Gli Italiani e la Terrasanta Stampa E-mail

a cura di Antonio Musarra

Gli Italiani e la Terrasanta

SISMEL – Edizioni del Galluzzo, pagg.XXXIV-251, € 40,00

 

musarra terrasanta  IL LIBRO – Negli ultimi decenni, lo studio delle Crociate ha conosciuto una nuova primavera. Le maggiori Università del mondo dedicano oggi alla crociata – così come al pellegrinaggio, allo studio di culti e devozioni di provenienza oltremarina, al commercio con il Levante mediterraneo, all'attività degli ordini militari, e in generale ai rapporti tra Oriente e Occidente in età medievale - corsi specialistici. Anche l'Italia può vantare un discreto numero di studiosi, giovani e meno giovani, strutturati o meno all'interno di Enti e Università, interessati, per dirla con Franco Cardini, ai molti modi in cui «gli occidentali dei secoli fra XI e XV intesero, immaginarono e vissero l'Oriente in tutte le sue forme e dimensioni, come "Altro-da-sé", come mito, come astrazione, come multiforme realtà concreta»; espressione che bene compendia un campo di studi piuttosto vasto, che trova il proprio trait d'union nell'interesse per il ruolo, storico e metastorico, incarnato dalla «pars orientis» del mondo conosciuto - nello specifico dalla Terrasanta cristiana - nel quadro culturale, sociale, economico e politico dell'Europa medievale. Questo volume, frutto di un Seminario tenutosi a Firenze, presso l'Altana di Palazzo Strozzi, il 22 febbraio 2013, intende dare voce a un campo di studi piuttosto negletto dalla storiografia accademica italiana, abbracciando diversi aspetti delle relazioni instauratesi in età basso-medievale tra la penisola italica e la Terrasanta: relazioni mediate attraverso il sacro, la guerra, il commercio, la lingua o la cultura, aspetti diversi ma complementari di un interesse profondo per le piaghe orientali del Mediterraneo.

  DAL TESTO – "Se non è stare mai messo in dubbio il contributo reso da Veneri, Toscani e Liguri alla storia delle crociata, tanto da fame il solo vessillo di italianità in quest'epopea della civiltà occidentale, oggi non può essere ignorato come questo sia stato approntato in base al particolare rapporto avuto da Federico II con la Terrasanta. In vero, tutte le crociate partite dall'Occidente per la Terrasanta nella prima metà del Duecento hanno come protagonisti degli Italiani o se meglio si preferisce degli Italici, Lombardi o Siciliani che siano, certamente imperiali quando servono Federico II e la sua politica euro-mediterranea improntata alla riforma di un regno di pace e di giustizia. Le spedizioni condotte a Damietta o a Gerusalemme, sempre sotto l'egida dell'imperatore normanno-svevo, piuttosto che interrompere le relazioni diplomatiche e commerciali tra le due sponde del Mediterraneo, l'Italia e la Palestina, alimentano scambi di uomini, di idee, di merci trasformando questo spazio in un arcipelago della conoscenza. Anche quando i pellegrini sono per lo più inglesi o francesi, viaggiano su navi provenzali o templari, il ruolo degli Italiani rimane decisivo per lo svolgimento della crociata perché al tempo dello Stupor mundi tutti i suoi regni sono inseriti nel progetto salvifico delle Scritture, mai così vicini sebbene così distanti. Il modello di potere elaborato sull'esperienza sapienziale di re Salomone avvicina il mondo cristiano occidentale a quello orientale islamico trasformando la crociata, agli occhi del papa e dell'imperatore, in «opus pacis». Nel 1250, con la morte dell'imperatore normanno-svevo che lascia per Gerusalemme centomila once, coniate dall'oro orientale, affinché possano essere utilizzate con il consenso dei pellegrini, si spegne lentamente questa luce di speranza di una pace duratura tra cristianità e islam che ha attraversato non soltanto il Medioriente ma tutto il Mediterraneo nella prima metà del Duecento, ma la fiaccola rimane ancora accesa, almeno fino a quando, nel ricostruire il passato e nel ricercare i legami identitarii sottesi, non si rimuoverà quel velo della memoria, per ritrovare un ricordo sbiadito e quasi confuso, eppure ancora vivo, pronto a restituirci un mondo multiculturale e plurireligioso, non privo di conflitti ma pacifico, costruito grazie al particolare rapporto avuto dagli Italiani con la Terrasanta."

