Elon Musk. Hybris maxima Stampa E-mail

Faiz Siddiqui

Elon Musk
Hybris maxima


Sperling & Kupfer, pagg.384, € 22,00

 

siddiqui musk  In "Elon Musk. Hybris maxima", il giornalista del "Washington Post" Faiz Siddiqui propone un'analisi densa, critica e articolata dell'uomo che più di ogni altro incarna le contraddizioni della tecnoscienza contemporanea. Non si tratta di una biografia canonica né di una semplice cronaca del successo imprenditoriale di Elon Musk. L'opera, invece, ambisce a ricostruire il paradigma di potere che l'imprenditore sudafricano-americano ha saputo costruire e incarnare, rivelando le tensioni psicologiche, etiche e sistemiche che lo attraversano.

  Il concetto cardine attorno a cui ruota l'intero volume è la hybris, intesa come quella forma di ambizione estrema che spinge l'individuo oltre i limiti umani e morali, generando innovazione ma anche rottura. Siddiqui sceglie questo termine dell'antichità greca con precisione quasi chirurgica, restituendo Musk non come un semplice innovatore, ma come una figura tragica e controversa, sospesa tra grandezza e distruzione. L'hybris diviene quindi la lente epistemologica con cui osservare l'agire di Musk, a partire dalla sua infanzia fino all'attuale ruolo di influente attore globale.

  La narrazione si dipana lungo un duplice asse: da un lato, l'evoluzione delle imprese industriali e tecnologiche – Tesla, SpaceX, Neuralink, Starlink, X (ex Twitter) – e dall'altro, la mutazione della personalità pubblica e privata di Musk. Siddiqui documenta come il carisma visionario che ha attratto ingegneri, scienziati e investitori sia progressivamente mutato in una gestione autocratica e spesso impulsiva del potere. A emergere è un profilo psico-sociale dominato dalla necessità di controllo, dall'idiosincrasia per la mediazione istituzionale e da una costante spinta alla trasgressione delle norme, siano esse tecnologiche, politiche o morali.

  Il testo si distingue per una meticolosa capacità investigativa e per una narrazione che coniuga rigore analitico con una scrittura accessibile. Siddiqui attinge a un corpus di fonti esteso e diversificato: testimonianze dirette di ex collaboratori, documenti aziendali, articoli di cronaca e interviste, costruendo un mosaico ricco e stratificato. Le sue indagini non si limitano a descrivere i successi imprenditoriali, ma pongono l'accento sui costi umani e sociali del modello Muskiano: carriere interrotte, ambienti lavorativi esasperanti, concentrazione di potere privato su asset strategici pubblici.

  Di particolare rilievo, nell'ottica delle scienze sociali e della filosofia della tecnologia, è l'analisi del passaggio da techno-utopia a techno-politics. Secondo Siddiqui, Musk non è più semplicemente un industriale che sogna Marte: è diventato un soggetto politico che, attraverso il controllo delle piattaforme (come X) e delle infrastrutture tecnologiche (come Starlink), interviene su equilibri geopolitici e istituzionali. L'autore segnala, con preoccupazione, come alcune scelte di Musk – per esempio nel contesto della guerra in Ucraina o nella moderazione dei contenuti online – abbiano avuto ripercussioni dirette sugli affari internazionali e sul dibattito democratico. Il libro, in questo senso, invita a ripensare i confini tra potere economico, libertà individuale e responsabilità pubblica.

  Siddiqui non cede mai alla tentazione dell'agiografia né della demonizzazione. Il suo approccio rimane critico, ma sempre sorretto da un impianto empirico e teorico solido. Ne deriva un'opera capace di alimentare il dibattito interdisciplinare: dagli studi sulla leadership alle scienze cognitive, dalla sociologia delle élite alla filosofia della tecnica. In particolare, il testo è utile per comprendere come la figura dell'imprenditore postmoderno si stia ridefinendo in un mondo in cui il confine tra pubblico e privato, tra etica e successo, tra innovazione e disgregazione, è sempre più labile.

  Il volume si impone così come un testo di riferimento non solo per chi intende approfondire la biografia dell'uomo più discusso del XXI secolo, ma anche per chi desidera interrogarsi sulle implicazioni antropologiche, politiche e morali dell'innovazione tecnologica quando viene guidata non da un sistema collettivo di regole, ma da una singola volontà.

  Siddiqui ci consegna una riflessione potente e inquietante: per comprendere il futuro che ci attende, occorre scrutare la psicologia di coloro che lo stanno modellando. E in questo senso, Elon Musk non è soltanto un protagonista del presente, ma anche un sintomo delle tensioni più profonde della nostra epoca.