Schegge futuriste Stampa E-mail

a cura di Mauro Cozzi e Angela Sanna

Schegge futuriste
Studi e ricerche

Casa Editrice Leo S. Olschki, pagg.XVIII-196, € 25,00

 

cozzi_sanna_schegge  IL LIBRO – Nella veste di una raccolta di scritti di autori di varia età e provenienza, queste "schegge" sono scaturite dalle celebrazioni del centenario della fondazione del Futurismo. Grazie a una prospettiva critica che supera i limiti temporali solitamente assegnati a questo movimento, i contributi qui presentati ne esplorano le sfaccettature meno note, dalla fase iniziale al cosiddetto Secondo Futurismo fino a giungere agli anni sessanta e oltre, quando i suoi effetti e le sue suggestioni, tutt'altro che esauriti, rivivono nelle poetiche e nelle ricerche formali delle neoavanguardie. Riflettendo la complessità e l'estensione culturale del Futurismo, gli orizzonti di questa miscellanea abbracciano i più diversi settori della creatività, dalla pittura all'architettura, dalla critica d'arte alla progettazione dei giardini, dalla fotografia alla cinematografia, dalle arti applicate all'ingegneria. Il lettore può così disporre di un ampio ventaglio di analisi e di ipotesi critiche che pongono in luce alcuni aspetti peculiari della produzione non solo dei protagonisti ma anche di personalità che sono al margine del movimento. In questo variegato contesto spiccano così i nomi di Giacomo Balla, del quale viene pubblicata per la prima volta la serie di bozzetti degli Uffizi, di Filippo Tommaso Marinetti e Ardengo Soffici, dal cui carteggio emergono alcune pagine inedite, o infine di Roberto Longhi, presentato come "prosatore plastico e futurista". Nel volume trovano spazio anche artisti come Thayaht ed Emilio Notte, le cui rispettive vicende culturali vengono ripercorse alla luce di nuove scoperte e ricerche documentarie. Altre indagini spingono verso ambiti affascinanti quanto specifici, dalla ricezione dell'occultismo nella teoria e nella pratica futuriste fino ai "futurfiori" e alla realizzazione di giardini "dinamici". L'architettura viene indagata su più livelli, sia nell'opera di architetti ufficialmente affiliati alla causa del movimento, come Angiolo Mazzoni o Virgilio Marchi, sia in quella di progettisti indipendenti dal Futurismo ma non immuni dai suoi influssi, come Pier Luigi Nervi. Tra le varie riflessioni critiche ci si interroga anche sul rapporto tra Futurismo e architettura nei decenni successivi al secondo conflitto, con la testimonianza di Gilberto Corretti, uno dei fondatori di Archizoom, che si sofferma su quella vivace stagione dell'avanguardia e del designo. In quest'ottica si inserisce anche l'analisi dell'opera di Enrico Baj, artista che ha intrattenuto un rapporto controverso con le idee programmatiche del movimento rinnovandone la spinta innovativa ma rifiutandone la retorica aggressiva. In questa panoramica ampia e trasversale, rivolta sia allo specialista che all'amatore d'arte, il Futurismo rivela non soltanto il suo volto di avanguardia travolgente ma anche quello di feconda e permanente fonte culturale e artistica.