  IL CURATORE – Antonio Musarra (Genova, 1983) ha compiuto gli studi superiori a Genova presso il Liceo classico Andrea D'Oria. Contemporaneamente ha frequentato, sino al Diploma di Compimento Inferiore, il Conservatorio "N. Paganini" di Genova studiando Violino, Viola, Pianoforte e Composizione. Nel 2005 ha conseguito la Laurea triennale in Storia presso l'Università degli Studi di Genova con una tesi dal titolo: "Ottobono Scriba e l'annalistica genovese alla fine del XII secolo". Nel 2007 ha conseguito la Laurea specialistica in Strumenti e Metodi della ricerca storica presso l'Università degli Studi di Genova con una tesi dal titolo: "La Guerra di San Saba. Genova nel Grande Gioco delle potenze italiche nel Mediterraneo". Nel 2008 ha conseguito il Diploma in Scienze Religiose presso l'istituto Superiore di Scienze Religiose di Genova con una tesi dal titolo: "Le radici dell'esicasmo nella mistica origeniana". Nel 2012 ha conseguito la Laurea Magistrale in Scienze Religiose presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose di Genova con una tesi dal titolo: "Il latino di un notaio ecclesiastico tardo-medievale. L'Historia translationis beati Ioannis Baptiste ad Civitatem Ianue di Nicolò de Porta". Nel 2012 ha conseguito il Diploma di Archivistica, Paleografia e Diplomatica presso l'Archivio di Stato di Genova. Nel 2012 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Storia presso l'Università degli Studi di San Marino con una tesi dal titolo: "Prepotens Ianuensium Presidium. I Genovesi, la crociata e la Terrasanta nella seconda metà del Duecento". È membro della Società Ligure di Storia Patria e della Society for the Study of the Crusades and the Latin East.

  INDICE DELL'OPERA – Prefazione, di Franco Cardini – Appunti per una storia della storiografia sulle crociate in Italia. Introduzione, di Antonio Musarra – Abbreviazioni - I. La Chiesa in Italia e l'Oriente latino - Conoscenza e uso del greco e dell'arabo alla corte papale del Duecento. Diplomazia e scienza a confronto, di Agostino Paravicini Bagliani - "Tornato d'oltremare fu consecrato papa". Il peso dell'esperienza levantina nella politica orientale di Gregorio X, di Luca Mantelli - Note sulla presenza francescana in Terrasanta: le descrizioni dei Luoghi Santi tra XIV e XVI secolo e il ruolo della Custodia di Terrasanta, di Michele Campopiano - II. Gli italiani alle Crociate, gli italiani e le Crociate - Guglielmo V il Vecchio, marchese di Monferrato, alle crociate, di Giuseppe Ligato, - "Boamundi fama terruerat Graecos". L'immagine degli Italiani alla prima crociata, di Claudio Carpini - "Com'io cercai di molti luoghi santi". Il corpus fiorentino dei diari di pellegrinaggio a Gerusalemme, di Ilaria Sabbatini - III. Il Mezzogiorno normanno-svevo, la Crociata e la Terrasanta - Il regno normanno del Mezzogiorno e Outremer: scambi,interazioni e mancate occasioni, di Luigi Russo, -, Gli Italiani, la Terrasanta e Federico II: sulle prospettive di un'indagine possibile, di Alfredo Pasquetti - Il velo della memoria: gli Italiani e Gerusalemme al tempo di Federico II, di Marcello Pacifico - Il Fior de Terra Sancta di Girolamo Castiglione (1491) e la dimensione dell'alterità. Dissidenti, eretici e scismatici nella scoperta del Levante, di Salvatore Costanza - IV. I comuni marittimi italiani e la Terrasanta - Le colonie mercantili italiane in Terrasanta, le crociate e il problema del loro impatto sull'economia dell'area euro-mediterranea nei secoli XII e XIII, di Ignazio Del Punta - Benedetto Zaccaria e la caduta di Tripoli (1289): la difesa di Outremer tra ragioni ideali e opportunismo, di Antonio Musarra - Indici