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Osvaldo Guerrieri

Curzio

Neri Pozza, pagg.352, € 17,00

 

guerrieri curzio  IL LIBRO – "Curzio" è il romanzo della vita di Curzio Malaparte, il racconto perciò di un'avventura umana che non ha avuto uguali nella prima metà del Novecento.
  La storia comincia nel 1933 a Lipari, dove il fascista Malaparte è confinato per attività antifascista, e si conclude nella primavera del 1957 nella clinica «Sanatrix» di Roma in attesa di una morte della quale tutti desiderano impadronirsi: i democristiani, i comunisti, i repubblicani, la Chiesa cattolica.
  Fra i due poli si espande la più clamorosa personalità di avventuriero, di narcisista, di rinnegato che abbiano conosciuto l'Italia e l'Europa: un «razziatore avido di cose e di prede» ebbe a definirlo il pittore Orfeo Tamburi che gli fu amico, uno dei pochi.
  Grande giornalista, a 30 anni Malaparte ha diretto il quotidiano "La Stampa"; è entrato nelle più sconvolgenti avventure del secolo: le due guerre mondiali, la macchina stragista del nazismo, la nascita del comunismo sovietico e di quello cinese, la conquista coloniale; ha scritto libri di enorme successo che hanno ferito la sensibilità comune, da "Tecnica del colpo di Stato" a "Kaputt" a "La pelle". Non si notano che contraddizioni in Malaparte, uomo fragile dentro e forte fuori, pronto a tutti i compromessi pur di ricavarne un vantaggio. Lo si vede nei rapporti prima con Mussolini e con il grande protettore Galeazzo Ciano, poi con Togliatti che riesce a sottrarlo alla legge penale. Lo si vede ancora nello scontro con il senatore Giovanni Agnelli, il nemico di una vita; oltre che nel turbinio degli amori mai veramente profondi, mai passionali, spesso strumentali e decorativi: per esempio con la misteriosa e sensuale «Flaminia», che ottiene da Mussolini in persona il permesso di andare a trovare l'amante a Lipari, oppure con Virginia Agnelli, considerata uno strumento per abbattere la potenza del Senatore e impadronirsi della Fiat. Sullo sfondo c'è il bel mondo italiano e parigino, c'è la vita nei giornali e nelle case editrici, c'è il cosmopolitismo artistico e diplomatico. E c'è l'Italia massacrata da un regime gonfio di retorica e di errori, protesa verso un futuro che, caduto il fascismo, sembra promettere soltanto violenza e vendette.

  DAL TESTO – "E Curzio, considerandosi ormai una vedette delle lettere e del neomachiavellismo, si offriva ai parigini e agli italiani di Parigi come l'unico fascista in grado di superare il fascismo e di prendere le distanze da Mussolini, arrivando a sfottere il Capo più di quanto avesse fatto con il romanzo Don Camaleo. Frequentava il fascista Pirandello, ma anche gli avversari del regime Antonio Aniante e, in un eccesso di temerarietà, Carlo Rosselli, fuggito con Emilio Lussu dal confino di Lipari. Sembrava non badare alle differenze politiche. Era diventato troppo in vista per permettersi di essere anche prudente. Considerò con molta attenzione l'invito di Grasset a scrivere un ritratto di Mussolini e, come per fare le prove generali, nei suoi incontri pubblici non faceva che parlar male del Duce e del fascismo. [...]
  "Artefice di questa avvilente metamorfosi era «un uomo grasso, di media statura, che cammina dondolandosi sulle anche, e la cui sola forza consiste nel farsi credere una specie di Giulio Cesare alla vigilia della conquista delle Gallie». Se non bastasse, continuava Malaparte cedendo al sarcasmo, Mussolini «si sente Antinoo per la perfezione delle sue forme, Ercole per la sua forza, Don Giovanni per il suo fascino da seduttore. Supera Napoleone nel culto della personalità. Timido sino alla viltà, vendicativo e incapace di perdonare, ha dato sempre ragione al più forte».
  "Così Curzio parlava e dava fiato al disprezzo, senza badare agli ammonimenti di Flaminia che, quando andava a trovarlo a Parigi e ne ascoltava lo sfogo astioso, lo invitava alla cautela. «Calmati, Curzio, sai bene che ci sono orecchie ovunque»."

  L'AUTORE – Osvaldo Guerrieri è nato a Chieti e vive a Torino. È critico teatrale de "La Stampa", attività per la quale ha ricevuto nel 2003 il premio Flaiano. Con Neri Pozza ha pubblicato "L'insaziabile" (premio internazionale Mondello 2009), "Istantanee" (2009), "I Torinesi" (2011, BEAT nel 2013), "Col diavolo in corpo. Vite maledette da Amedeo Modigliani a Carmelo Bene" (2013). I suoi racconti "Sibilla d'amore" e "Alè Calais" sono diventati spettacoli teatrali rappresentati in Italia e a Parigi.

  INDICE DELL'OPERA – Lipari - Forte dei Marmi – Etiopia – Capri – Parigi - Pechino