  DAL TESTO – “Quale avanguardia radicale il futurismo ha presto messo in campo la necessità di scavalcare i limiti della pittura e della scultura a vantaggio di un'integrazione globale dei mezzi espressivi, proclamata dalla «Ricostruzione futurista dell'universo». Nel clima culturale europeo che aveva visto affermarsi lo stile modernista e le secessioni, i futuristi si pongono l'obiettivo di trasformare e secolarizzare i linguaggi formali plastici, pittorici e decorativi, convinti che potessero estendersi e incidere nella vita quotidiana individuale e collettiva. In quest'ottica, consapevole dei nuovi ritmi produttivi e sociali, la produzione di tessuti, di ceramiche, e perfino la moda alimentano, attraverso la progettualità, il passaggio dalla pittura alle arti applicate. Un obiettivo che, sulla scia di un nascente design, viene poi raggiunto all'interno delle stesse case d'arte futuriste, come quelle di Depero a Rovereto o di Prampolini e di Balla a Roma. Con particolare riferimento a quest'ultimo, la vitalità, il dinamismo e perfino la poetica futurista penetrano in una nuova tipologia di arredo che, oltre a oggetti più importanti, si esprime, come mostrano i disegni inediti qui studiati e riprodotti, in bozzetti per ricami e per cuscini, e in motivi per piatti e ceramiche. È del resto a Balla e Depero che si deve l'arruolamento della ceramica nella ricostruzione planetaria futurista, attraverso l'utilizzo di forme astratte. Questo slancio di creatività, che nei casi più audaci si traduce in proposte sgargianti e fortemente asimmetriche, istituisce un rapporto sempre più stretto tra arte e vita, andando ben oltre la proposta teorica dei manifesti e penetrando nella case, ma anche, con l'abbigliamento, come provano anche la famosa tuta di Thayaht o i gilet di Depero, nella strada, nei teatri, e nei luoghi del quotidiano.”

  I CURATORI – Mauro Cozzi insegna Storia dell'architettura nell'Università di Firenze. Si interessa soprattutto dell'architettura e delle arti decorative dell'Ottocento e del Novecento. Con R. Bossaglia ha pubblicato I Coppedè (1982); da solo o con altri studiosi si è occupato delle vicende ottocentesche del duomo di Firenze, con più volumi dell'edilizia in Toscana del XIX e del XX secolo e dell'industria artistica del medio Ottocento. Ha curato, con E. Godoli e P. Pettenella, un volume su Angiolo Mazzoni (2003) e, nell'ambito del medesimo filone di ricerca, gli atti del convegno sull'architettura ferroviaria dell'Ottocento. Recentemente ha lavorato sui Palazzi delle poste italiane nel periodo fra le due guerre, e sull'architettura delle sale cinematografiche.
  Angela Sanna, docente di Storia dell'arte presso l'Accademia di Belle Arti di Urbino, è dottore di ricerca dell'Université de Paris 1 Panthéon-Sorbonne, dove ha discusso una tesi su Baj, Jaguer et le mouvement Phases. Ha lavorato con il Museo Casa Siviero di Firenze, per il quale ha curato i cataloghi delle opere dal Medioevo al '700 e del '900 (Olschki, Firenze) e collaborato alle mostre su Siviero e Manzù, Soffici, Annigoni, Berti, Pignotti. Autrice di saggi su Baj, il surrealismo e Phases (in «Histoire de l'art»; «Studiolo»; «Pleine Marge»), si è occupata di scritti d'artisti (di Baj, Breton, Annigoni-Abscondita, Milano), nonché di pubblicazioni e DVD su musei internazionali (E-ducation/Scala Group). Ha curato numerose mostre di artisti contemporanei.

  INDICE DELL’OPERA – Presentazione, di Luigi Zangheri – Presentazione, di Francesco Gurrieri -  Introduzione dei curatori Mauro Cozzi e Angela Sanna - Ringraziamenti - Dinamismo di forme nei bozzetti inediti di Balla del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, di Mirella Branca - Inediti della corrispondenza Soffici-Marinetti, di Giulia Ballerini - Genesi di una critica d’avanguardia. Longhi prosatore plastico e futurista. Elzeviri, di Giovanna Uzzani - Dieci disegni futuristi inediti del pittore Emilio Notte, di Riccardo Notte - Biologia degli spiriti dinamici. Implicazioni dello spiritismo futurista, di Francesco Galluzzi - Giardini e futurismi, di Gabriella Carapelli - Virgilio Marchi a Castelfiorentino, di Luigi Zangheri - Precisazioni e documenti inediti per Thayaht, di Mauro Pratesi -  Il Futurismo degli ingegneri: i disegni di Pier Luigi Nervi, di Mauro Cozzi - Il cantiere della colonia Rosa Maltoni Mussolini a Calambrone, di Sara Romano - Futurismo e razionalismo nell’archivio dell’ingegner Ubaldo Cassi, di Francesco Lensi - Futurismo antifuturista di Baj, di Angela Sanna - Archizoom e futurismo, di Gilberto Corretti - Gli Autori - Indice dei nomi