Azerbaigian e Unione Europea Stampa E-mail

a cura di Michela Ceccorulli ed Enrico Fassi

Azerbaigian e Unione Europea

Sandro Teti Editore, pagg.170, € 17,00

ceccorulli azerbaigian  IL LIBRO – Negli ultimi anni l'Azerbaigian è diventato un importante obiettivo della cooperazione dell'Unione Europea, all'interno del Partenariato orientale (EaP). Situato in una posizione strategica, tra le principali potenze regionali e al crocevia di potenziali conflitti, Baku sta assumendo sempre maggiore importanza per Bruxelles.
  L'Azerbaigian riveste un ruolo-chiave nel settore energetico che lo rende vitale per l'Europa ai fini della sicurezza degli approvvigionamenti. Questo testo nasce dalla necessità di descrivere in modo compiuto il ruolo di questo Paese nel panorama europeo, nonché di fornire uno strumento utile e aggiornato per approfondire le relazioni tra UE e Azerbaigian in aree tematiche fondamentali e di comune interesse.

  DAL TESTO – "Nel settore petrolifero, dunque, l'interscambio tra l'Azerbaigian e i paesi europei si inscrive all'interno delle più ampie dinamiche di mercato globali, lasciando poco spazio a politiche energetiche nazionali. Nella prospettiva di un rafforzamento dei rapporti bilaterali, l'unica misura che può apparire efficace è quella degli investimenti nelle reciproche economie. Dal lato europeo, l'impegno diretto delle grandi multinazionali nelle attività di produzione in Azerbaigian è massiccio fin dai primi anni dell'indipendenza, soprattutto da parte di BP e, in misura minore, di Total. Dal lato azerbaigiano, l'ampia disponibilità di capitali creata dalla vertiginosa crescita delle rendite petrolifere, arrivate a quasi 15 miliardi di euro l'anno, ha consentito la creazione di un fondo sovrano (SOFAZ), con una dotazione che nel 2011 ammontava a 25,5 miliardi di euro. Investire parte di questi capitali nella raffinazione e nella distribuzione nei mercati europei sarebbe una strategia in grado di portare a un notevole rafforzamento dei rapporti bilaterali, facendo dell'interscambio energetico un'occasione di ampliamento della cooperazione.
  "Rispetto al caso del petrolio, il trasporto del gas naturale limita maggiormente gli attori coinvolti. La modalità principale di trasporto è il gasdotto, che non richiede tecnologie particolarmente sofisticate ed è economicamente competitivo, soprattutto se sfruttato per lunghi periodi. I gasdotti tuttavia impongono un vincolo molto forte ai paesi coinvolti nella loro realizzazione, perché, oltre a richiedere enormi capitali, collegano in modo permanente un acquirente e un compratore. Una volta realizzato, un gasdotto non può essere utilizzato per rifornire un cliente diverso. A differenza del petrolio, nel caso del gas naturale l'investimento crea dunque di per sé un vincolo alla cooperazione tra specifici paesi esportatori, produttori e di transito.
  "Un'importante conseguenza dell'estensivo impiego di gasdotti è che i mercati internazionali si sono sviluppati su scala regionale anziché globale. Esistono infatti tre grandi mercati regionali al mondo (Europa, Nord America e Asia), ciascuno con le proprie dinamiche di prezzo e con un livello limitato di intercambiabilità dei flussi, consentita dal trasporto tramite gas naturale liquefatto (GNL). L'uso del GNL richiede tuttavia impianti sofisticati per la liquefazione e impone l'uso di navi costose per il trasporto, con un complessivo aumento di costi, soprattutto sulle distanze inferiori ai 4.000 km. Nonostante l'importante sviluppo a livello mondiale (è arrivato a coprire oggi oltre il 25% del mercato mondiale), il GNL è utilizzato soprattutto in Asia orientale e, in misura minore, in Europa. La disponibilità di gas attraverso gasdotti già esistenti e l'ampia diffusione dei contratti di lungo periodo rendono tuttavia improbabile che il GNL possa mettere in discussione il primato del trasporto via tubo sul mercato regionale europeo."

