Il senso della lotta Stampa E-mail

Nicola Ravera Rafele

Il senso della lotta

Fandango Editore, pagg.320, € 18,50

 

rafele lotta  IL LIBRO – Nei giorni dispari della settimana Tommaso va a correre. Allena il fiato, svuota la mente. A trentasette anni ha un contratto a tempo nella redazione romana del "Corriere della Sera", una fidanzata esigente, e una zia, Diana, della consistenza di una quercia, che l'ha cresciuto da quando, nel 1983, suo padre l'ha lasciato lì, davanti a casa, prima di scomparire nel nulla, nel bel mezzo di un temporale estivo. Già, perché i suoi genitori, Michele Musso e Alice Rosato, da quelle poche informazioni che ha, sono morti in un incidente, ed erano terroristi.
  A trentasette anni Tommaso è riuscito a costruirsi una vita normale, a non pensare più al suo tormentato passato. Ma quando una mattina il respiro gli s'ingolfa, e un dottore, diagnosticandogli un attacco di panico, gli chiede se sia figlio di quel Michele Musso, che lui ha incontrato a Grenoble nell'84, qualcosa si rompe, come uno strappo in una rete. Perché quella data fa tanto rumore? Quante versioni esistono della stessa cosa? In quale punto puoi ricucirle insieme senza sentire troppo male?
  Con la mano ferma di chi conduce un'inchiesta e l'eleganza espressiva di chi sa come raccontarla, Nicola Ravera Rafele compone un'opera sinfonica per restituire una vicenda familiare che comincia nel 1969 e arriva fino ai giorni nostri. Romanzo borghese, noir letterario, j'accuse generazionale, "Il senso della lotta" è un libro sul presente che fa i conti con il passato, una storia in cui la ricerca della verità ha un prezzo così alto che alla fine sarà difficile separare la salvezza dalla distruzione.

  DAL TESTO – "Dopo nove ore di viaggio arrivano in un paesino sui Pirenei. Mancano pochi chilometri al confine con la Spagna. Ad accoglierli ci sono tre baschi che sembrano contadini piemontesi. Hanno mani grandi e spalle quadrate, facce scavate, sorrisi allegri gialli di tartaro. Uno di loro, che si chiama Txiki, quasi le stacca un braccio quando le stringe la mano. Parlano francese. La chiamano solo "compagna", in italiano. Michele è molto serio, silenzioso. Discute con il più vecchio dei tre, e intanto bevono vino a turno da una specie di brocca con un lungo becco. Alice lo guarda da lontano. La strategia è roba da uomini, Michele glielo ha fatto capire chiaramente.
  "Passano il pomeriggio sparando in un poligono di tiro improvvisato, al margine di un bosco. Sono in tutto una decina di persone. I baschi usano spaventapasseri come bersagli. Alice impiega due ore per imparare come si impugna la pistola. Michele invece è molto preciso, e rapido. Finisce i colpi, poi va da lei e la aiuta."

  L'AUTORE – Nicola Ravera Rafele (Roma, 1979) ha esordito a 15 anni con "Infatti purtroppo. Diario di un quindicenne perplesso". Nel 2014 ha pubblicato "Ultimo Requiem", con Mimmo Rafele.

  INDICE DELL'OPERA – Prima parte. Roma – Seconda parte. Parigi – Terza parte. Pouillac – Quarta parte. Milano - Epilogo