Geopolitica dell'intelligenza artificiale Stampa E-mail

Alessandro Aresu

Geopolitica dell'intelligenza artificiale

Feltrinelli Editore, pagg.576, € 24,00

 

aresu ia  Alessandro Aresu con il saggio "Geopolitica dell'intelligenza artificiale" offre un contributo essenziale alla riflessione contemporanea sulle implicazioni globali di una delle tecnologie più rivoluzionarie del nostro tempo. Con uno stile accessibile ma profondamente analitico, Aresu intreccia una riflessione filosofica, scientifica, economica e geopolitica sull'intelligenza artificiale (IA), ponendo interrogativi che vanno ben oltre la semplice evoluzione tecnologica, per abbracciare la dimensione esistenziale e sociale dell'umanità nel suo complesso.

  Aresu parte da una premessa audace ma convincente: l'intelligenza artificiale non è semplicemente un'invenzione tecnologica, ma la "vera" invenzione dell'umanità, capace di modificare radicalmente il nostro rapporto con la conoscenza, la mente e la stessa esistenza. La riflessione sull'IA, infatti, non è un tema nuovo, ma si radica in secoli di pensiero filosofico e scientifico che risalgono ai pionieri della cibernetica e dell'informatica come Alan Turing e John von Neumann. Il suo approccio non si limita a tracciare una storia della tecnologia, ma esplora le sue radici filosofiche: l'idea di replicare l'intelligenza umana nelle macchine solleva questioni ontologiche ed epistemologiche di portata straordinaria. Aresu affronta con lucidità il tema dell'intelligenza "generale" artificiale, esplorando le sue implicazioni non solo dal punto di vista tecnico, ma anche sul piano della nostra comprensione di ciò che significa essere intelligenti.

  In questo contesto, l'autore si interroga sulle capacità e i limiti delle neuroscienze e sulla comprensione ancora incompleta del funzionamento del cervello umano. Che cosa significa veramente "pensare"? È possibile riprodurre la complessità della mente umana in una macchina? La riflessione su queste questioni non è solo teorica, ma ha conseguenze pratiche immediatamente percepibili nel contesto della ricerca sull'IA e nelle sue applicazioni future.

  Una delle parti più avvincenti del libro è quella dedicata all'analisi della competizione geopolitica in corso nell'ambito dell'intelligenza artificiale. Aresu non si limita a osservare la corsa tecnologica, ma la inquadra all'interno di un contesto più ampio, nel quale l'IA diventa uno degli strumenti cruciali per la proiezione del potere globale. Gli Stati Uniti e la Cina sono i protagonisti di una "guerra tecnologica" che non riguarda solo la supremazia economica, ma anche il controllo delle risorse strategiche (come i microchip) e la dominazione delle infrastrutture digitali globali. L'autore esplora con attenzione le differenze nei modelli politici e culturali che orientano le politiche tecnologiche dei due Paesi: se da un lato gli Stati Uniti rappresentano l'individualismo imprenditoriale, dall'altro la Cina costruisce un'architettura tecnologica guidata dallo Stato, con un impatto inevitabile sui diritti individuali e sulla governance globale.

  Il cuore della discussione geopolitica è il controllo delle risorse e delle tecnologie che rendono possibile l'evoluzione dell'IA. L'esempio di NVIDIA e della sua rivoluzione nel campo dei microchip, capaci di alimentare l'IA, illustra perfettamente come la competizione per le risorse materiali, ma anche per la supremazia nelle tecnologie emergenti, sia cruciale. L'analisi della crescente dipendenza dalle risorse rare necessarie per i chip e l'acquisizione di aziende specializzate da parte delle superpotenze rende chiaro come la geopolitica dell'IA si intrecci con quella economica in modi impensabili solo pochi decenni fa.

  Un altro tema centrale del libro è il problema dell'allineamento delle tecnologie emergenti con i valori e le necessità umane. L'IA, come sostiene Aresu, non è neutrale: se non progettata con attenzione, può portare a esiti devastanti, amplificando le disuguaglianze e minando i diritti fondamentali. L'allineamento tra i sistemi artificiali e le priorità umane diventa, quindi, un problema cruciale. Come evitare che un'intelligenza artificiale potente e autonoma non diventi una minaccia per l'umanità, potenzialmente sfuggendo al nostro controllo? Aresu approfondisce questo aspetto, esaminando le soluzioni proposte da esperti come quelli di OpenAI e DeepMind e sottolineando come la soluzione non risieda solo nella programmazione delle macchine, ma anche nel costruire una governance globale capace di regolamentare il loro sviluppo.

  Il libro esplora inoltre la questione del "paradosso della sicurezza": se l'intelligenza artificiale fosse allineata perfettamente con i nostri valori, sarebbe abbastanza potente da potenzialmente distruggere l'ordine mondiale. Aresu suggerisce che questo è il rischio insito nel potere di una tecnologia che può, in pochi anni, cambiare radicalmente il nostro mondo. La gestione di questi poteri diventa una questione politica e morale urgente.

  Una parte particolarmente interessante del libro è la narrazione delle storie di alcuni degli attori più influenti nel campo dell'IA, come Jensen Huang, fondatore di NVIDIA, e Bill Dally, il cui lavoro scientifico ha contribuito a rendere possibili le tecnologie che oggi alimentano l'IA. Aresu arricchisce la sua narrazione non solo con i nomi di alcuni dei grandi protagonisti tecnologici, ma anche con una serie di testimonianze meno note ma non meno rilevanti. Si tratta di un aspetto che conferisce al libro una dimensione umana e racconta, al di là della tecnologia, delle storie di visione, opportunismo e ambizione.

  Aresu esplora anche la dimensione "corporativa" dell'IA, descrivendo il confronto tra i giganti tecnologici che dominano il mercato (come Google, Microsoft e Amazon) e gli imprenditori emergenti, nonché le sfide interne e i conflitti di visione che contraddistinguono le aziende. Questa parte del volume rende chiaro come la corsa all'IA non sia solo una questione di scoperta scientifica, ma anche di strategie aziendali e politiche interne, che influenzano direttamente la direzione che questa tecnologia prenderà nei prossimi decenni.

  La conclusione del libro è forse la più inquietante: Aresu solleva il velo sulle implicazioni future dell'intelligenza artificiale, suggerendo che, nonostante i progressi straordinari, il futuro che ci attende potrebbe essere segnato da una crescente disuguaglianza, dal rischio di una rivoluzione tecnologica incontrollata e dalla possibilità che l'intelligenza artificiale stessa sfidi l'umanità. La tensione tra i benefici potenziali e i pericoli insiti in questa tecnologia è palpabile in ogni pagina, e Aresu ci invita a confrontarci con le scelte politiche e morali che la società dovrà affrontare nei prossimi decenni.

  "Geopolitica dell'intelligenza artificiale" è, insomma, un'opera di straordinaria profondità, che non si limita a esplorare le implicazioni tecniche e scientifiche dell'IA, ma si confronta con le sfide etiche, politiche ed economiche che ne derivano. Aresu ci offre una visione lucida e acuta delle forze in gioco, fornendo un quadro completo delle dinamiche che stanno ridisegnando il nostro mondo. Questo libro è una lettura imprescindibile per comprendere come l'intelligenza artificiale stia plasmando il nostro futuro tecnologico, oltre a quello geopolitico e sociale.