  I CURATORI – Michela Ceccorulli ha conseguito il dottorato di ricerca in Sistemi Politici e Cambiamento Istituzionale presso IMT, Lucca e il Master of Arts in Relazioni Internazionali ed Economia Internazionale presso SAIS, John Hopkins University. Attualmente è assegnista di ricerca presso il Polo Scientifico-Didattico di Forlì, Università di Bologna. I suoi interessi riguardano sicurezza, cooperazione e migrazioni.
  Enrico Fassi è Research Fellow dell'Area Europa presso l'ISPI di Milano e insegna Relazioni Internazionali presso la sede di Brescia dell'Università Cattolica. Si occupa di politica estera dell'UE, di Teoria delle Relazioni Internazionali e di processi di democratizzazione. Ha conseguito un Dottorato in 'Rappresentazioni e comportamenti politici' presso l'Università Cattolica di Milano (Prof. V.E. Parsi), e un Master in International Relations presso la Warwick University (UK). Recentemente ha partecipato al Graduate Study Program dell'ONU a Ginevra.

  INDICE DELL'OPERA – Introduzione, di Stefano Bianchini - I. Le relazioni tra Unione Europea e Azerbaigian: la dimensione politica e istituzionale, di Enrico Fassi (L'evoluzione dell'UE e la ridefinizione dello spazio geopolitico del Vicinato - Dall'APC al Partenariato orientale: limiti e opportunità delle iniziative europee – L'Azerbaigian e l'UE: cooperazione versus integrazione? - Conclusioni: un triangolo a due facce – Note) - III. La "sicurezza dei confini" nelle relazioni tra Unione Europea e Azerbaigian, di Michela Ceccorulli (Introduzione - La rilevanza della sicurezza dei confini per l'Unione europea - Border security, allargamento verso Est e Azerbaigian - UE e Azerbaigian: dinamiche di coordinamento - Il futuro delle relazioni tra Unione europea e Azerbaigian – Note) - III. Il ruolo dell'Unione Europea nel conflitto del Nagorno Karabakh, di Marilisa Lorusso (Unione europea e Nagorno Karabakh: l'asincronia originaria - Cronologia del conflitto - I tentativi di mediazione: i protagonisti regionali e l'Europa degli stati - La posizione dell'Unione europea agli albori delle relazioni con l'Azerbaigian - Verso una sincronizzazione di intenti - Le attività del Consiglio europeo e della Commissione europea - Il Nagorno Karabakh nel contesto della dimensione orientale – Conclusioni – Note) – IV. Il ruolo dell'Azerbaigian nella politica energetica europea, di Matteo Verda (Il contesto energetico europeo – L'Azerbaigian postsovietico e il potenziale energetico - Il petrolio e il gas azerbaigiani per i mercati europei - Gli sviluppi infrastrutturali - Le prospettive future – Note) – V. I rapporti economici e commerciali tra Unione Europea e Azerbaigian: opportunità e prospettive, di Anna Giulia Micara (Verso una maggiore integrazione economica tra UE e Azerbaigian - Il settore energetico come elemento centrale dei rapporti tra UE e Azerbaigian - Il sistema di preferenze generalizzate dell'UE, potenziale incentivo alla diversificazione? – L'Accordo di partenariato e cooperazione alla base dei rapporti economici tra UE e Azerbaigian - Gli sviluppi e i limiti legati alla Politica europea di vicinato - Le prospettive future – Note) - VI. Sviluppo sostenibile: gli spazi di cooperazione tra Unione Europea e Azerbaigian, di Matteo Villa (Un termine ambiguo - Assetto interno e cooperazione internazionale in tema di energie alternative - Stato e prospettive delle energie rinnovabili in Azerbaigian - Idroelettrico - Eolico - Solare - Efficienza energetica - Sostenibilità economica delle alternative ai combustibili fossili - Il paradosso di un esportatore energetico altamente sostenibile - Crescita sostenibile: dimensioni socio-economiche e criticità dello sviluppo azerbaigiano - La cosiddetta "sindrome olandese" - Occupazione e inflazione - Amministrare le rendite petrolifere - Conclusioni – Note) - Conclusioni di Michela Ceccorulli ed Enrico Fassi - Indice dei nomi e dei luoghi - Bibliografia