Thomas Hobbes Stampa E-mail

Gregorio Baldin

Thomas Hobbes
Filosofia e politica nell'Europa del Seicento


Carocci Editore, pagg.348, € 35,00

 

baldin thomashobbes  Gregorio Baldin, con "Thomas Hobbes. Filosofia e politica nell'Europa del Seicento", propone un contributo di spessore all'indagine hobbesiana e alla riflessione storiografica sulla filosofia del Seicento. Con rigore filologico e acutezza interpretativa, l'autore ricostruisce un profilo di Hobbes non circoscritto al "Leviathan", ma capace di restituirne la multiforme opera scientifica, matematica, storica e letteraria.

  Baldin inizia con una ricostruzione del contesto europeo, dall'esperienza continentale di Hobbes — segnata dall'incontro con la rivoluzione scientifica galileiana e dagli ambienti filosofici italiani — fino alle turbolenze politiche che investono l'Inghilterra del XVII secolo. Questo sfondo non è mera scenografia: diventa piuttosto elemento strutturante per comprendere la consistenza teorica del filosofo, le sue revisioni epistemologiche e le sue riflessioni sulla natura del potere politico.

  La ricchezza del metodo emerge nella consultazione di fonti poco esplorate — manoscritti autografi, corrispondenze e marginalia — che offrono allo studioso i materiali per una ricostruzione partecipata della genesi del pensiero di Hobbes. Ne deriva un impianto di ricerca documentariamente robusto, idoneo ad andare al di là della vulgata intellettuale consolidata.

  La forza del volume risiede nella sensibilità con cui Baldin affronta la complessità sistematica dell'opera hobbesiana: la concezione meccanicista della materia, l'elaborazione teorica del contratto sociale, e la ridefinizione critica del rapporto tra potere civile e autorità religiosa. In particolare, la lettura integrata dell'idea di sovranità nel "De Cive" e nel "Leviathan" mette in luce una progressione concettuale che non riduce Hobbes a un teorico monocorde, ma a un pensatore in continua transizione dialogica con le scienze e con le vicende confessionali del suo tempo.

  Si apprezza la capacità dell'autore di evidenziare i punti di contatto tra la filosofia naturale e quella politica, per esempio nelle riflessioni sul moto e sulla percezione, che attingono sia alle sue posizioni meccaniciste sia alla sua formazione matematica. Sullo sfondo si intravedono — come Baldin già aveva mostrato in "Hobbes and Galileo" (2020) — i legami con il metodo sperimentale e l'euristica del paradigma scientifico galileiano.

  Baldin articola un'interpretazione che individua in Hobbes una risposta complessa alle crisi del suo tempo: dalla frammentazione religiosa alle pressioni politiche, dalla subordinazione alla Chiesa alla fondazione dello Stato moderno. L'idea di "velato agnosticismo" emerge non come etichetta, ma come strumento esplicativo della tensione hobbesiana tra scienza e trascendenza: una tensione che conferisce alla sua proposta filosofica una profonda ambivalenza epistemologica.

  L'analisi critica tocca anche i limiti teorici di Hobbes: la riduzione antropologica dell'individuo al moto, il rischio di uno Stato onnipotente privo di contrappesi, l'inevitabile reticenza sul tema della libertà politica. Questi aspetti non vengono dipinti pedissequamente, ma inseriti in un discorso argomentativo che ne restituisce la valenza dialettica: punti di forza e nodi problematici emergono nella loro intrinseca interconnessione.

  Il linguaggio, sobrio e accurato, rispetta le esigenze di una platea specialistica: termini tecnici sono adoperati con precisione, senza sovrastrutture retoriche, e la prosa mantiene spessore senza sacrificare la chiarezza. Il volume è coerente: la scansione delle sezioni — che non si affrancano da una linea cronologico‑tematica — favorisce una lettura fluida, pur senza rinunciare a un'adeguata articolazione concettuale.

  Nel panorama editoriale, il libro si distingue per l'efficacia nel rinnovare la lettura hobbesiana, integrando storia intellettuale e filosofia politica, ricerca d'archivio e lettura critica. In tal senso, risponde alla domanda teorica: in che misura Hobbes può essere considerato "modernista" non solo per la sua teoria politica, ma anche per la sua adozione di paradigmi scientifici emergenti?

  Il testo rappresenta, dunque, un contributo esemplare nel campo degli studi hobbesiani e della storia della filosofia moderna. Baldin offre una ricostruzione rigorosa, pluralistica e dialogica del pensiero di Hobbes, restituendone la complessità teorica e insieme la tensione storica. Ciò che emerge con chiarezza è il ritratto di un autore capace ancora oggi di interrogare la relazione tra scienza, politica ed esperienza moderna.

La Redazione

28 giugno 2025