Storia del Partito fascista repubblicano Stampa E-mail

Roberto D'Angeli

Storia del Partito fascista repubblicano

Castelvecchi Editore, pagg.330, € 29,00

 

dangeli partito  IL LIBRO – Questo libro ripercorre l'intera vicenda del Partito fascista repubblicano, ricostituito da Mussolini dopo la sua liberazione nel settembre 1943, fino all'epilogo di piazzale Loreto. Filo conduttore è il rapporto fiduciario tra il Duce e il Pfr, caratterizzato da parte del dittatore da atteggiamenti contraddittori legati alle alterne fortune della Repubblica sociale italiana, che lo portavano a vedere nel Partito, per la sua lealtà e inflessibilità, lo strumento più adatto ad affrontare le fasi gravi e incerte, e quello più riottoso e scomodo nei momenti di distensione e compromesso. Ampio spazio è dedicato all'indagine dei modi e dei settori in cui si espresse l'antisemitismo del Fascismo risorto; si analizza inoltre come la struttura politica ufficiale fu d'impulso e supporto a quella amministrativa - talvolta sovrapponendosi - nella persecuzione degli ebrei.
  "Questa ricerca di D'Angeli – scrive Giuseppe Parlato nella Prefazione – [...] rappresenta un elemento obiettivamente innovativo nel panorama storiografico italiano e non. [...] Il pregio della ricerca di D'Angeli è, da un lato, quello di essersi documentato in quelle, peraltro poche, carte che sono rimaste del Pfr, consultando sia quelle conservate presso l'Archivio centrale dello Stato, sia quelle, molto importanti, dell'Archivio dell'Istituto di Storia contemporanea di Pesaro e Urbino e, dall'altro, di essere riuscito a consultare molti giornali della Rsi, con le difficoltà che presenta sempre la stampa di Salò, lacunosa, introvabile e non sempre disponibile nelle biblioteche pubbliche.
  "Il lavoro ruota su quattro temi essenziali: il ruolo politico e direi anche istituzionale del Pfr di Pavolini; la politica assistenziale, importante non soltanto in sé ma perché rappresenta il volano di consenso che, in quei difficili momenti, Pavolini riuscì comunque a realizzare; la politica razziale, la cui analisi è estremamente utile perché permette di conoscere meglio quali furono le dinamiche della polemica e della politica antisemita del Fascismo repubblicano; infine, la politica di militarizzazione, fino alla costituzione delle Brigate nere, per fare del Partito una milizia armata, a fianco e talvolta in contrapposizione con le altre forze di Salò - pensiamo alla Gnr e alla Decima Mas."

  DAL TESTO – "Coloro che ricostruiscono il Partito subito dopo l'8 settembre sono essenzialmente squadristi di secondo e terzo piano, ai margini del regime o spesso in posizioni critiche con esso, che dopo il 25 luglio non si rassegnano alla fine del Fascismo attribuendola al tradimento degli arrivisti e dei profittatori che, in combutta con la massoneria e la cricca monarchico-militare, per soddisfare gli interessi personali e tutelare i propri affari, avevano indebolito il Pnf facendone il responsabile principale del disprezzo che aveva condotto all'inevitabile crisi. Dopo l'annuncio dell'armistizio, questi squadristi ritengono sia giunto il proprio momento. Per alcuni si tratta solo di questioni di potere, di rivincita moraIe, soddisfazione dei più bassi istinti e contribuiranno a scrivere le pagine più nere della guerra civile: Bardi, Pollastrini, Colombo, Carità, solo per citare i nomi più tristemente noti. Quelli che Vincenzo Costa chiamerà nelle sue memorie gli «sciacalli». Ma vi sono anche gli "idealisti" e tra loro molti giovani e giovanissimi cresciuti all'ombra del Fascio littorio, spesso consapevoli che la partita è ormai persa, che scelgono il Pfr e più in generale la Rsi, come gesto di coerenza politica e ideale, di sfida contro la rassegnazione passiva all'inevitabile, di battaglia estrema in difesa del proprio onore, per cancellare con le armi l'accusa di tradimento mossa dai tedeschi. «Moltissimi», scrive Costa, «furono i giovani che rifiutarono di compilare il burocratico modulo di iscrizione e preferirono presentarsi direttamente ai primi reparti fascisti, avere una camicia nera, un moschetto e partire per la guerra»."

  L'AUTORE – Studioso di Storia contemporanea, Roberto D'Angeli ha collaborato con la Fondazione Museo della Shoah di Roma realizzando quattro mostre presso il Complesso Monumentale del Vittoriano e partecipando come guida storico-scientifica a oltre venti Viaggi della Memoria. Nel 2013 ha pubblicato un saggio sul campo di internamento di Farfa Sabina.

  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Giuseppe Parlato – Introduzione – Storia del Partito fascista repubblicano – I. La ricomparsa del Fascismo (1. Mussolini liberato dai tedeschi - 2. Organizzazione e inquietudini del Fascismo repubblicano - 3. Il primo congresso del Partito - 4. Il Manifesto di Verona - 5. Milizia civile al servizio dello Stato) – II. Andare verso il popolo (1. Il primo Direttorio e la politica d'aiuto - 2. La fine del monopolio dell'assistenza - 3. La risposta della popolazione - 4. Il Fascismo clandestino) - III. Il Partito contro gli ebrei (1. La guerra antisemita - 2. La persecuzione delle vite - 3. Gli arresti - 4. Il sequestro dei beni) - IV. La propaganda antisemita (1. Il controllo della stampa - 2. Il Vaticano non apprezza l'ultima crociata - 3. Il Partito sostiene Preziosi - 4. Ebraismo e massoneria - 5. L'ebreo come nemico assoluto - 6. La guerra che non ha fine) - V. Il Partito in armi (1. Gli squadristi nella polizia federale - 2. La nascita delle Brigate nere - 3. Incertezze sul ruolo politico del Partito - 4. I fascisti a difesa del fronte interno) - VI. L'ultima resistenza (1. Italia, Repubblica, Socializzazione - 2. Il Raggruppamento nazionale repubblicano socialista - 3. I nuovi vicesegretari del Partito - 4. L'ultimo Direttorio nazionale - 5. «Morire col sole in faccia») – Conclusioni – Note – Bibliografia – Fonti - Elenco delle abbreviazioni - Indice dei nomi