Perché uccisero Mussolini e Claretta Stampa E-mail

Franco Servello – Luciano Garibaldi

Perché uccisero Mussolini e Claretta. Oro e sangue a Dongo

Rubbettino, pagg.216, Euro 16,00

 

servello_garibaldi  IL LIBRO – Chi ordinò la fucilazione di Mussolini, l'assassinio di Claretta Petacci e le sedici uccisioni di Dongo? Come fu possibile definire "gerarchi fascisti" un capitano d'aviazione come Pietro Calistri e un impiegato ministeriale come Mario Nudi? Quale organo giudiziario emise quelle sentenze di morte? Nessuno. A 65 anni dai fatti che determinarono l'esordio dell'Italia postfascista, è forse arrivato il momento di conoscere la verità. Vi si impegnano, con questo libro, Franco Servello e Luciano Garibaldi.

  Pezzo forte del libro è la riscoperta delle coraggiose e, per molti versi, sensazionali inchieste pubblicate sul «Meridiano d'Italia» tra le quali quelle sull'oro di Dongo: la sua consistenza (pari a 200 milioni di euro odierni), chi se ne impossessò, chi assassinò il "capitano Neri", la partigiana "Gianna" e tutti gli altri che si opponevano alla grande rapina. Fu quell'inchiesta a segnare la sorte di Franco De Agazio, assassinato a Milano dalla «Volante Rossa». Il Libro è arricchito da un testo fondamenteale, fino a oggi ignorato: le dodici puntate-scoop scritte per il «Meridiano» da uno di coloro che avrebbero dovuto essere fucilati a Dongo e che riuscì a sfuggire alla morte, pur assistendo, nascosto tra la folla, all'atto di nascita - tra l'oro e il sangue - della Prima Repubblica.

  DAL TESTO – “In cinque puntate, pubblicate sui numeri che vanno dal 29 (22 settembre 1945) al 33 (20 ottobre 1946), il «Meridiano d'Italia» pubblicò quella che resta a tutt'oggi la più importante ed esauriente inchiesta sulla sorte di ciò che passò alla storia come «l'oro di Dongo», ovvero i valori sequestrati dai partigiani della 52.a Divisione Garibaldi alla colonna di Benito Mussolini e dei suoi ministri. Non è stato mai chiarito ufficialmente che fine fece quell'ingente patrimonio. Non vi riuscì il processo di Padova del 1956, interrotto e non più ripreso in seguito al misterioso e mai chiarito suicidio di uno dei giudici popolari, così come non vi riuscirono né storici né giornalisti attratti dai misteri dell'avvincente e sanguinoso giallo (non si dimentichi la catena di morti che seguì alla scomparsa del tesoro). Vi riuscì, però, Franco De Agazio, che, non facendo firmare le puntate dell'inchiesta da alcuno dei suoi collaboratori, se ne assunse automaticamente la responsabilità. Sfidando così le pallottole di coloro che apertamente - e per primo - accusò di essersi impossessati del tesoro: i dirigenti del Partito Comunista Italiano. L'inchiesta fu preceduta da una serie di «strilli» in prima pagina nei quali si poteva leggere: «Chi ha rubato il tesoro di Mussolini? Prossimamente, su "Meridiano d'Italia", sensazionali e decisive rivelazioni documentate faranno luce intorno allo scandaloso episodio». Ed ecco la prima puntata che, oltre a denunciare la sospensione delle indagini sulla scomparsa del tesoro, ne valuta per la prima volta la consistenza: oltre al miliardo di lire (dell'epoca) fatto prelevare dal ministro dell'Economia Pellegrini-Giampietro, al momento della fuga da Milano, dal conto del Partito Fascista Repubblicano, il valore globale non era inferiore ai 10 miliardi di lire (dell'epoca): qualcosa come 200 milioni di euro odierni.”

  GLI AUTORI – Franco Servello ha ricoperto importanti incarichi nel Msi e successivamente in An, di cui è stato alla presidente dell'assemblea nazionale fino alla confluenza del partito nel Popolo della Libertà. Come giornalista, ha iniziato la sua attività nell'immediato dopo- guerra dirigendo il “Meridiano d'Italia”. Nel 1958 è stato eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati e nel '69, con la segreteria Almirante, è diventato segretario amministrativo e quindi vicesegretario nazionale del Msi-Dn. È stato membro della Camera e poi del Senato per undici legislature. Tra i suoi libri, Ventitreesima Ora, II complotto, 40 e li dimostra, Caro Fini, Italia addio?, Revisionismo, la caduta dei tabù, 60 anni in Fiamma.

  Luciano Garibaldi, giornalista professionista dal 1957, nella sua lunga carriera è stato inviato speciale, caporedattore e vicedirettore di quotidiani («Corriere Mercantile», «La Nazione», «Roma», «Il Giornale», «La Notte») e settimanali («Tempo», «Gente»). Tra i suoi numerosi libri ricordiamo: Un secolo di guerre; Operazione Walkiria. Hitler deve morire; Il secolo in breve. Persone e storie del Novecento; I giusti del 25 aprile. Chi uccise i partigiani eroi?; La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci?; Le soldatesse di Mussolini.

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione di Aldo Di Lello - Introduzione - La Pacificazione - L'oro di Dongo - La morte del Duce - Inserto fotografico (Il trionfo - La guerra – La fine) - Bill: l'altra voce - «Gianna» e «Neri»: un conto aperto - Il Re? Non risponde - Franco De Agazio: una voce da far tacere per sempre – Postfazione. Dieci domande senza risposta, di Luciano Garibaldi - Note