L’Eskimo in redazione Stampa E-mail

Michele Brambilla

L’Eskimo in redazione. Quando le Brigate rosse erano «sedicenti»

Ares, pagg.264, Euro 15,00

 

brambilla_eskimo_in_redazione  IL LIBRO – Se si leggono le ricostruzioni che storici e giornalisti fanno degli anni di piombo, sembra che i brigatisti rossi e i loro stretti parenti siano sempre stati considerati dei folli, isolati da tutto il resto del Paese. Sembra che il progetto di una società comunista, da realizzare attraverso una rivoluzione, sia stata una pazza idea nelle menti di pochi. Ma non andò così. Per una decina d’anni, diciamo dal 1968 in poi, l’estremismo di sinistra poté godere della benevolenza, del consenso, e a volte della complicità della maggior parte dei giornali e del mondo della cultura ufficiale. Ci volle il cadavere di Moro fatto trovare a metà strada fra le sedi della Dc e del Pci per interrompere una mistificazione che i mass media conducevano dal tempo della scoperta dei primi covi delle Brigate Rosse. Per dieci anni gli italiani furono ingannati dai nove decimi della stampa nazionale, che chiamò «sedicenti» le Brigate Rosse e nascose e negò qualsiasi episodio di violenza e di estrema sinistra. Perché accadde tutto questo? Molti giornalisti agirono per fede politica. Ma molti altri, più semplicemente, si accodarono seguendo il vento, che in quel momento sembrava portare a un immancabile trionfo del marxismo. Così, legioni di cronisti «borghesi» si misero l’eskimo, confermando una vecchia battuta di Leo Longanesi, e cioè che lo stemma al centro della bandiera italiana dovrebbe essere la scritta: «Ho famiglia».

  Questo libro, il cui titolo è entrato a suon di edizioni nell’immaginario collettivo come la sintesi più efficace di un dato periodo di giornalismo italiano, riporta fra virgolette che cosa scrissero i giornali sui principali episodi di violenza dell’estrema sinistra. Il lettore della presente nuova edizione rivista e aggiornata, a distanza di tanti anni dalla prima del 1990, continuerà a stupirsi, incredulo.

   DAL TESTO – “[…] L'Eskimo in redazione, lungi dall'essere un libro contro la sinistra, è un libro di denuncia di uno dei vizi mai morti della nostra categoria: il conformismo. Negli anni Settanta sembrava che nulla potesse fermare le «sorti magnifiche e progressive» della sinistra: e la maggior parte dei giornalisti si allineò. Ma si allineò così come molti altri si erano già sdraiati e si sdraieranno poi, in periodi diversi, sulle posizioni del vincente di turno. Siamo il Paese in cui si era tutti fascisti con il fascismo, tutti partigiani dopo il 25 aprile, tutti democristiani nella Rai degli anni Sessanta, tutti prima craxiani e poi anticraxiani, per poi tornare craxiani quando è scattata l'ora immancabile del revisionismo, perché noi italiani siamo così: esaltiamo, condanniamo e riabilitiamo.

  “Oggi direi che il nuovo conformismo è bipolare, in ossequio al nuovo sistema. Non c'è più un pensiero unico. C'è chi sta di qua e chi sta di là: si litiga, con sempre maggiore veemenza e in qualche caso - mi riferisco ad alcuni giornali - con una grevità e una volgarità che fanno quasi rimpiangere il giornalismo degli anni Settanta. Resta l'abitudine di accodarsi a un pensiero di moda. Resta il rinunciare alla propria libertà di critica per aderire aprioristicamente alla parte che s'è scelta.”

  L’AUTORE – Michele Brambilla (Monza, 1° novembre 1958), giornalista, lavora a La Stampa come inviato ed editorialista.

  INDICE DELL’OPERA - Introduzione alla decima edizione, di Michele Brambilla - Presentazione, di Indro Montanelli - Le sedicenti Brigate Rosse (Un invisibile Minculpop rosso - «Sono antidivorzisti» - La strategia della tensione - «Sono fascisti mascherati» - «Puri scopi dimostrativi» - La verità nascosta) - Un passo indietro: Annarumma, gli scontri & il rapporto Mazza (Gli opposti estremismi - «Prefetto sciocco, oppure fazioso» - La guerriglia urbana - Le opinioni di «Panorama» - Il fascista Don Camillo - La «riabilitazione» di Mazza) - «È Feltrinelli il morto del traliccio» (Il coro: «È un delitto» - Le cronache: «È un complotto» - Montanelli & pochi altri - L'autocritica) - Calabresi, il «commissario finestra» (Le vignette, le bugie, le minacce - Intellettuali a mano armata - La sentenza del giudice democratico - Senza pace anche da morto - Caccia alle streghe - Parola di sindaco - Da quella finestra - Dieci anni per capire - Il processo Sofri) - Ramelli & Brasili: un morto di destra & un morto di sinistra (Ucciso un missino? «È un delitto fascista» - «Solo a destra si uccide» - Ma l'omicidio non ha colore) - Quando spararono a Montanelli (Il «Corriere» di Ottone - La scissione: nasce «Il Giornale» - I processi di via Solferino - Dieci anni dopo) – Due fatti di cronaca nera (L'omicidio Pasolini - «Esiste un'altra versione» - «Delitto politico» - Controcorrente - Ed ecco che spunta Gladio - La strage di Doretta Graneris - «Vendetta contro i partigiani») - Indice dei nomi & delle testate – Indice