Figli di un'etica minore Stampa E-mail

a cura di Mario Palmaro e Tommaso Scandroglio

Figli di un'etica minore

Editori Riuniti University Press, pagg.202, € 14,90

 

scandroglio figli  IL LIBRO – Più della metà delle giovani donne del novarese afferma che potrebbe prendere la decisione di abortire se aspettasse un bambino non voluto. Stessa percentuale per i giovani maschi propensi a consigliare la strada dell'aborto procurato nel caso in cui la propria fidanzata rimanesse incinta. Per quasi la totalità degli intervistati non è un problema etico usare metodi anticoncezionali. Di poco inferiore il consenso per le tecniche di fecondazione artificiale. Allarmanti e preoccupanti aperture in merito all'eutanasia e ai rapporti omosessuali. Tengono i rapporti famigliari e con gli amici. L'affettività sembrerebbe rimanere il grande spazio esistenziale dove vivere i propri sogni. I figli di coloro che gridavano nel '68 "vietato vietare" pare abbiano imparato bene quella lezione. Questi dati e molti altri si potranno rinvenire nella presente indagine demoscopica che ha messo in luce gli umori e i giudizi dei giovani tra i 14 e i 25 anni della provincia di Novara in merito alle più scottanti questioni di morale naturale. Un'istantanea del mondo adolescenziale e giovanile che è paradigmatica di un certo orientamento culturale anche a livello nazionale e i cui dati sono stati analizzati sotto varie prospettive disciplinari: da quella sociologica a quella bioetica, da quella giusfilosofica a quella medica e pedagogica. Una ricerca ad ampio spettro che interroga le coscienze di tutti - credenti e non credenti - e che fa comprendere l'urgenza di una risposta educativa...

  DAL TESTO – "Da qualche anno si parla, anche in casa cattolica, di emergenza educativa. Leggendo questi numeri, forse sarebbe meglio parlare di una debacle: il Magistero della Chiesa insegna che convivenza e rapporti pre-matrimoniali sono peccato grave, ma 9 giovani su 10 che vanno alla Messa tutte le domeniche pensano esattamente il contrario. Nessuna persona di buon senso può ignorare ciò che in questi decenni è accaduto nel mondo e dunque anche in Italia: abbiamo descritto all'inizio di questo saggio le trasformazioni culturali, il processo di secolarizzazione, la crisi della morale classica. In un simile scenario, è evidente che il compito degli educatori, e in particolare dei sacerdoti, si è fatto arduo. Tuttavia, non deve sfuggire ai lettori di questa indagine una sottile ma fondamentale distinzione: i questionari somministrati ai giovani non chiedono loro di descrivere ciò che essi fanno, ma di affermare se una certa condotta è o non é moralmente accettabile. Si tratta di una felicissima scelta dei ricercatori, che non volevano fotografare quello che i ragazzi, abitualmente, fanno: per questo risultato, forse non sarebbe nemmeno necessaria un'indagine statistica e basterebbe guardarsi intorno. Qui la questione è più profonda e dunque essenzialmente educativa: si trattava di chiedere ai giovani di formulare un giudizio morale. La vita etica e la riflessione bioetica si misurano certamente con il comportamento degli uomini, ma in prima battuta con le loro motivazioni, le loro intenzioni, la loro capacità di aderire almeno idealmente a una verità morale. Moltissimi cattolici praticanti di questo sondaggio non sono necessariamente dei "peccatori". Ma fanno qualche cosa di peggio: giustificano il peccato. Scambiano cioè il bene con il male e il male con il bene.
  "Ora, questa constatazione apre inquietanti interrogativi sulla qualità, l'ortodossia, l'intensità e la serietà della formazione cattolica normalmente erogata dalle agenzie a ciò deputate dalla Chiesa cattolica. La secolarizzazione del mondo e l'aggressività nichilista dei mass media spiegano in parte questo scollamento fra pratica religiosa e giudizi morali erronei. Ma non spiegano tutto. Che fra i cattolici regolarmente praticanti 1 su 5 ritenga "per niente grave" avere rapporti omosessuali è un dato enorme. Alcune condotte, diffuse nella vita dei nostri giorni, dilagano anche nella mentalità e nei giudizi dei giovani cattolici assidui frequentatori della Chiesa: pensiamo alla convivenza, al divorzio, alla contraccezione. Sull'aborto permangono sacche di resistenza, ma in un quadro comunque oggettivamente desolante, se si pensa che l'aborto per salvaguardare la salute della madre incontra la censura morale di un modesto 23,8 %. L'insegnamento della Chiesa in materia, com'è noto, afferma la illiceità morale di ogni aborto volontario diretto, perfino per il caso di pericolo non solo della salute, ma della vita della donna. Si tratta di capire, però, quanti catechisti, quanti sacerdoti, quante religiose, lo sanno e lo insegnano."

  I CURATORI – Tommaso Scandroglio è dottorando di ricerca in Filosofia del Diritto presso l'Università degli studi di Padova e assistente di Filosofia del Diritto e Filosofia Teoretica presso l'Università Europea di Roma. Nel 2005 ha scritto il volume "Tv accesa Cervello spento" (Ed. Art) concernente l'etica della comunicazione massmediatica e nel 2007 ha pubblicato un saggio sul diritto naturale di stampo tomistico dal titolo "La legge naturale. Un ritratto" (Ed. Fede & Cultura). Ha curato nel 2008 il volume "Questioni di vita e di morte" (Ed. Ares) riguardante dieci tematiche di morale naturale e di bioetica. È autore del saggio "Valutazioni critiche in merito alle tesi di J.M. Finnis e della Scuola Neoclassica sulla legge naturale" pubblicato in "Divus Thomas" e della relazione "La carta dell'Onu tra legge naturale e diritto positivo" pubblicato in Atti del convegno «I fondamenti de diritto. La persona umana tra legge e libertà» (Ed. Fede & Cultura). Ha redatto una recensione a Russell Hittinger, "Thomas Aquinas and the Rule of Law - Tommaso d'Aquino e la rue of law" (Rubbettino), dal titolo "Ordo et ratio in Hittinger" apparsa nella rivista "Diritto & Questioni Pubbliche". Ha scritto altresì per riviste a carattere divulgativo quali "Studi Cattolici", "Radici Cristiane", "il Timone". Da una decina di anni è impegnato con continuità in conferenze, convegni, dibattiti e seminari.
  Mario Palmaro (1968-2014) è stato una tra le più note firme dell'apologetica cattolica. Laureato in Giurisprudenza, filosofo del diritto, ha insegnato presso la Facoltà di Bioetica dell'Università Pontificia Regina Apostolorum di Roma e presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Europea di Roma. È stato presidente nazionale del Comitato Verità e Vita.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione - Gli autori – Introduzione, di M. Palmaro e T. Scandroglio - Fascino dei valori e opportunismo degli stili di vita, di L. Berzano e M.L. Viarengo - La bioetica come «indicatore di civiltà». L'opinione pubblica di fronte alle questioni di vita e di morte: l'urgenza di una nuova «pastorale della verità», di M. Palmaro - Il pluralismo delle posizioni etiche di matrice soggettivista e il tramonto della fondazione oggettiva e metafisica della morale naturale, di T. Scandroglio - Valori e giovani: la «prospettiva medica», di R. Puccetti - Valore della vita ed educazione, di M. P. Tripoli – Conclusioni, di M. Palmaro e T. Scandroglio - Appendice 1. Il questionario - Appendice 2. Percentuali di risposta secondo l'orientamento religioso