamentari e delle battaglie mediatiche dell'autore — conferisce al testo una dimensione testimoniale utile alla comprensione della genesi concreta di un movimento ideologico. L'intersezione tra analisi e vissuto politico rafforza la densità argomentativa del volume, rendendolo un documento significativo non solo sotto il profilo teorico, ma anche dal punto di vista storico-politico.
Il testo ha il merito di dare sistematicità a un discorso spesso relegato alla polemica contingente, contribuendo a restituire dignità teorica a posizioni frequentemente marginalizzate nel dibattito accademico dominante. Pur nella necessaria distanza critica che una lettura obiettiva impone, l'opera di Borghi Aquilini rappresenta una fonte preziosa per studiare la genesi e le articolazioni del sovranismo contemporaneo, nonché il suo impatto sulle traiettorie democratiche delle società europee.
In definitiva, si tratta di un lavoro che sollecita interrogativi profondi e legittimi sulla sostenibilità politico-istituzionale dell'attuale configurazione dell'Unione Europea, e che, per tale ragione, merita attenzione.
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